News
"Sicurezza e benessere nelle scuole: il rischio biologico"
fonte www.puntosicuro.it / Salute
25/05/2015 - Il mondo della
scuola rappresenta una realtà particolarmente significativa della società
anche a livello quantitativo. Secondo una rilevazione del 2012 (Dati Istat) il
numero totale degli studenti delle scuole, pubbliche e private, di ogni ordine
e grado era pari a 8.961.159 unità. E la forza lavoro che opera nel settore,
con riferimento al solo corpo docente della scuola pubblica, era composta, sempre
nel 2012, di 765.818 lavoratori.
È evidente quanto sia importante,
per questa parte cospicua dell’intero paese, poter operare e lavorare in
adeguate condizioni di igiene e sicurezza
degli ambienti scolastici.
Proprio per affrontare questi
temi e colmare la carenza di dati relativi alle condizioni riscontrabili all’interno
degli edifici scolastici, è stata realizzata dalla Consulenza Tecnica
Accertamento Rischi e Prevenzione (CONTARP) dell’ Inail
la pubblicazione “
Sicurezza e Benessere
nelle scuole. Indagine sulla qualità dell’aria e sull’ergonomia”, curata da
Raffaella Giovinazzo, Emma Incocciati, Francesco Nappi, Roberto Piccioni, Diego
Rughi (Direzione Generale, CONTARP), Silvia Amatucci, Federica Cipolloni (Consulenza
Statistico Attuariale) e Francesco De Matteis. Una pubblicazione che riporta i
risultati di uno studio - condotto in collaborazione con un RSPP di alcuni
istituti di Scuola Superiore di Roma e provincia – che ha curato l’osservazione
dello stato degli edifici
scolastici dal punto di vista delle strutture e degli impianti, con
particolare riferimento ad alcuni aspetti relativi alla qualità dell’aria e
dell’ambiente.
Il documento ricorda che proprio
per accrescere le conoscenze sui rischi presenti negli ambienti scolastici,
come “passaggio propedeutico alla realizzazione di un’efficace attività di
prevenzione che dovrà tener conto della priorità degli interventi da attuare e
delle risorse economiche disponibili”, il Ministero della Pubblica Istruzione
(MPI) ha siglato con l’INAIL, nel 2007, un
protocollo
d’intesa, finalizzato a promuovere “
…iniziative
di orientamento professionale e tecnico-scientifico, in materia di sicurezza e
salute nei luoghi di lavoro, rivolte agli studenti delle Scuole Secondarie
Superiori”. Ed in questo contesto è nato il progetto “
Sicurezza e benessere nelle scuole”, sviluppato dalla ConTARP e
dalla CSA dell’INAIL, con due obiettivi principali: non solo accrescere lo
stato delle conoscenze sui rischi negli ambienti
scolastici, ma anche “informare e formare la popolazione scolastica
(studenti, personale docente e amministrativo) sulle tematiche relative alla
sicurezza, con particolare riferimento alla loro realtà lavorativa”.
Lo studio svolto, che ha previsto
anche una fase di monitoraggio dei principali fattori di rischio/disagio e la
realizzazione di “report” sui monitoraggi effettuati, si è soffermato in
particolare su “fattori di tipo chimico, fisico e biologico, per caratterizzare
la qualità dell’aria indoor e analizzare gli aspetti di tipo ergonomico
(comfort acustico, microclima, illuminamento, posture ecc.)”. Ed è stato
valutato il “rischio legato alla presenza di gas radon all’interno degli
edifici: questo è un fenomeno particolarmente significativo nel territorio del
Lazio”.
Rimandando ad una lettura
integrale del documento dell’Inail, anche con riferimento ai risultati dei
monitoraggi, ci soffermiamo oggi su uno dei fattori di rischio affrontati: il
rischio biologico.
Si segnala che il rischio
biologico nelle scuole è di “natura prevalentemente infettiva (virus e
batteri), con modalità di esposizione in prevalenza per inalazione e per
contatto diretto (tra un individuo ed un altro) o indiretto (contatto con
superfici o oggetti contaminati)”.
Ad esempio “l’affollamento dei
locali, l’inadeguata ventilazione e l’insufficienza dei ricambi d’aria negli
ambienti rappresentano condizioni critiche, che incrementano la possibilità di
contatto con le potenziali sorgenti di rischio (persone affette da malattie
infettive o portatrici sane o asintomatiche) e impediscono la diluizione degli
inquinanti biologici negli ambienti. Il cattivo stato di manutenzione e di
pulizia dell’edificio, degli ambienti indoor, dei servizi igienici e degli
impianti sia di trattamento aria che idrosanitari può determinare condizioni
favorevoli allo sviluppo e all’accumulo di muffe, batteri ambientali (ad
esempio Legionelle) e acari della polvere”.
E il linea generale le
patologie prevalenti riscontrate tra la
popolazione scolastica “sono rappresentate da:
- malattie virali, con epidemie
stagionali di raffreddore, influenza, e altre malattie a trasmissione aerea
(morbillo, varicella, rosolia ecc.);
- parassitosi (ad esempio,
pediculosi, scabbia, ossiuri);
- patologie allergiche (allergie
da pollini, acari della polvere, muffe, ecc.)”.
Inoltre in asili nido e scuole
dell’infanzia possono insorgere anche patologie correlate all’assistenza ai
bambini e al contatto con secrezioni, feci ed urine infette.
Veniamo alla
prevenzione del rischio biologico.
Il documento sottolinea che “considerata
la natura prevalentemente infettiva del rischio
biologico, la sua prevenzione nelle scuole si fonda essenzialmente sul
rispetto delle norme di pulizia ed igiene sia personale che ambientale, con
l’adozione di regole comportamentali individuali e collettive (c.d. ‘precauzioni
universali’), a partire da un’adeguata ventilazione dei locali e dal lavaggio delle
mani; quest’ultimo rappresenta un’elementare ma efficacissima pratica e
misura di prevenzione del rischio biologico secondo le indicazioni date
dall’OMS”. Precauzioni universali che “debbono essere adottate
indipendentemente dall’insorgenza di casi di malattia nella scuola, in quanto
servono ad interrompere la catena del contagio che favorisce la trasmissione
interumana di un agente infettivo per via aerea, oro-fecale o ematica-sessuale.
Una regolare manutenzione dell’edificio e degli impianti consente, inoltre, di
controllare le condizioni ambientali che favoriscono la proliferazione
microbica. Per questo motivo dovranno essere adottate tutte le misure
comportamentali atte a ridurre l’accumulo di contaminanti di origine biologica
(polveri allergeniche, muffe e spore fungine ecc.), la cui presenza determina
condizioni favorevoli alla crescita microbica nell’indoor scolastico (umidità,
fonti di nutrimento, ecc.)”. Ed è dunque chiaro quanto sia rilevante il ruolo
dalla formazione su questi temi “nei confronti sia del personale scolastico
(docente e non) che di quello coinvolto nelle attività di pulizia, ristorazione
e manutenzione delle eventuali aree verdi esterne agli edifici scolastici”.
Nel documento vengono poi
riportate alcune “
misure preventive
particolari da adottare per la tutela della salute di tutta la popolazione
scolastica, con particolare riguardo a quella giovanile e infantile”:
- “gli studenti non devono
condividere oggetti che potrebbero trasmettere malattie (oggetti che sono stati
introdotti in bocca, bicchieri, cannucce, lattine, posate, matite, penne,
salviette, rossetti, burro di cacao, spazzolini da denti);
- gli studenti devono imparare a gestire le
loro necessità personali in caso di pronto soccorso (ad es. epistassi);
- gli studenti devono imparare a manipolare in
sicurezza gli oggetti taglienti, i rifiuti prodotti da altri ed eliminare
correttamente i rifiuti personali (salviette facciali, asciugamani sporchi,
utensili per mangiare, assorbenti, superfici contaminate da sangue);
- la trasmissione della pediculosi può essere
limitata tenendo cappotti e oggetti personali in stanzini/comparti individuali,
evitando di condividere cappelli, pettini ecc.;
- gli insegnanti, gli istruttori o allenatori
devono sempre mettere in pratica comportamenti corretti per la prevenzione del
contagio, essere addestrati al primo soccorso e all’emergenza e conoscere le
‘precauzioni universali’. Devono, inoltre, saper utilizzare i materiali
contenuti nel kit per le emergenze, messo a disposizione dalla scuola”.
Concludiamo ricordando che una
tabella riporta inoltre, senza pretesa di esaustività, alcune
possibili condizioni o fonti di rischio
biologico rinvenibili nelle scuole con i relativi interventi preventivi
adottabili. Ad esempio con riferimento a:
- affollamento dei locali
(segreterie, aule, servizi igienici, palestre ecc.);
- manutenzione carente e/o
malfunzionamento degli impianti (idrosanitari e HVAC, Heating, Ventilation, Air
Conditioning);
- polvere e particolato organico;
- uomo (personale scolastico
docente e non, bambini di asili nidi e scuole dell’infanzia);
- laboratorio di microbiologia;
- cattivo stato dell’edificio e
degli ambienti (materiali costruttivi, arredi, tendaggi, pavimenti, ecc.);
- spazi esterni;
- carenza di igiene nelle mense.
L’
indice del documento:
1. Introduzione
2. Aspetti legislativi e assicurativi
3. Gli Istituti di scuola superiore
4. Risultati dei monitoraggi
4.1 Qualità dell’aria
4.1.1 Rischio biologico
4.1.2 Rischio chimico
4.1.3 Rischio radon
4.1.4 Microclima
4.2 Ergonomia degli ambienti
4.2.1 Comfort microclimatico
4.2.2 Comfort acustico
4.2.3 Comfort degli arredi scolastici
5. Interventi di prevenzione
5.1 Prevenzione del rischio biologico
5.2 Prevenzione del rischio chimico
5.3 Prevenzione del rischio radon
5.4 Miglioramento del comfort microclimatico
5.5 Miglioramento del comfort acustico
5.6 Adeguamento degli arredi scolastici
6. Strutture e impianti
Schede illustrative
7. La valutazione degli studenti
Bibliografia
ALLEGATI
Allegato A: Procedura lavaggio mani
Allegato B: Tipologie di vestiario
Allegato C: Questionario per gli studenti
Allegato D: Risultati dei questionari: dettaglio delle
schede
INAIL - Consulenza Tecnica
Accertamento Rischi e Prevenzione, “ Sicurezza e Benessere nelle scuole. Indagine sulla qualità
dell’aria e sull’ergonomia”, a cura di Raffaella Giovinazzo, Emma
Incocciati, Francesco Nappi, Roberto Piccioni, Diego Rughi (Direzione Generale,
CONTARP), Silvia Amatucci, Federica Cipolloni (Consulenza Statistico
Attuariale) e Francesco De Matteis (formato PDF, 20.88 MB).
Tiziano Menduto
Segnala questa news ad un amico
Questa news è stata letta 1134 volte.
Pubblicità