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"L’ABC dello stress: cosa fare per aiutare l’azienda e i lavoratori?"
fonte www.puntosicuro.it / Salute
02/07/2015 - La
riduzione dei rischi psicosociali nelle
attività lavorative, la diminuzione dei fattori
di stress, “fanno bene” sia alle aziende che sviluppino una idonea politica
su queste tipologie di rischio, sia alla salute ed efficienza dei lavoratori.
Tuttavia al di là degli obblighi
giuridici, ci sono diverse cose che si possono fare in azienda e che fanno
parte delle “buone prassi gestionali” utili a mantenere “un buon ambiente i
lavoro da un punto di vista psicosociale”.
Cosa può fare dunque il datore di lavoro per aiutare l’azienda e i
lavoratori?
Per rispondere a questa domanda
torniamo a sfogliare la “ Guida
elettronica sulla gestione dello stress e dei rischi psicosociali”,
correlata alla campagna europea “ Ambienti di
lavoro sani e sicuri per la gestione dello stress” promossa dall’ Agenzia europea per la
sicurezza e la salute sul lavoro. Una guida che in questi mesi ci ha
permesso di comprendere meglio cosa significhi “ stress
lavoro correlato”, di riflettere sui principali fattori di rischio e sugli effetti
dello stress nell’azienda.
Una delle prime cose che è
necessario fare è sicuramente
aumentare
la sensibilizzazione su questi temi.
Infatti proprio perché “non tutti
hanno una buona comprensione di cosa siano i rischi psicosociali e perché
devono essere gestiti sul luogo di lavoro”, è importante iniziare con un’azione
di sensibilizzazione per far sì che tutti si impegnino a prevenire attivamente
e a gestire i rischi psicosociali nel luogo di lavoro.
Come sensibilizzare?
Se l'azienda “ha solo pochi
lavoratori, potrebbero non essere necessari incontri formali e documenti di
politica aziendale. Può essere comunque utile mettere le cose per iscritto, in
modo che a tutti sia chiaro cosa è stato discusso e concordato e, se
necessario, per mostrare agli altri ciò che è stato fatto”.
Sono individuati, a questo
proposito,
tre indicatori chiave:
- “assicurarsi che ci sia
un'intesa comune sullo stress;
- assicurarsi che tutte le
persone coinvolte si impegnino a gestire lo stress;
- sviluppare una politica sullo
stress e sensibilizzare i lavoratori al riguardo”.
Posto infatti che il termine
“stress” è ormai un termine comune, molti non ne hanno ancora compreso
veramente il significato. Ed è quindi “importante assicurarsi che vi sia un'
intesa comune sullo stress:
- “cos'è;
- quali sono i sintomi;
- quali sono gli effetti a lungo
termine sulla salute;
- cosa può causarlo;
- cosa possono fare
l'organizzazione e i singoli lavoratori per ridurlo.
Garantire questa comprensione
comune tra tutti i lavoratori fornirà una solida base per gestire lo stress sul
luogo di lavoro”.
Inoltre bisogna essere
chiari su alcuni principi:
- “i rischi psicosociali nel
luogo di lavoro possono essere altrettanto importanti quanto i pericoli fisici;
- i datori di lavoro hanno il
dovere di gestire tale rischio;
- lo stress fa male alla salute e
agli affari;
- tutti devono lavorare insieme
per fare qualcosa al riguardo”.
Si può sensibilizzare sul tema
dei rischi psicosociali diffondendo idonei messaggi nell’azienda, ad esempio
utilizzando “opuscoli, brevi corsi, colloqui informali” o semplicemente conversando
con i lavoratori.
E – sottolinea ancora la guida -
al di là della forma di sensibilizzazione scelta, è necessario che tutti
abbiano una chiara
comprensione di:
- “cos'è lo stress (e cosa non
è);
- quali sono le cause
riconosciute;
- quale sia il possibile effetto
sui lavoratori di eventi esterni al lavoro;
- l'importanza che riveste il
fatto che i lavoratori cerchino consigli sin dal principio”.
Ed una volta che sia stato messo
in atto “un
sistema per la segnalazione
dei problemi da stress, è importante incoraggiare i lavoratori ad attivare
le segnalazioni con riferimento a se stessi e agli altri. Ciò che è causa di
stress per un lavoratore non sarà necessariamente causa di stress per un altro.
È importante che a tutti sia chiaro che i lavoratori possono segnalare le
proprie preoccupazioni (e a chi le devono segnalare), con la sicurezza che
queste saranno ascoltate e affrontate (ove possibile). Oltre ad incoraggiare
informalmente i lavoratori a farlo, a volte può essere buona prassi domandare
loro se hanno preoccupazioni, magari durante conversazioni o colloqui più
formali. In alternativa si può scegliere di tenere brevi incontri durante i
quali la sensibilizzazione sullo stress potrebbe essere combinata con
l'ottenimento di feedback sui problemi”
Durante la fase di
sensibilizzazione, bisogna riuscire a
ottenere
l'impegno da parte di tutti per la gestione dello stress, in particolare da
parte degli imprenditori e dei dirigenti.
La guida indica che per garantire
questo impegno e per dimostrarlo a tutti i lavoratori, è importante:
- “riconoscere che i rischi
psicosociali possono influenzare la salute e la sicurezza dei lavoratori, e che
devono essere ridotti o gestiti;
- comprendere l'impatto che lo
stress e gli altri problemi di salute derivanti da tali rischi possono avere
sull'azienda. I sintomi
dello stress possono tradursi in un onere significativo per le piccole
imprese a causa della riduzione delle prestazioni, dell’aumento delle assenze e
degli incidenti e provocare l'abbandono dell'azienda da parte dei lavoratori
per motivi di salute o per insoddisfazione. In molti casi, le azioni che si
potevano intraprendere erano semplici buone prassi;
- comprendere i vantaggi per
l'azienda. L'adozione di misure per ridurre lo stress può portare significativi
vantaggi per l'azienda. A seconda della natura dell'attività, tali vantaggi
potrebbero includere migliori prestazioni, minor numero di assenze, maggiore
impegno e coinvolgimento dei lavoratori, miglioramento delle prestazioni di
sicurezza e minor numero di abbandoni del posto di lavoro da parte dei
lavoratori;
- per garantire l'impegno di
tutti i soggetti coinvolti (dirigenti, lavoratori, sindacati) e importante
dimostrare questo impegno attraverso una forte leadership, a partire da una
chiara politica in cui siano delineate le misure” da adottare.
Concludiamo questa prima fase
delle azioni da intraprendere per ridurre i rischi psicosociali, sottolineando
che è necessaria un’idonea
politica
aziendale.
Una politica, da far conoscere ai
lavoratori, che deve “delineare i passi che saranno compiuti e chiarire i ruoli
e le responsabilità” connesse con l'attuazione delle misure di prevenzione.
Probabilmente in un'azienda con
pochi lavoratori può non essere opportuno avere una politica scritta, ma è
importante che “tutto il personale attuale (e nuovo) sia consapevole di ciò che
è previsto” e un documento scritto potrebbe favorire questa consapevolezza.
La guida indica infine che nello
sviluppo di tale politica è importante assicurare:
- “che tutti i lavoratori (o,
nelle aziende più grandi, i loro rappresentanti) abbiano l'opportunità di essere
coinvolti nel corso dell'intero sviluppo della politica e nelle attività di
discussione e attuazione delle misure da adottare;
- che le misure da adottare siano
trasparenti e basate su fatti; le quattro misure descritte in questa guida
elettronica sono: sensibilizzazione, gestione dei rischi (valutazione e
adozione di misure preventive e correttive), promozione della salute per
migliorare la salute generale e costruire una resilienza personale;
- che i ruoli e le responsabilità
nell'ambito della politica, nonché le misure da adottare nell'attuarla, siano
chiari. Questo spesso include una descrizione del responsabile
dell'azienda/dirigenti, dei dirigenti di linea, dei lavoratori, di chi ricopre
responsabilità per la salute e la sicurezza, delle Risorse
umane (le quali potrebbero avere ulteriori responsabilità nell'attuazione
delle misure);
- disposizioni per il
monitoraggio e il riesame periodico sia dei possibili rischi di stress che
delle misure poste in essere per gestirli”.
RTM
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