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"Campi elettromagnetici: normativa ed effetti sull’uomo"
fonte www.puntosicuro.it / Campi elettromagnetici
06/07/2015 - A causa della mansione svolta o per gli ambienti in cui si trovano ad operare, molti lavoratori possono essere esposti a
campi elettromagnetici. E se durante l’attività sono superati specifici valori limite, i campi elettromagnetici possono
diventare un vero e proprio rischio per la loro salute. Ed infatti il
D.Lgs. 81/2008 (Capo IV, Titolo VIII) prevede l’adozione di misure di
prevenzione e protezione dei lavoratori dai danni fisici che dipendono
dall’
esposizione ai campi elettromagnetici (da 0 Hz a 300 GHz).
Tuttavia perché le misure di prevenzione e protezione siano
efficacemente attuabili è necessario conoscere il rischio, un rischio
che, a differenza di altri, può non essere facilmente percepibile senza
un’adeguata formazione e informazione.
Per questo motivo ci soffermiamo
oggi su un seminario divulgativo che è stato promosso da Assoservizi e
Unindustria Rimini, in collaborazione con Elettroprogetti, dal titolo “ Campi
elettromagnetici negli ambienti di lavoro” e che si è tenuto il 19 Maggio
2015 a Rimini.
Un seminario che ha permesso di
aumentare l’informazione di base sulle radiazioni ionizzanti e non ionizzanti,
sui campi
elettromagnetici (CEM), e sulle radiazioni ottiche artificiali (ROA) e
sulla normativa di tutela.
Ci soffermiamo oggi in
particolare sull’intervento “
Concetti
base sui campi elettromagnetici. Riferimenti normativi”, a cura dello Studio Tecnico
Elettroprogetti, che ricorda come le radiazioni elettromagnetiche siano
suddivise in due principali gruppi:
-
radiazioni ionizzanti (IR): dotate di elevato contenuto energetico,
in grado di rompere i legami atomici del corpo urtato e caricare elettricamente
atomi e molecole neutri ionizzandoli; comprendono raggi X, raggi gamma ed una
parte dei raggi ultravioletti;
-
radiazioni non ionizzanti
(NIR): che hanno un'energia associata non sufficiente ad indurre nella materia
il fenomeno della ionizzazione ovvero non possono dare luogo alla creazione di
atomi o molecole elettricamente cariche (ioni)”.
E dunque l'interazione con le NIR
non provoca un “danno direttamente sulla cellula”, ma porta a “modificazioni
termiche, meccaniche e bioelettriche”. Ed è importante ricordare che la frequenza
(o la corrispondente lunghezza d'onda) “è una delle principali caratteristiche
che definiscono un campo elettromagnetico (CEM). Campi a diversa frequenza
interagiscono con il corpo umano con modalità differenti”.
Si possono immaginare le
onde elettromagnetiche “come una serie
di onde regolari che viaggiano ad una velocità elevatissima: la velocità della
luce. La frequenza descrive semplicemente il numero di oscillazioni o cicli per
secondo, mentre il termine lunghezza d'onda descrive la distanza fra un'onda e
la successiva”.
Veniamo ai
campi elettrici che esistono “quando è presente una carica
elettrica positiva o negativa”.
Alcune indicazioni relative ai
campi elettrici:
- questi campi “esercitano delle
forze sulle altre cariche presenti all'interno del campo;
- l'intensità del campo elettrico
si misura in volt per metro (V/m);
- qualsiasi conduttore elettrico
in tensione produce un campo elettrico associato al terreno. Questo campo
esiste anche se nel conduttore non transita corrente;
- più alta è la tensione, più
intenso è il campo elettrico generato dal conduttore. Il campo elettrico è più
intenso in prossimità di un conduttore in tensione; l'intensità diminuisce
rapidamente allontanandosi da esso;
- materiali conduttori come i
metalli collegati a terra schermano efficacemente il campo elettrico. Altri
materiali, come le strutture edili, e gli alberi, hanno proprietà schermanti. Quindi,
i campi elettrici originati dagli elettrodotti all'interno delle case vengono
attenuati dalle pareti, dagli edifici adiacenti e dagli alberi;
- quando gli elettrodotti sono in
cavo interrato, i campi elettrici alla superficie del terreno sono
trascurabili”.
Qualche accenno ai
campi magnetici che sono generati dal
movimento delle cariche elettriche in un conduttore o solenoide (corrente
elettrica).
Alcune indicazioni:
- “l'intensità del campo
magnetico si misura in ampere per metro (A/m); di solito però, si
preferisce riferirsi ad una grandezza correlata, denominata densità di flusso
(misurata in tesla, micro.T o milli.T) o induzione magnetica (B);
- al contrario del campo
elettrico, un campo magnetico viene generato soltanto quando viene acceso un
apparecchio elettrico e quindi scorre della corrente. Più alta è la corrente,
maggiore risulta l'intensità del campo magnetico;
- i campi magnetici, come i campi
elettrici sono più intensi in prossimità della sorgente e diminuiscono
rapidamente all'aumentare della distanza da essa;
- i campi magnetici non sono
schermati dai materiali comuni, come le pareti degli edifici".
Ricordando che i campi magnetici
vengono generati solamente quando transita una corrente elettrica, “in questo
caso,
nell'ambiente coesistono campi
magnetici e campi elettrici. Più forte è la corrente, più intenso è il campo magnetico”. E le onde elettromagnetiche “sono
una forma di propagazione dell'energia nello spazio e, a differenza delle onde
meccaniche (es. onde onore) per le quali c'è bisogno di un mezzo, si possono
propagare anche nel vuoto”.
Si ricorda che “l'insieme di
tutte le possibili onde elettromagnetiche, al variare della frequenza, viene chiamato
spettro elettromagnetico”.
L’intervento si sofferma poi
sulla varie tecnologie e i vari apparecchi in relazione alla
frequenza, che può essere
estremamente bassa (ELF, hanno generalmente
frequenze fino a 300 Hz), che può essere una
frequenza intermedia (IF, tra 300 Hz 10 MHz) e poi ci sono i
campi a radiofrequenza (RF) con
frequenze da da 10 MHz a 300 GHz.
Ad esempio:
- “gli impianti che forniscono
energia elettrica agli apparecchi che usano l'elettricità sono sorgenti di
campi ELF:
- gli schermi dei computer, gli
impianti antifurto ed i sistemi di sicurezza sono le principali sorgenti dei
campi IF;
- la radio, la televisione, le
antenne radar e dei telefoni cellulari ed i forni a microonde sono le
principali sorgenti di campi RF”.
Vediamo come
interagisce il corpo umano con questi campi:
- i campi elettrici a bassa
frequenza interagiscono col corpo umano
nello stesso modo in cui interagiscono con qualsiasi materiale contenente
particelle cariche. I campi elettrici agiscono sui materiali conduttori
provocando una concentrazione di cariche elettriche alla loro superficie. Una
persona sottoposta ad un campo elettrico con tensione alternata è percorso da
una corrente elettrica”;
- i campi
magnetici a bassa frequenza inducono correnti che circolano all'interno del
corpo umano (induzione magnetica). L'intensità di queste correnti dipende
dall'intensità del campo magnetico. Se l'intensità è sufficientemente elevata,
queste correnti possono stimolare nervi e muscoli o influenzare altri processi
biologici”.
In definitiva i meccanismi di
interazione dei campi elettromagnetici accertati portano sostanzialmente a
due effetti fondamentali: “
induzione di correnti nei tessuti
elettricamente stimolabili e cessione di energia con rialzo termico. Tali
effetti sono definiti
effetti diretti
in quanto risultato di interazioni dirette con il corpo umano”. Con l'aumentare
della frequenza “diventa sempre più significativa la cessione di energia nei
tessuti attraverso il rapido movimento oscillatorio di ioni e molecole di
acqua, con lo sviluppo di calore e riscaldamento”.
Oltre agli effetti diretti,
esistono tuttavia anche
effetti indiretti.
Due sono “i meccanismi di accoppiamento
indiretto con i soggetti esposti:
-
correnti di contatto: che si manifestano quando il corpo umano
viene in contatto con un oggetto caricato elettricamente e possono indurre
effetti quali percezioni dolorose, contrazioni muscolari, ustioni;
-
accoppiamento del campo
elettromagnetico con dispositivi elettromedicali (compresi stimolatori
cardiaci) e altri dispositivi impiantati o portati dal soggetto esposto”.
E altri effetti indiretti
consistono “nel rischio propulsivo di oggetti ferromagnetici all'interno di
intensi campi magnetici statici; nell'innesco di elettrodetonatori e nel
rischio d'incendio di materiali infiammabili per scintille provocate dalla
presenza dei CEM nell'ambiente (DLgs.81/2008, art. 209,comma 4, lettera d)”.
In definitiva che effetti possono avere questi campi sull’uomo?
Il relatore indica che “se l'uomo
viene esposto a livelli di campo elettrico e magnetico (a bassa frequenza)
molto elevati in confronto a quelli che si possono riscontrare in ambiente di
vita, si possono manifestare effetti di disturbo sui ‘sistemi elettrici’ del
corpo umano, come il cuore. Problemi di questo tipo si possono riscontrare ad
esempio in certi ambienti di lavoro, dove i livelli di campo magnetico possono
raggiungere le centinaia di microTesla. Se invece si parla di esposizioni prolungate a bassi livelli di campo (come si
possono vivere in ambiente urbano e residenziale), gli effetti sopra descritti
non si manifestano, ma sono stati studiati altri possibili danni alla salute”.
Concludiamo questa breve rassegna
sul rischio CEM ricordando che ai fine della tutela della salute umana e della
tutela ambientale, sono stati fissati per i campi elettrici e magnetici a bassa
frequenza (con il DPCM dell’8 luglio 2003) i limiti di esposizione, valori di
attenzione e obiettivi di qualità.
E riguardo alla tutela della salute e sicurezza nei luoghi
di lavoro, la relazione fa riferimento al Decreto Legislativo 81/2008 che
contiene, al titolo VIII, specifiche norme di tutela della salute dei
lavoratori esposti agli agenti fisici.
Segnaliamo infine che con la
pubblicazione prima della direttiva 2012/11/UE e poi della direttiva
2013/35/UE del 26 giugno 2013 si sono modificati i termini
di entrata in vigore delle disposizioni relative al Titolo VIII (Agenti
Fisici), capo IV (Protezione dei lavoratori dai
rischi di esposizione a campi elettromagnetici) del D.Lgs. 81/2008.
In ogni caso – si sottolinea
nell’intervento – in attesa della riformulazione del Titolo VIII capo IV del
D.Lgvo 81/08, ai fini del recepimento della nuova direttiva “resta valido il
principio generale di cui all'art.28 del D.Lgvo. 81/2008 e relativamente agli
agenti fisici l'art.181,che impegna il datore di lavoro alla valutazione di
tutti i rischi per la salute e la sicurezza inclusi
quelli derivanti dalle
esposizioni a campi elettromagnetici,e all'attuazione delle appropriate misure
di tutela”.
“ Concetti base sui campi elettromagnetici. Riferimenti normativi”,
realizzazione a cura di Ing. Luciano Gaia, Per. Ind. Roberto Berardi, Ing.
Daniele Cenni (Studio tecnico Associato Elettroprogetti), intervento al
seminario “Campi elettromagnetici negli ambienti di lavoro” (formato PDF, 6.41
MB).
Tiziano Menduto
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