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"Identificare i pericoli e analizzare i rischi: HAZID e HAZOP"
fonte www.puntosicuro.it / Valutazione dei Rischi
30/07/2015 - Nei giorni scorsi, con riferimento agli interventi presentati al convegno SAFAP 2014
(Roma, ottobre 2014), ci siamo soffermati su un contributo che,
parlando del livello di integrità della sicurezza funzionale di macchine
e processi, riportava utili indicazioni anche sulle
metodologie per l'identificazione dei pericoli e l'analisi dei rischi con
particolare riferimento al sistema EUC, dove per EUC si intende
generalmente una parte di attrezzature, macchinari, impianto.
Torniamo oggi a parlarne, con particolare attenzione al metodo di analisi di pericolo e operabilità, cioè il metodo HAZOP (HAZard
and OPerability analysis), una tecnica di analisi molto utilizzata per
l'identificazione dei rischi potenziali connessi all'esercizio di un
impianto o di un'attività. Una tecnica che si basa su un esame delle
condizioni operative di funzionamento per identificare gli interventi di
modifiche strutturali e operative e prevenire e controllare le
conseguenze di eventuali malfunzionamenti.
Nell’intervento “
SIL, PL, EPL,
categorie ovvero il livello di integrità della sicurezza funzionale applicata
all'industria e al processo”, a cura di P. Corbo (SILEx Engineering S.r.l.)
e F.Olivieri (RINA Services S.p.A.), si presentano sia l’
Hazard Identification (HAZID) che la
Hazard Analysis & Operability (HAZOP).
In particolare l'
identificazione
del pericolo (
HAZID) “deve
essere eseguita per il sistema EUC e il suo sistema di controllo associato” e l'obiettivo
della fase HAZID è quello di identificare il potenziale pericolo intrinseco
nella EUC, senza l'implementazione delle funzione
legate alla sicurezza. Il risultato ottenuto dalla HAZID deve essere
sufficientemente dettagliato in modo da consentire l'identificazione di
potenziali deviazioni dai requisiti relativi al minimo SIL” (Safety Integrity
Level) richiesto”.
Tali operazioni di identificazioni del pericolo (HAZID) devono essere
effettuate “con tutte le opportune considerazioni e approfondimenti riguardanti
temi e casi di funzionamento e operatività come: le proprietà e lo stato fisico
delle parti operate dalla macchina o dal processo; le procedure operative e di
manutenzione; le varie e diverse operazioni e modalità operative concernenti l'EUC
come avvio, arresto, marcia, manutenzione ordinaria, straordinaria; tutti i
rischi derivanti dall' intervento umano; la novità e la complessità dell'impianto
in esame; la presenza o la necessità di presenza di funzioni di protezione
speciali funzionali ai pericoli individuati”. E per ridurre la possibilità di
omettere l'identificazione di eventuali pericoli durante l'esame della EUC,
“l'identificazione del pericolo deve essere eseguita da un team
multidisciplinare che copra tutte le pertinenti discipline ingegneristiche,
nonché sia dotato di adeguata autonomia operativa ed esperienza nei settori di
installazione, funzionamento di macchina, manutenzione, dismissione”.
Riguardo al tema delle
metodologie
per l'identificazione dei pericoli e l'analisi dei rischi, gli autori
consigliano di consultare:
- la
norma ISO 17776 "
Orientamenti in materia di strumenti e
tecniche per l'identificazione e valutazione degli eventi pericolosi":
riguardo all’ambito petrolchimico affronta temi come i rischi e concetti di
valutazione dei rischi, i metodi per l'identificazione dei pericoli e la
valutazione dei rischi, la scelta dei metodi, ...;
- la
norma ISO 12100 "
Sicurezza del macchinario - Principi
generali di progettazione - Valutazione del rischio e riduzione del rischio"
che include argomenti in ambito sicurezza macchine. Nella norma “sono indicate
procedure per identificare i pericoli e stimare e valutare i rischi durante le
fasi pertinenti del ciclo di vita
della macchina e per eliminare i pericoli o arrivare a ridurre
sufficientemente i rischi. Sono fornite linee di orientamento sulla
documentazione e la verifica del processo di valutazione del rischio e di
riduzione del rischio”.
Veniamo ora alla
Hazard Analysis
& Operability (HAZOP), una tecnica strutturata e sistematica per
l'analisi di sistema e la gestione dei rischi.
Gli autori ricordano che la tecnica HAZOP viene spesso utilizzata “come
tecnica per identificare potenziali pericoli in un sistema e identificare i
problemi di operabilità che possono portare a condizioni di funzionamento non
conformi e pericolose”.
Come ricordato anche nella pubblicazione Inail “ Gestire la sicurezza negli stabilimenti
industriali”, curata dall’ingegner Paolo Pittiglio e
dal dott. Paolo Bragatto, il metodo HAZOP è in realtà uno dei metodi più
adottati per identificare i rischi in un impianto. È un metodo che consente di
“rivedere in modo sistematico il processo e le operazioni al fine di
identificare le potenziali deviazioni rispetto all’intento progettuale,
esaminando le loro possibili cause e valutando le conseguenze”. E l’
analisi HAZOP – “condotta da un gruppo
di specialisti nelle diverse discipline” - prevede in particolare una
“suddivisione logica dell’impianto che sia caratterizzata da un intento
progettuale, per esempio una linea di processo”. Le potenziali deviazioni “sono
individuate considerando i parametri caratteristici del componente che si sta
esaminando, per esempio temperatura, pressione, livello, combinati con le
parole guida, cioè termini predefiniti”.
Tornando all’intervento al convegno SAFAP, gli autori indicano, come
accennato nel volume Inail, che il metodo HAZOP è basato su una teoria che “presuppone
che gli eventi di rischio sono
causati
da deviazioni dalla progettazione o dalle normali condizioni operative”. E
l'identificazione di queste deviazioni è “facilitata utilizzando insiemi di
‘parole guida’ che identificano un elenco sistematico di probabili deviazioni”.
E in relazione al sistema EUC, anche in questo caso per ridurre la
possibilità di omettere l'identificazione di eventuali pericoli durante l'esame
della EUC, “l'identificazione delle deviazioni deve essere eseguita da un team
multidisciplinare che copra tutte le pertinenti discipline ingegneristiche,
nonché sia dotato di adeguata autonomia operativa ed esperienza nei settori di
installazione, funzionamento
di macchina, manutenzione, dismissione”.
L’intervento si sofferma poi sul modello di analisi descritto nella
norma IEC 61882 "
Hazard e Operability (HAZOP Study) - guida
all'applicazione".
Nella norma, che ha lo scopo di descrivere i principi e le procedure di
Hazard e Operability, HAZOP è descritto come una “tecnica strutturata e
sistematica per l'esame di un sistema definito, con l'obiettivo di identificare
potenziali rischi nel sistema. I pericoli in esame possono includere sia quelli
rilevanti solo per l'area adiacente al sistema sia quelli con una più ampia
sfera di influenza, ad esempio alcuni rischi ambientali”.
La norma delinea inoltre le “procedure di esecuzione HAZOP individuando
i potenziali problemi di interoperabilità con il sistema e, in particolare,
individuando le cause dei malfunzionamenti operativi e le deviazioni di
produzione che possono portare a prodotti non conformi”.
Nella introduzione della norma IEC 61882 si indica inoltre che un
importante vantaggio degli studi HAZOP è che la conoscenza che essi apportano
all’identificazione dei rischi, si rivela molto utile per determinare le misure
da prendere.
Si indica poi che ci sono diversi strumenti e tecniche correlate al
metodo HAZOP, ad esempio l’utilizzo di checklist o tecniche come l’analisi per simulazione
(What-If), un’analisi preliminare di problemi già noti, per trovarne di
nuovi. Strumenti che possono essere
utilizzati nelle prime fasi del ciclo di vita di un sistema o in una fase
successiva se è richiesta un'analisi meno dettagliata. I veri e propri studi
HAZOP richiedono invece maggiori dettagli sul sistema considerato, ma
forniscono comunque informazioni più complete sui pericoli e gli errori nella
progettazione del sistema.
Concludiamo sottolineando che le
analisi di rischio ed operatività sono dunque studi di gruppo che consentono
un esame sistematico e critico di un
sistema/impianto e permettono l'individuazione e la valutazione di possibili
rischi e malfunzionamenti di singole parti dell'impianto e le conseguenze per
l'intero sistema.
“ SIL, PL, EPL, categorie ovvero il livello di integrità della
sicurezza funzionale applicata all'industria e al processo”, a cura di P.
Corbo (SILEx Engineering S.r.l.) e F.Olivieri (RINA Services S.p.A.),
intervento al convegno SAFAP 2014 (formato PDF, 28.36 MB).
Dipartimento Installazioni di
Produzione e Insediamenti Antropici (DIPIA) dell’INAIL , “ Gestire la sicurezza negli stabilimenti industriali”, a cura
dell’ingegner Paolo Pittiglio e del dott. Paolo Bragatto (formato PDF, 7.01
MB).
RTM
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