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"Commissione consultiva e organismi paritetici: una proposta comune"
fonte www.puntosicuro.it / Formazione ed informazione
03/09/2015 - Con un’inusuale, ma per questo ancora più importante,
collaborazione tra associazioni di rappresentanza del mondo del lavoro e delle imprese (spesso su posizioni opposte in molte tematiche legate alla salute e sicurezza), sono stati pubblicati due
avvisi comuni, firmati da Cgil, Cisl, Uil e Confindustria. Due avvisi comuni per riuscire ad essere ascoltati dal Governo su due temi: la
composizione della Commissione Consultiva e la costituzione di un repertorio ufficiale nazionale che favorisca il
riconoscimento degli organismi paritetici.
Il
primo avviso riguarda dunque il numero dei componenti della
Commissione consultiva permanente per la
salute e sicurezza sul lavoro e i decreti “attuativi” della delega
contenuta nel “ Jobs
Act”.
Infatti nello “ Schema
di decreto legislativo recante disposizioni di razionalizzazione e
semplificazione delle procedure e degli adempimenti a carico di cittadini e
imprese e altre disposizioni in materia di rapporto di lavoro e pari opportunità,
in attuazione della legge 10 dicembre 2014, n. 183” - approvato in via
preliminare, ma non ancora in via definitiva, nel Consiglio dei ministri
dell’11 giugno – il
comma 1, lett. c) dell’articolo 20 modificherebbe l'articolo 6 del D.Lgs.
81/2008 relativo alla
Commissione consultiva permanente
. Secondo quanto
indicato nella “relazione illustrativa” ufficiale dello schema di decreto, sin
dal suo insediamento, la Commissione avrebbe “dimostrato di non riuscire, a
causa della sua composizione pletorica, ad assicurare il raggiungimento delle
finalità per le quali è stata costituita. Pertanto, è stata prevista una
riduzione dei suoi componenti, una nuova procedura di ricostituzione ed un
aggiornamento delle funzioni ad essa istituzionalmente attribuite”.
Come si legge nel documento “
Avviso Comune riferito al Provvedimento
attuativo della Legge 10.12.2014 n.183 approvato dal Consiglio dei Ministri
nella seduta dell'11.06.2015” la posizione delle parti sociali più
rappresentative in Italia è in realtà ben diversa.
Ed è facile comprenderlo già da
una dichiarazione di
Sebastiano Calleri,
responsabile Cgil nazionale in materia di salute e sicurezza nei luoghi di
lavoro: l’avviso comune è una ‘
mozione
forte contro il tentativo di delegittimazione della Commissione permanente, di
contrasto alla volontà di ridurre il ruolo e il peso delle rappresentanze
sociali nel più importante organismo nazionale che si occupa di salute e
sicurezza’.
In particolare l’avviso, dopo
aver ricordato che la partecipazione alle riunioni della Commissione ex art. 6
del TU è a titolo totalmente gratuito, sottolinea che “il problema sorge in
merito al numero differente dei membri previsto per la componente Stato/regioni
(diciassette componenti) e per le rispettive componenti delle Parti Sociali
(associazioni datoriali e organizzazioni sindacali) ridotto a sei per ciascuna.
La rideterminazione del numero della componente pubblica e la riduzione del
numero dei componenti delle Parti sociali genera un evidente ed improprio
squilibrio nella governance decisionale della Commissione ed il venir meno di
una condizione di "tripartitismo perfetto" (pari peso per ciascuna
componente), elemento cardine del modello di prevenzione introdotto dalla
legislazione europea con la direttiva quadro 89/391, recepito dalla normativa
italiana”. Viene dunque richiesto che tale modifica del D.Lgs. 81/2008 venga
rimossa dal decreto che sarà approvato definitivamente dal Consiglio dei
Ministri (il Consiglio dovrebbe riunirsi nuovamente venerdì 4 settembre).
Il
secondo avviso entra in un annosa e spinosa questione a cui sono
stati dedicati miriadi di chiarimenti, non ultima la Nota
ministeriale n. 12319 del 29 luglio 2015.
Una questione rilevante e urgente
perché, come ricorda ancora il responsabile Cgil, ‘
abbiamo assistito in questi anni ad un proliferare di Enti e
organismi assolutamente impropri (a dir poco) e che, approfittando di una
legislazione aperta e troppo poco chiara, ha drenato risorse inutili alle
imprese ed al sistema economico complessivo’. Ed è dunque
ora di fare chiarezza, modificando le norme
eventualmente non funzionali ed
istituendo un repertorio o elenco degli Organismi accreditati presso il
Ministero, che deve fare da garante che essi siano reali enti che operano nei
vari settori, essendo le parti istitutive firmatarie dei CCNL’.
Ed infatti nel documento “
Avviso Comune recante indicazioni per il
riconoscimento degli organismi paritetici, ai sensi dell’art.2, comma 1,
lett.ee del del d.lgs. 9 aprile 2008, n. 81, e per l'attuazione di un
repertorio ufficiale di livello nazionale ai fini della regolarità di funzione”,
firmato da Confindustria, Cgil, Cisl e Uil, si indica che è urgente
formalizzare, in un testo legislativo, i criteri vincolanti per
l’identificazione degli organismi
paritetici, giungendo anche alla “costituzione di un
repertorio ufficiale di tali organismi, istituito, regolato e implementato
dal Ministero del lavoro e della politiche sociali”.
A tale fine i firmatari concordano
che i
criteri vincolanti per
l’identificazione degli organismi paritetici e per il loro inserimento nel
repertorio ufficiale, a seguito di specifica istruttoria per la verifica del
possesso di tali requisiti, siano i seguenti :
- “essere costituito ad
iniziativa di una o più associazioni datoriali e sindacali tutte comparativamente
più rappresentative a livello nazionale oppure essere costituito tra associazioni
datoriali e sindacali nazionali, territoriali o di settore firmatarie, purché
non per mera adesione, di un contratto collettivo nazionale di lavoro aderenti
alle organizzazioni comparativamente più rappresentative;
- essere prima istanza di
riferimento in merito ai compiti previsti dall’art. 2, comma 1, lett. ee), ivi
comprese le controversie sorte sull’applicazione dei diritti di rappresentanza,
informazione e formazione;
- svolgere nei confronti degli
RLS e RLST, funzioni di supporto per l’esercizio delle loro attività,
nell’ambito del settore e del territorio di riferimento;
- svolgere attività di supporto
alle imprese e ai lavoratori in materia di salute e sicurezza sul lavoro per le
aziende e nel settore in cui opera l'azienda;
- in caso di svolgimento delle
attività di cui all’art.51, comma 3-bis del d.lgs. 9 aprile 2008, n. 81,
disporre di commissioni paritetiche tecnicamente competenti”.
Ed infine i firmatari demandano
allo stesso Ministero del lavoro e delle politiche sociali “le modalità attraverso
le quali svolgere l’istruttoria per poter verificare il possesso dei requisiti
da parte degli organismi
paritetici richiedenti l’inserimento nel repertorio nazionale”.
Confindustria, Cgil, Cisl e Uil,
“ Avviso Comune riferito al Provvedimento attuativo della Legge
10.12.2014 n.183 approvato dal Consiglio dei Ministri nella seduta
dell'11.06.2015” (formato PDF, 193 kB).
Confindustria, Cgil, Cisl e Uil,
“ Avviso Comune recante indicazioni per il riconoscimento degli
organismi paritetici, ai sensi dell’art.2, comma 1, lett.ee del del d.lgs. 9
aprile 2008, n. 81, e per l'attuazione di un repertorio ufficiale di livello
nazionale ai fini della regolarità di funzione” (formato PDF, 202 kB).
Tiziano Menduto
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