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"Rischio incendio: le scariche atmosferiche e gli impianti fotovoltaici"
fonte www.puntosicuro.it / Rischio incendio
07/09/2015 - Raramente il tema degli incendi e delle esplosioni in ambito lavorativo è affrontato in relazione alla
protezione dei fulmini e agli
impianti fotovoltaici.
Per colmare questa lacuna ci soffermiamo oggi su un documento
correlato al corso “Scienza e tecnica della prevenzione incendi” del
Dipartimento di Ingegneria Civile e Industriale dell' Università di Pisa,
un documento che affronta vari temi relativi agli impianti elettrici –
riferimenti normativi, caratteristiche degli impianti, elettrocuzione,
normativa Atex e atmosfere esplosive – ma che riporta diverse
informazioni anche sulle problematiche correlate alle scariche atmosferiche e agli impianti elettrici con moduli fotovoltaici.
Il documento, dal titolo “
Gli impianti elettrici come cause di
incendi e di esplosioni” e a cura di dell’Ing. Mauro Marchini, ricorda che l’Art. 84 (Protezione dai fulmini)
del D.Lgs 81/2008 recita: ‘
il datore di
lavoro provvede affinché gli edifici, gli impianti, le strutture, le
attrezzature, siano protetti dagli effetti dei fulmini secondo le norme
tecniche’ (norme CEI, ad esempio CEI EN 62305-1, CEI EN 62305-2, CEI EN 62305-3 e CEI EN
62305-4). E pertanto “nella valutazione dei rischi di cui agli articoli 28-29
deve essere compreso anche il
rischio
Scariche Atmosferiche per tutte la strutture di cui all’art. 84 del D.Lgs.
81/2008.
Dopo aver riportato termini, definizioni
e acronimi riguardo alla protezione
contro i fulmini e agli impianti di protezione, il documento si sofferma ad
esempio:
- sul
progetto di un LPS (Lightning
Protection System – impianto completo usato per ridurre il danno materiale
dovuto alla fulminazione diretta della struttura; è costituito da un impianto
di protezione esterno e da un impianto di protezione interno). L’LPS esterno ha
la funzione di “intercettare i fulmini sulla struttura compresi quelli sulle
facciate laterali, e di condurre la corrente di fulmine dal punto di impatto a
terra. Ha inoltre la funzione di disperdere la corrente nel terreno senza che
si verifichino danni termici o meccanici e scariche pericolose in quanto queste
sono in grado di innescare incendi ed esplosioni”;
- sul
progetto di un LMPS (Lightning Protection Measures System - sistema
completo di misure per la protezione degli impianti interni contro il LEMP), dove
il LEMP è il
Lightning Electro Magnetic
Pulse, l’impulso legato al campo magnetico generato dal fulmine.
Rimandando ad una lettura
completa del documento, veniamo agli
impianti
fotovoltaici.
Rispetto ad un normale impianto
elettrico l’impianto fotovoltaico (FV) presenta le seguenti
differenze:
- “rientra nel campo del D.M. 37/08
se: di potenza inferiore a 20 kW; fa parte di un impianto utilizzatore; è posto
su un edificio oppure sul terreno di pertinenza di un edificio; è un impianto
di autoproduzione, cioè l’utente consuma in parte o in toto l’energia prodotta;
- è in corrente continua e spesso la sua
tensione nominale è di 600 V o maggiore;
- di giorno il generatore è
sempre in tensione”.
I
principali rischi di questi impianti sono:
- “l’elettrocuzione;
- la fulminazione diretta;
- gli incendi che sempre più
spesso coinvolgono i tetti e spesso anche gli edifici sui quali sono installati”.
Riguardo all’
elettrocuzione:
- la messa a terra del sistema
fotovoltaico influisce sul funzionamento del generatore e sulla sicurezza
delle persone;
- in caso di un guasto a terra
nel campo fotovoltaico: se il sistema elettrico è messo a terra in un punto, la
parte del generatore compresa tra i due punti a terra viene cortocircuitata; se
il sistema elettrico è isolato da terra, un primo guasto a terra non determina
una corrente apprezzabile, ma se il guasto permane e sopravviene un secondo
guasto a terra si ricade nel caso precedente;
- il sistema elettrico isolato da
terra è comunque riferito a terra tramite la resistenza di isolamento verso
terra. Una persona in contatto con un polo del sistema elettrico isolato da
terra, direttamente o tramite una massa, è attraversata da una corrente
continua;
- tale corrente aumenta: con la
tensione nominale (verso terra) del sistema elettrico; con l’estensione del
sistema elettrico poiché diminuisce la resistenza di isolamento verso terra”.
Riguardo alla
protezione contro i fulmini si osserva che:
- “la presenza di parti
metalliche sul tetto non aumenta la probabilità
di fulminazione della struttura, a meno che tali parti non aumentino in
modo significativo l’altezza dell’edificio;
- un impianto elettrico
all’interno di un edificio in muratura è esposto agli effetti del fulmine
(LEMP) come un impianto situato all’esterno;
- i danni che un fulmine può
provocare sono essenzialmente dovuti a tre cause: tensioni di contatto e di
passo pericolose: morte di persone e/o di animali; scariche pericolose: danni
fisici (incendi, esplosioni,…); sovratensioni: danni ad apparecchiature
elettriche ed elettroniche”.
Il documento riporta esempi e
dettagli sulla eventuale fulminazione diretta di un impianto FV su di un
edificio o sulla fulminazione indiretta.
Veniamo alla
protezione contro gli incendi.
Il documento indica che ai fini
della prevenzione incendi l’impianto fotovoltaico:
- “non deve costituire causa
primaria di incendio o di esplosione;
- non deve fornire alimento o via
privilegiata di propagazione degli incendi;
- deve essere previsto un
dispositivo di sezionamento sotto carico azionabile da comando remoto;
- in presenza di atmosfere
esplosive la parte di impianto in c.c., compreso l’inverter, deve essere
ubicato all’esterno delle zone classificate;
- i componenti degli impianti FV
non devono essere installati in ‘luoghi sicuri’ né essere di intralcio alle vie
di esodo;
- deve essere prevista
cartellonistica indicante ‘attenzione impianto FV in tensione durante le ore
diurne’;
- l’ubicazione dei moduli FV deve
consentire il corretto funzionamento di eventuali EFC (distanza > 1 m);
- non deve propagare un incendio
dal generatore fotovoltaico (pannelli) all’edificio nel quale è incorporato;
- gli elementi di copertura o di
facciata sui quali i pannelli FV sono installati devono essere incombustibili: Classe
0 secondo DM 26.06.1984; Classe A1 secondo DM 10.03.2005;
- è possibile l’interposizione
tra i pannelli FV e la superficie di appoggio di un strato di materiale avente
le caratteristiche del punto precedente;
- in alternativa potrà essere
effettuata una specifica valutazione del rischio di propagazione dell’incendio,
tenendo conto della classe di resistenza agli incendi esterni dei tetti e delle
coperture dei tetti (secondo UNI EN 13501 – 5:2009 Classificazione al fuoco dei
prodotti e degli elementi di costruzione – Parte 5: classificazione in base ai
risultati delle prove di esposizione dei tetti a un fuoco esterno secondo UNI
ENV 1187:2007) e della classe di reazione al fuoco del modulo fotovoltaico
attestata secondo le procedure di cui all’art.2 del DM 10 marzo 2005 relativo a
Classi di reazione al Fuoco per i prodotti da costruzione da impiegarsi nelle
opere nelle quali è prescritto il requisito della sicurezza in caso d’incendio”.
Segnaliamo che riguardo alla
sicurezza antincendio e agli impianti fotovoltaici è stata pubblicata il 28
ottobre 2014 la Nota n.
12678 del Ministero dell’Interno - Dipartimento dei Vigili del Fuoco.
Concludiamo ricordando che il documento
si sofferma anche su altri aspetti degli impianti fotovoltaici e riporta indicazioni
anche su impianti speciali (alimentazione di emergenza, alimentazione di sicurezza, alimentazione di
riserva, ...).
“ Gli impianti elettrici come cause di incendi e di esplosioni”,
a cura di dell’Ing. Mauro Marchini, documento correlato al corso “Scienza e
tecnica della prevenzione incendi” del Dipartimento di Ingegneria Civile e
Industriale dell'Università di Pisa (formato PDF, 5.74 MB).
RTM
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