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"Imparare dagli errori: incidenti nell’uso di miscelatori per betoncini"
fonte www.puntosicuro.it / Sicurezza Macchine ed Attrezzature
17/09/2015 - Il
calcestruzzo
- uno dei materiali da costruzione più diffusi - è formato dall'unione di un
legante (il cemento) con elementi lapidei (sabbia, ghiaia, pietrisco). Questi vengono
amalgamati con acqua fino a formare una pasta che verrà poi plasmata a seconda
delle esigenze di lavoro. E nella miscelazione di questi componenti ci possono
essere alcuni rischi per i lavoratori.
Ci soffermiamo oggi proprio sui
rischi e sugli incidenti nella
miscelazione
di betoncini – il betoncino è un calcestruzzo
in cui la dimensione degli inerti non supera una certa soglia – attraverso una
scheda pubblicata da Suva, istituto
svizzero per l'assicurazione e la prevenzione degli infortuni, e correlata alla
campagna elvetica “ Visione 250 vite”.
La scheda è relativa al caso di una
“
Mano amputata da un miscelatore per
betoncini” e riporta la dinamiche, le riflessioni sulle cause
dell’incidente e le “
regole vitali”
da seguire in futuro per evitarlo. Riflessioni e regole che, malgrado le
differenze della legislazione elvetica, ci possono aiutare a prevenire errori e
carenze nei luoghi di lavoro del nostro paese.
Il caso
La vittima dell’infortunio è un muratore
qualificato che da due anni lavora per un’azienda specializzata nella posa di
betoncini e che è addetto all’uso del
miscelatore
per betoncini.
Su un cantiere “si stanno posando
dei betoncini”. Dopo aver estratto tutta la malta, il lavoratore “decide di
pulire la vasca di miscelazione. Dato che il motore della macchina è ancora
acceso, disattiva la rotazione dell’albero miscelatore con un interruttore a
levetta posizionato sul supporto della macchina”. Apre poi la vasca di
miscelazione “per introdurre il tubo dell’acqua. Mentre sta trafficando
all’interno della vasca, il tubo flessibile entra in contatto con la levetta,
attivando in questo modo l’interruttore. Le pale si rimettono a girare e gli
amputano una mano”.
Perché l’incidente è avvenuto?
Queste le indicazioni riportate
nel documento di Suva:
- “il motore del miscelatore è
ancora acceso” quando il lavoratore “decide di lavare la vasca. L’interruttore
a levetta arresta solo la rotazione dell’albero del miscelatore. Avrebbe dovuto
iniziare a pulire la macchina solo dopo averla disattivata completamente;
- non solo la macchina doveva
essere spenta, ma anche messa in sicurezza per evitare il riavvio accidentale.
L’interruttore a levetta, preposto all’arresto delle pale di miscelazione, non
può essere bloccato. Non faceva parte dei componenti originali della macchina,
ma è stato installato a posteriori. In altre parole, la macchina non era nelle
condizioni di sicurezza e di conformità come indicato dal fabbricante”;
- “su questa macchina, in
condizioni normali, l’imbocco è protetto da una griglia dotata di un
dispositivo di blocco. Aprendo questa griglia il motore si sarebbe dovuto
arrestare. Purtroppo la griglia era stata rimossa e il suo dispositivo di
sicurezza manomesso con una vite. Questa manipolazione è una grave
violazione alle norme di sicurezza”. Se non si fosse agito in questo modo, il
lavoratore non avrebbe perso la mano”.
Dunque riassumendo:
- quando il lavoratore inizia a
pulire la macchina, “il miscelatore non era completamente disattivato e messo
in sicurezza contro il riavvio accidentale. Solo la rotazione dell’albero era
stata interrotta con un interruttore improvvisato e non lucchettabile;
- la griglia di protezione, con
dispositivo di blocco, necessaria all’imbocco della vasca era stata rimossa, il
suo dispositivo di sicurezza manipolato con una vite;
- l’albero di miscelazione è
stato rimesso in moto accidentalmente dal tubo dell’acqua che ha toccato
l’interruttore a levetta”.
Prevenzione
Per dare qualche suggerimento
ulteriore per la prevenzione di questa tipologia di incidenti, la scheda di
Suva ripropone, come aveva fatto per una precedente scheda sulla manutenzione
di una locomotiva, le “
Otto regole
vitali per i manutentori di macchine e impianti”:
1. Pianificazione accurata dei
lavori;
2. No alle improvvisazioni;
3. Disattivare e mettere in
sicurezza l’impianto;
4. Rendere innocue le energie residue;
5. Evitare i rischi di caduta
dall’alto;
6. Solo professionisti per i
lavori elettrici;
7. Evitare incendi ed esplosioni;
8. Aria pulita negli spazi
ristretti;
Al di là della sottolineatura che
viene fatta dell’importanza di non manipolare
i dispositivi di protezione, nella scheda si indica che la principale
regola non rispettata, nell’incidente appena descritto, è quella relativa al
disinserimento e messa in sicurezza
dell’impianto.
E si specifica che per quanto
riguarda il rispetto delle regole deve essere in vigore il “principio della
tolleranza zero”: “in caso di mancato rispetto di una regola bisogna dire STOP,
sospendere i lavori, eliminare il pericolo e solo dopo riprendere i lavori”.
Ci soffermiamo dunque sulla
terza regola del documento per la
prevenzione degli infortuni nella manutenzione
di macchine e impianti: “
prima di
iniziare i lavori disinseriamo l’impianto e lo mettiamo in sicurezza”.
Queste le
indicazioni per i lavoratori e i superiori:
-
Lavoratore: “prima di lavorare sull’impianto, interrompo tutte le
fonti di energia e i flussi di materiali. Metto in sicurezza l’impianto con il
mio lucchetto personale”;
-
Superiore: “verifico che siano presenti tutti i dispositivi di
isolamento e che siano stati utilizzati in modo conforme alle regole”.
Il documento sottolinea
inoltre che nel caso degli impianti che
non sono stati disinseriti in condizioni di sicurezza “si corre il rischio che
l’impianto o parti di esso possa mettersi in moto accidentalmente. C’è un forte
pericolo che i lavoratori siano trascinati, schiacciati o investiti dalla
proiezione o dell’emissione di sostanze nocive”.
È dunque necessario formare e
addestrare il personale perché rispettino alcuni principi di sicurezza
generali per la manutenzione di macchine e impianti.
Ad esempio è necessario “
impedire l’avviamento accidentale
dell’impianto:
- disinserire correttamente
l’impianto e metterlo in condizioni di sicurezza;
- mettere in sicurezza il
dispositivo di isolamento con il lucchetto personale e conservare la chiave;
- verificare la spia di
segnalazione (se presente). Questa deve illuminarsi ad impianto disattivato;
- chi opera sull’impianto deve
avere il proprio lucchetto personale” (nel documento sono riportate diverse
immagini di possibilità di chiusura);
- prima di iniziare i lavori
verificare se la parte interessata dell’impianto non può essere riattivata”.
Inoltre il personale deve:
- “
impedire la fuoriuscita di materiale: impedire la fuoriuscita di
sostanze (ad es. vapori o acidi) da valvole diritte, rubinetti a sfere, valvole
a farfalla; mettere in sicurezza la chiusura con il lucchetto personale”;
-
segnalare i blocchi: ad esempio è importante “indicare le
informazioni importanti (ad es. chi è responsabile, scopo e durata del blocco)
su un cartello” e “la scritta sul cartello deve essere indelebile (protetta
dagli agenti esterni) e facilmente leggibile”. È utile poi collocare in un
punto visibile gli eventuali permessi necessari che devono essere visionati e
convalidati dai superiori.
E infine si ricorda ai superiori
che è importante “discutere con il personale della situazione in azienda”, “dire
a chi devono rivolgersi i dipendenti in caso di dubbio” e mettere in chiaro che
si vigila sul rispetto delle regole.
N.B.: Gli eventuali riferimenti legislativi contenuti nei documenti
dell’istituto riguardano la realtà svizzera, i suggerimenti indicati sono
comunque utili per tutti i lavoratori.
Suva, “ Mano amputata da un miscelatore per betoncini”, dinamica di
un incidente correlata alla campagna elvetica “Visione 250 vite” (formato PDF, 834 kB).
Suva, “ Otto regole vitali per i manutentori di macchine e impianti.
Vademecum” (formato PDF, 1.09 MB).
Tiziano Menduto
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