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"Caduta dall’alto: i requisiti dei sistemi di protezione individuale"
fonte www.puntosicuro.it / D.P.I.
02/10/2015 - Poiché le
cadute dall’alto continuano ad essere una
delle principali cause di infortuni mortali in Italia – rappresentano
all’incirca un terzo degli infortuni mortali sui luoghi di lavoro registrati dal Sistema di sorveglianza Infor.MO. – ci soffermiamo oggi sulla prevenzione delle cadute nel comparto costruzioni attraverso un intervento al convegno “ Ancoraggi e sistemi di protezione individuale nei lavori di copertura” che si è tenuto a Bologna il 23 ottobre 2014 durante la manifestazione Ambiente Lavoro abbinata al Saie.
Nell’intervento “
Requisiti dei sistemi di protezione
individuale contro le cadute dall’alto”, a cura dell’Ing. Francesca Maria
Fabiani (INAIL - Dipartimento Innovazioni tecnologiche e sicurezza degli
impianti, Prodotti ed insediamenti antropici, Laboratorio cantieri temporanei o
mobili), viene data risposta innanzitutto ad alcune domande preliminari.
Cos’è un sistema di protezione individuale contro le cadute dall’alto?
Si indica che è un “insieme di
componenti assemblati comprendente un dispositivo di presa del corpo e un
sistema di collegamento, raccordabile al sistema
di ancoraggio”.
E a cosa serve un sistema di protezione individuale contro le cadute
dall’alto?
Questo sistema è destinato “a eliminare
o a ridurre il rischio di caduta dall’alto:
- eliminazione per il lavoratore
che lo indossi della possibilità di cadere dall’alto;
- se ciò non è possibile,
eliminazione o riduzione dei danni conseguenti la caduta dall’alto”.
Ed è necessario dare “priorità ai
sistemi che evitano la caduta dall’alto rispetto a quelli che arrestano la
caduta”.
Dunque tali sistemi di protezione
individuale contro le cadute dall’alto – per evitare la caduta dall’alto del
lavoratore o, se non è possibile, arrestarne la caduta – hanno il compito di prevenire,
per quanto possibile, eventuali lesioni dei lavoratori.
E “l’efficacia di un sistema di
protezione individuale dalle cadute dipende principalmente dalla efficacia del
sistema di ancoraggio a cui è collegato, ma anche da altri fattori, specifici
per ogni tipologia”.
La relatrice si sofferma in
particolare sui requisiti e i fattori che influenzano l’efficacia di:
-
sistemi di trattenuta;
-
sistemi di posizionamento sul lavoro;
-
sistemi di arresto caduta.
Diamo qualche informazione sui
sistemi di trattenuta.
Sistemi che hanno la funzione di evitare
la caduta dall’alto:
- “impediscono al lavoratore di
raggiungere le zone dove esiste il pericolo di caduta dall’alto;
- permettono eventualmente al
lavoratore di arrivare in prossimità del bordo non protetto, e comunque di non
superarlo”.
Questi sistemi non sono invece destinati
ad arrestare la caduta
dall’alto.
Si indica che nel progetto, nella
scelta e nell’utilizzo di questi sistemi, occorre tenere conto di: - resistenza
del sistema di ancoraggio;
- resistenza del sistema di
trattenuta: cintura di trattenuta, cordino di trattenuta, connettori;
- geometria: lunghezza del
cordino di trattenuta es. cordino non troppo corto, né troppo lungo, anche
considerando la freccia del sistema di ancoraggio lineare flessibile e
l’ergonomia;
- freccia del sistema di
ancoraggio lineare flessibile”: si ha “perdita di efficacia del sistema di
trattenuta per non corretto dimensionamento della lunghezza del cordino in
relazione alla freccia del sistema di ancoraggio”;
- ergonomia: confortevole, non
deve impedire movimenti”.
Se un sistema è poco ergonomico:
- “può indurre il lavoratore ad
effettuare manovre negligenti a discapito della sicurezza;
- può provocare effetti dannosi
sulla salute del lavoratore”.
In particolare il
cordino di trattenuta deve:
- “permettere di raggiungere la
zona dove deve essere eseguita la lavorazione (non troppo corto);
- essere di lunghezza tale da
evitare la caduta dall’alto (non troppo lungo)”.
Bisogna fare “attenzione alla
lunghezza massima del cordino regolabile o del dispositivo anticaduta di tipo
retrattile”. Si ricorda che “è ammesso l’uso di un dispositivo
anticaduta di tipo retrattile solo quando questo per la sua estensione
massima realizzi comunque la condizione di trattenuta”.
L’intervento si sofferma poi sui
sistemi di posizionamento sul lavoro.
Questi sistemi hanno la funzione
di sostenere il lavoratore: “permettono al lavoratore di lavorare sostenuto
quando il luogo di lavoro (es. traliccio, palo, tetto a forte pendenza) è tale
da non permettere al lavoratore di stare in piedi senza l’utilizzo di un
sostegno e l’attività lavorativa necessiti dell’utilizzo di entrambe le mani”. Anche
questi sistemi “non sono destinati ad arrestare la caduta dall’alto”. ‘
L’utilizzatore si affida generalmente
all’equipaggiamento per il sostegno. Pertanto è essenziale prendere in
particolare considerazione la necessità di fornire un sistema ausiliario di
arresto caduta’ (UNI EN 363:2008).
Veniamo ai
fattori che influenzano l’efficacia di questi sistemi.
Nel progetto, nella scelta e
nell’utilizzo, occorre tenere conto di:
- “resistenza del sistema di
ancoraggio;
- resistenza del sistema di
posizionamento: imbracatura con cintura di posizionamento, cordino di
posizionamento, connettori;
- geometria: lunghezza del
cordino di posizionamento, es. cordino non troppo corto, né troppo lungo, in
relazione alla lavorazione da eseguire, anche considerando la freccia del
sistema di ancoraggio lineare e l’ergonomia.
- freccia del sistema di
ancoraggio lineare;
- ergonomia: confortevole, non
deve impedire movimenti. Imbracatura con cintura di posizionamento regolabile,
adattabile al lavoratore”.
Veniamo infine ai
sistemi di arresto caduta.
Sistemi che:
- “non eliminano la possibilità
di cadere dall’alto;
- devono prevenire lesioni ai
lavoratori;
- devono arrestare la caduta
dall’alto”.
Dunque questi sistemi:
- “permettono di raggiungere
posizioni nelle quali esiste il pericolo di caduta dall’alto;
- non impediscono la caduta
libera;
- in caso di caduta libera, il
sistema l’arresta, contenendone la distanza di arresto entro limiti prefissati,
e mantengono in sospensione il lavoratore in attesa di soccorso”.
Sui ricorda che “per un lavoratore
che indossa un sistema
di arresto caduta collegato ad un sistema di ancoraggio puntuale, la caduta
del lavoratore può essere suddivisa in
fasi
principali:
- “
caduta libera: il lavoratore cade liberamente perché il sistema di
collegamento non è ancora teso;
-
caduta frenata: il sistema di collegamento, vincolato al sistema di
ancoraggio, prende il carico, si tende e frena il lavoratore;
-
quiete dopo la caduta”.
In particolare “durante la caduta
frenata il lavoratore viene sottoposto ad una azione frenante.
L’azione frenante ff deve
essere:
- contrastata efficacemente dal
sistema di ancoraggio e da tutti i componenti del sistema di arresto caduta;
- limitata perché una forte
decelerazione in tempi rapidi produce seri danni al corpo;
- distribuita su una area estesa
del corpo”.
In questo senso un adeguato
assorbitore limita la forza frenante e l’accelerazione durante l’arresto della
caduta, mentre un’adeguata imbracatura distribuisce il carico sul corpo.
Inoltre durante la caduta il
lavoratore non deve incontrare ostacoli e deve essere soggetto ad un ridotto effetto
pendolo.
L’intervento - di cui vi
invitiamo a leggere integralmente il documento agli atti – si sofferma infine anche
su:
-
tirante d’aria: “spazio libero necessario affinché il lavoratore
non urti contro ostacoli durante la caduta. Misurato a partire dal punto di
caduta del lavoratore”;
-
effetto pendolo: “spostamento laterale che subisce un lavoratore,
che indossi un dispositivo di arresto caduta, collegato ad un sistema di
ancoraggio, in seguito alla caduta dall’alto”.
Si sottolinea che l’oscillazione
del corpo dopo la caduta “può provocare malesseri del lavoratore e può
provocare urti contro ostacoli” e dunque può comportare la perdita di efficacia
del sistema di arresto caduta.
Dopo aver dato informazioni
sull’effetto pendolo con ancoraggio puntuale e con ancoraggio lineare
flessibile, la relazione si sofferma, anche in questo caso, sulla progettazione
e scelta dei sistemi di arresto caduta e conclude l’intervento sottolineando che
i requisiti prestazionali e i fattori che influenzano l’efficacia sono elementi
fondamentali di cui tener conto “per la scelta e il corretto dimensionamento di
un sistema di protezione individuale dalle cadute dall’alto”.
“ Requisiti dei sistemi di protezione individuale contro le
cadute dall’alto”, a cura dell’Ing. Francesca Maria Fabiani (INAIL -
Dipartimento Innovazioni tecnologiche e sicurezza degli impianti, Prodotti ed
insediamenti antropici, Laboratorio cantieri temporanei o mobili), intervento
al convegno "Ancoraggi e sistemi di protezione individuale nei lavori di
copertura” (formato PDF, 3.37 MB).
Tiziano Menduto
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