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"Industria chimica e SGSL: l’importanza del controllo operativo"
fonte www.puntosicuro.it / Linee Guida
17/11/2015 - Nell’adozione dei
sistemi di gestione della salute e della sicurezza sul lavoro (SGSL) oltre alla
pianificazione,
necessaria per tradurre in obiettivi specifici gli obiettivi generali
espressi nella politica della sicurezza, un’altra fase molto importante è
quella relativa all’
operatività in si arriva a monitorare l’attuazione puntuale di quanto pianificato.
Ci soffermiamo oggi sull’operatività
e sul controllo operativo nei sistemi di gestione con riferimento al
comparto chimico e alle “ Linee
di Indirizzo per l’applicazione di un sistema di gestione della salute e
sicurezza sul lavoro per l’industria chimica”; linee di indirizzo che sono
il frutto della collaborazione tra Inail Contarp, Federchimica, Filctem, Femca,
Uiltec, Certiquality e Henkel italia e che il nostro giornale ha già presentato
in precedenti articoli su politica
aziendale e pianificazione.
Il documento sottolinea che il
controllo operativo è proprio lo “strumento
tecnico ed organizzativo con cui l’impresa dà attuazione puntuale a quanto
pianificato”.
In particolare tutte le attività
che presentano implicazioni nel campo della salute e della sicurezza sono “tenute
sotto controllo mediante:
- “procedure gestionali, che
tengono conto degli esiti della valutazione
dei rischi e descrivono ad esempio, la definizione dei criteri di
progettazione, la gestione delle modifiche d’impianto, la gestione degli agenti
chimici pericolosi, le attività di manutenzione, la gestione dei magazzini,
l’emissione dei permessi di lavoro, la scelta e la gestione dei fornitori;
- manuali e/o istruzioni ove sono
riportate le modalità cui attenersi nella gestione delle attività che possono
comportare impatti sulla salute e sulla sicurezza”.
Il controllo operativo risulta “particolarmente
importante nelle fasi di:
- gestione di sostanze e prodotti
con particolare riferimento agli agenti chimici
pericolosi, cancerogeni e mutageni;
- gestione delle modifiche ;
- sorveglianza sanitaria;
- gestione delle attività di
produzione;
- gestione dei dispositivi di
sicurezza, macchine, impianti attrezzature, e loro manutenzione;
- gestione dei dispositivi di
protezione collettiva ed individuale;
- gestione dei fornitori;
- gestione degli appaltatori”.
Dunque “a valle
dell’individuazione dei pericoli e della valutazione dei rischi relativi, è
importante gestire con efficienza tutte le attività di produzione e definire i
metodi di controllo”. Metodi che devono essere sempre definiti e, ove opportuno,
“documentati, attraverso procedure, istruzioni operative e/o manuali”.
Ad esempio le
istruzioni e le
procedure “devono riguardare, se applicabili, i seguenti aspetti:
- procedure di verifiche
pre-avviamento;
- processi operativi, inclusi
avvio e fermata;
- attività di sorveglianza e
misurazione quali parametri di processo, esposizione del personale;
- registrazione, gestione ed
analisi di infortuni e malattie professionali;
- registrazione ed analisi dei
“quasi incidenti”, degli incidenti e delle situazioni di emergenza, quali
perdite, rilascio di gas ed incendio;
- fermata d’emergenza;
- eventi imprevisti, quali la
perdita di acqua di raffreddamento;
- gestione delle modifiche;
- erogazione di servizi di pronto
soccorso ed assistenza medica;
- procedure per la dismissione;
- dispositivi di protezione
individuale;
- stoccaggio e manipolazione,
carico/scarico, imballaggio;
- manutenzione;
- attività ordinarie e
straordinarie”.
Il documento, che vi invitiamo a
visionare integralmente, riporta un elenco indicativo delle attrezzature,
macchine e impianti da tenere sotto controllo per garantire la salute e la
sicurezza e sottolinea che è indispensabile porre attenzione a:
- “scelta di attrezzature,
macchine e impianti in funzione delle condizioni operative;
- procedure operative/istruzioni
per il relativo utilizzo;
- addestramento sull’uso di
attrezzature, macchine e impianti;
- controlli periodici e
manutenzione”.
Riguardo poi alla
manutenzione si indica che il
piano di manutenzione “deve comprendere
sia attività preventive sia di riparazione guasti, tenendo conto di:
- obblighi di legge (ad esempio,
apparecchiature in pressione);
- dispositivi di protezione e
controllo per gli aspetti relativi a salute e sicurezza (ad esempio, dischi di
rottura, valvole di sicurezza);
- parti di sistema soggette ad
usura (ad esempio, tenute, flange) con la determinazione della frequenza degli interventi di
manutenzione, sulla scorta dell’analisi dei dati storici disponibili;
- raccomandazioni del
costruttore;
- condizioni di utilizzo dello
strumento/attrezzatura (ad esempio, caratteristiche dei prodotti a contatto,
pressione e temperatura d’esercizio, frequenza d’uso e condizioni ambientali)”.
E “l’analisi delle registrazioni
di manutenzione (ad esempio, schede macchine e apparecchiature) è utile per
migliorare le pratiche ordinarie di manutenzione allo scopo di ridurre la
probabilità di guasto ed i possibili conseguenti impatti sulla salute e
sicurezza sul lavoro”.
Inoltre l’impresa deve “formalizzare
le istruzioni operative per le attività con rischi particolari ( ambienti
confinati, lavori in quota, atmosfere esplosive, etc.) per i quali deve
essere previsto il rilascio di un
permesso
di lavoro”. E il rilascio di tali permessi deve “tenere in considerazione
aspetti quali:
- il lavoro da eseguire ed il
luogo della sua esecuzione;
- l’identificazione dei pericoli
e gli esiti della valutazione dei rischi;
- le eventuali interferenze;
- le misure preventive adottate e
le precauzioni prese e/o necessarie per minimizzare il rischio;
- i controlli e le prove da farsi
prima, durante e dopo l’esecuzione del lavoro;
- la funzione preposta per
rilasciare e approvare il permesso di lavoro;
- la durata di validità del
permesso prima della sua riconferma o ri-emissione”.
Il documento riporta una lista
indicativa delle attività per cui possono essere previsti permessi di lavoro e
ricorda che “tutti i lavori devono essere valutati dalla funzione che emette il
permesso e dal ricevente, con uno scambio di informazioni sul posto, prima che
il permesso sia rilasciato e sottoscritto per accettazione”.
Le linee di indirizzo si
soffermano poi su
altri aspetti relativi
al controllo operativo:
- gestione di sostanze e prodotti;
- gestione degli agenti chimici
pericolosi e cancerogeni, mutageni e tossici per la riproduzione;
- sorveglianza sanitaria;
- gestione
dell’approvvigionamento di beni e servizi;
- gestione degli appalti per le
imprese che svolgono l’attività nei siti.
Concludiamo ricordando che ci
deve essere anche una
gerarchia dei
controlli e una
gestione dei
cambiamenti.
Riguardo alla
gerarchia dei controlli, “l'impresa
deve prevedere, organizzare e garantire un processo finalizzato a tenere sotto
controllo tutti i rischi che possono avere impatto sulla salute e sicurezza dei
lavoratori, oltre che sull’ambiente circostante nel caso di aziende a rischio
di incidente rilevante. In questo osserva delle priorità, che stabiliscono
conseguentemente anche la linea di gerarchia nella operatività e nella esecuzione
di ogni specifica attività e/o azione intraprese. Le priorità derivano dal
rispetto della normativa vigente, dal rispetto di standard interni, dagli
obiettivi strategici ed operativi definiti nella politica e nella fase di
pianificazione. Il rispetto della gerarchia definita deve essere oggetto di
controllo, monitoraggio e riesame”.
Ed è evidente che ogni
modifica delle attività dell’impresa
può avere un effetto significativo sulle prestazioni di salute e sicurezza e le
modifiche devono “pertanto essere gestite nell’ambito del sistema di gestione”.
In particolare “le modifiche
operanti in via transitoria devono essere trattate con la stessa attenzione di
quelle permanenti. Esempi di modifiche transitorie sono l’installazione
temporanea di attrezzature, prove limitate nel tempo o attività provvisorie
necessarie per consentire il passaggio verso modifiche da adottare in via
definitiva”. E nel caso invece di modifiche maggiori, come un nuovo impianto o
modifiche sostanziali all’impianto esistente, “si devono valutare nuovamente i
requisiti su salute e sicurezza e documentarli (in fase di progettazione).
Inoltre, nella documentazione di progetto, deve essere data evidenza al fatto
che il risultato della progettazione è stato confrontato con la pianificazione
originale ed è risultato conforme”.
Infine le modifiche “che possono
avere un impatto critico in ambito salute e sicurezza devono essere riesaminate
sia prima di ogni attività di fabbricazione, costruzione ed installazione, sia
durante lo svolgimento delle operazioni al fine di accertarsi che sia mantenuta
la conformità ai requisiti stabiliti”.
INAIL, “ Linee di Indirizzo per l’applicazione di un sistema di gestione
della salute e sicurezza sul lavoro per l’industria chimica”, documento elaborato
da Inail Contarp, Federchimica, Filctem – Cgil, Femca – Cisl, Uiltec – Uil,
Certiquality e Henkel italia e approvato con Determinazione del Presidente
dell’Inail n. 84 del 24 marzo 2015 (formato PDF, 647 kB).
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chimica”.
RTM
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