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"Uso delle attrezzature e rischi ergonomici nelle imprese di pulizia"
fonte www.puntosicuro.it / Sicurezza sul lavoro
01/02/2016 - Con riferimento al materiale informativo prodotto dall’ Azienda Sanitaria Locale di Milano in occasione dell’ Expo 2015 di Milano, nelle scorse settimane ci siamo soffermati sui rischi e sulle possibili misure di prevenzione nelle
attività delle
imprese di pulizie. Abbiamo affrontato in particolare i rischi correlati alle cadute, scivolamenti, urti e al contatto con sostanze chimiche e con materiali biologici contaminati.
Tuttavia nelle attività di pulizia ci sono anche altre tipologie rilevanti di rischio da non sottovalutare, ad esempio il
rischio ergonomico, il
rischio vibrazioni e i pericoli derivanti dall’utilizzo di specifiche
attrezzature di lavoro.
Nel quaderno tecnico per datori
di lavoro “ La sicurezza nelle
imprese di pulizia” - realizzato da G. Cattaneo, F. Borello e V. Cassinelli
e prodotto dal Servizio Prevenzione e Sicurezza negli Ambienti di Lavoro dell’ Azienda
Sanitaria Locale di Milano – ci si sofferma sul rischio ergonomico a
partire dal rischio correlato alla
movimentazione
manuale dei carichi.
Le attività di pulizia comportano
spesso atteggiamenti posturali “sfavorevoli e associati a movimentazione di
pesi (secchi, attrezzature). Schiena flessa anteriormente o inarcata, braccia a
livello delle spalle o piu in alto, torsione del tronco, posizione
accovacciata, sono posture che occupano la gran parte del tempo di lavoro”.
E inoltre alcuni studi effettuati
utilizzando la check-list Ocra hanno “dimostrato la presenza nel settore di un
rischio significativo da movimenti ripetitivi degli arti superiori”.
Il quaderno tecnico – che vi
invitiamo a visionare integralmente – riporta diverse informazioni sui
possibili danni per la salute, con particolare riferimento alle varie
patologie da sovraccarico biomeccanico.
Infatti l’attività
di pulizia “comporta diversi atteggiamenti posturali che si alternano con
elevata frequenza: studi finlandesi hanno calcolato che il 36 - 56% del tempo
lavorativo viene passato con la schiena flessa anteriormente o inarcata, mentre
il 24 - 43% del tempo con entrambe le braccia a livello delle spalle o più in
alto. Per un altro 14% viene assunta la posizione accovacciata (De Vito e al.
2000). Sono valutazioni sostanzialmente confermate da altri studi (Bohile 2004 -
Kimer 2006) secondo i quali la percentuale di ore di lavoro passate piegati in
avanti e/o con torsioni del tronco varia dal 36 al 50% mentre dal 3 al 14% del
tempo lavorativo è svolto in posizione accovacciata. Durante la pulizia con lo
straccio la schiena dei lavoratori è piegata in avanti con un angolo di circa
28° rispetto alla normale posizione verticale e le spalle sono piegate in
avanti a 50°”.
Riguardo alle attività che
comprendono
sollevamento/trasporto di
pesi, va peraltro sottolineato “che allo sforzo statico e dinamico si
accompagna l’elevata frequenza di movimenti ripetitivi delle braccia che
costituiscono un elemento di rischio aggiuntivo. Anche le attività di spinta
dei carrelli sono frequenti. In uno studio di Molteni e al. (2000) è stata
registrata la forza in gioco durante la spinta di un carrello per la
sanificazione lungo un corridoio, caratterizzato da pendenze non superiori ai 4°:
la movimentazione del carrello a pieno carico di liquidi risulta ai limiti
proposti per il 90% della popolazione normale. Gli autori ritengono, in
considerazione della riduzione della capacita lavorativa delle lavoratrici
anziane, che sia opportuna una applicazione dei limiti suggeriti da
Snook-Ciriello ridotti del 10 - 20%”.
E infine un discorso a parte “meritano
le macchine utilizzate che possono, in taluni casi, richiedere l’applicazione
di elevata forza”.
Veniamo ora a parlare in modo più
specifico dei
movimenti ripetitivi.
Infatti allo sforzo statico e
dinamico “si accompagna spesso l’elevata frequenza di movimenti ripetitivi
delle braccia che costituiscono un elemento di rischio aggiuntivo. Uno studio
effettuato utilizzando le check-list O.C.R.A. (Fontani e al. 2009) sui camerieri ai piani di albergo e
addetti alle pulizie ha dimostrato l’esistenza di un rischio significativo da movimenti
ripetitivi degli arti superiori”.
In merito alle
misure generali di sicurezza si indica
che “sia il carico lavorativo che la fatica dipendono enormemente dalle
caratteristiche tecniche dell’attrezzatura utilizzata manualmente”.
Ad esempio in letteratura “è
stato dimostrato che l’utilizzo del ‘mocio’ bagnato, del peso di circa 3 kg., è
in grado di determinare un eccessivo sovraccarico biomeccanico muscolo
scheletrico. Per queste ragioni sono preferibili i metodi ‘a secco’ o ‘a
semi-secco’ (peso 1-2 kg) mediante l’eliminazione del liquido in eccesso
attraverso gli appositi strizzatori. Poiché le caratteristiche tecniche delle
attrezzature influenzano il carico di lavoro, è importante utilizzare manici
aggiustabili al 5°-95° percentile dell’altezza delle donne e degli uomini; il
disegno del manico deve permettere alla mano superiore di trasferire la forza
direttamente”.
E per un uso sicuro delle
attrezzature è necessario applicare alcune
regole
fondamentali:
- formare e addestrare i
lavoratori all’utilizzo delle attrezzature;
- fornire attrezzature
ergonomiche, marcate CE, che possano interagire senza pericolo con altre
attrezzature eventualmente in uso;
- i compiti richiesti devono
essere conformi alle attrezzature disponibili”.
Nel documento è riportata anche
una tabella con alcune
possibili
soluzioni. Ne riportiamo brevemente alcune:
-
spolverare/strofinare: “attrezzi ad impugnatura regolabile, strumenti
per pulire più leggeri possibile (es. stracci in microfibra);
-
passare l'aspirapolvere: attrezzi leggeri, maneggevoli, dotati di impugnature
regolabili e a bassi livelli di rumore;
-
lavare con straccio: attrezzi leggeri, regolabili, secchi dotati di
ruote, disposizione più comoda di rubinetti e lavandini, miglioramento delle procedure
e dell'organizzazione del lavoro;
-
lucidare: modelli di macchina più moderni, riduzione delle
vibrazioni mediante accurate manutenzioni, procedure per segnalare difetti dopo
l'utilizzo;
-
smaltimento rifiuti: sostituire i sacchi per la spazzatura con bidoni
più leggeri;
-
spostare arredi: mobili più leggeri, uso di attrezzature idonee per
sollevare e spostare arredi”.
Alcuni rischi sono poi correlati
al’
utilizzo di attrezzature elettriche.
Nel documento dell’ASL di Milano
ci si sofferma in particolare su tre diverse attrezzature: spazzatrice
aspirante, lavasciuga, spandicera/lucidatrice.
Ci soffermiamo, a livello
esemplificativo, su quanto indicato per la
spazzatrice
aspirante, macchina che consente “una rapida ed ottimale asportazione di
polvere e residui solidi” e che si presenta in diversi modelli. Ad esempio con operatore a bordo per ambienti
medio-grandi, oppure con operatore a terra che guida la macchina poggiando le
mani sul manubrio per ambienti più ridotti”.
Questi i
rischi connessi all’uso:
- “rischi connessi con gli organi
in movimento;
- rischio di esposizione a
rumore;
- rischio di caduta dal mezzo;
- rischio di ribaltamento del
mezzo;
- rischio di elettrocuzione per
macchine alimen-tate da corrente elettrica;
- rischio biologico da contatto
con materiali raccolti dalla macchina (polvere, decomposizione di insetti,
spore, batteri, acari), soprattutto durante lo svuotamento del bidone o del
sacchetto;
- rischio da movimentazione
manuale del carico”.
Veniamo alle
misure generali di sicurezza:
- “formazione, informazione e
addestramento degli operatori;
- marcatura CE delle macchine
corredate da libretto d’uso;
- fornitura di dispositivi di
protezione individuale specifici;
- manutenzione ordinaria e
straordinaria;
- procedure corrette per
l’utilizzo, la manutenzione e per l’esecuzione del rifornimento di carburante
(lontano da fonti di calore, non fumare);
- procedure corrette per la
ricarica delle spazzatrici a batterie (luoghi areati/aperti)”.
In conclusione diamo qualche breve
informazione sul
rischio vibrazione.
Il quaderno tecnico sottolinea
che c’è evidenza scientifica “che l’utilizzo delle macchine per la pulizia come
aspirapolveri, lucidatrici e altre attrezzature che devono essere guidate
manualmente, espongono i lavoratori delle pulizie a vibrazioni
mano-braccia che possono determinare problemi muscolo scheletrici specie se
combinate con uno sforzo muscolare statico, o anche disturbi neurologici e
vascolari fino ad arrivare in un lungo periodo di tempo a una vera e propria
sindrome da vibrazioni mano-braccio”.
Segnaliamo infine che il livello
di rischio dipende non solo “dalle caratteristiche delle macchine e dal periodo
di tempo in cui vengono utilizzate”. Uno studio di Woods e Buckle indica
infatti che “le vibrazioni emesse dalle macchine per pulizia sono spesso
risultate effetto di cattive modalità d’uso e cattiva manutenzione”.
Asl Milano, “L a sicurezza nelle imprese di pulizia”, a cura di G. Cattaneo,
F. Borello e V. Cassinelli, quaderno tecnico per datori di lavoro Cantieri Expo
Milano 2015, gennaio 2015 (formato PDF, 2.43 MB).
Asl Milano, “ Il settore delle pulizie”, a cura di F. Borello, V.
Cassinelli e T.Vai, opuscolo informativo per i lavoratori Cantieri Expo Milano
2015, novembre 2014 (formato PDF, 1.03 MB).
Tiziano Menduto
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