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"Lavori manuali ripetitivi: le novità della checklist OCRA"
fonte www.puntosicuro.it / Rischio Movimentazione dei Carichi
15/04/2016 - Le norme tecniche EN 1005-5 e ISO 11228-3 da tempo considerano il
metodo OCRA come un metodo preferenziale per la
valutazione di lavori manuali ripetitivi e per la progettazione di nuove macchine e processi di lavoro.
In particolare, al di là di altri metodi di valutazione del rischio da sforzi e movimenti ripetitivi (OWAS,
RULA, REBA, QEC, ...), spesso considerati solo metodi "di screening",
per una valutazione dettagliata del rischio oppure se l'attività è
composta da più compiti la
Norma ISO 11228-3 indica quale metodo preferenziale il metodo OCRA (OCcupational Repetitive Action).
E ricordiamo che nell’aprile del 2014, ISO ha pubblicato un Technical Report (TR), “ ISO
TR 12295 - Ergonomics — Application document for International
Standards on manual handling (ISO 11228-1, ISO 11228-2 and ISO 11228-3)
and evaluation of static working postures (ISO 11226)”, che sottolinea l’utilità della
Checklist OCRA come
strumento di stima del rischio e del metodo OCRA (Checklist e Indice)
per meglio definire le modalità di analisi dei compiti ripetitivi in
rotazione fra loro.
Per tornare a parlare della
Checklist OCRA e dei suoi recenti
sviluppi, possiamo fare riferimento ad un allegato delle “ Linee
Guida Regionali per la prevenzione delle patologie muscolo scheletriche
connesse con movimenti e sforzi ripetuti degli arti superiori - Aggiornamento
Decreto Direttore Generale Sanità n. 3958 del 22/04/2009” approvate dalla Regione Lombardia
con il Decreto
n. 7661 del 23 settembre 2015 (che fa riferimento al
decreto
regionale n. 3958 del 22 settembre 2009).
L’allegato segnala che
attualmente “si potrebbe parlare, più che di un semplice metodo, di un
sistema OCRA”. Un sistema in quanto “attraverso
metodi e strumenti differenti, consente approcci diversificati alla valutazione
del rischio” in funzione di specifici obiettivi.
In particolare i metodi ad oggi
disponibili sono 3:
-
indice OCRA: “risponde all’esigenza di offrire una valutazione del
rischio precisa e puntiforme, sicuramente consigliabile per la progettazione e
ri-progettazione dei posti di lavoro e dei ritmi di lavoro”;
-
checklist
OCRA classica: rappresenta lo “strumento d’elezione per ottenere la prima
mappatura del rischio quando si voglia rispondere al quesito circa il ‘peso’
del rischio derivante dalla presenza di lavori ripetitivi. La mappatura
consente infatti di definire in che proporzione siano presenti postazioni di
lavoro in fascia verde (rischio assente), gialla (rischio molto lieve o
dubbio), rossa o viola (rischio presente rispettivamente lieve, medio o
elevato). Richiede tempi di compilazione più brevi ma perde in precisione in
quanto l’analisi offre punteggi che procedono secondo scenari a ‘scalini’ e non
in modo puntiforme come l’indice OCRA”;
-
mini-checklist
OCRA: “ultima nata, offre una valutazione ancora più rapida (e per questo
più approssimativa), rispetto alla checklist OCRA. Risulta più adatta e
probabilmente sufficiente per valutazioni in settori speciali, (artigianato,
piccola impresa, agricoltura..) laddove l’organizzazione del lavoro non
presenta ritmi, tempi e cicli così ben definiti come nella classica industria”.
E le linee guida regionali
ricordano che per ognuno di tali metodi l’ Unità di ricerca
EPM (Ergonomia della Postura e del Movimento) ha “messo a punto strumenti
semplici su supporto informatico (ovvero fogli di calcolo in excel), atti a
facilitare sia la raccolta dei dati che la stima degli indici di rischio finali”.
Ci soffermiamo in particolare
sulla
checklist OCRA che si compone
di “cinque parti dedicate allo studio dei quattro principali fattori di rischio
(carenza dei periodi di recupero, frequenza, forza, posture incongrue) e dei
fattori complementari (vibrazioni, temperature fredde, lavori di precisione,
contraccolpi ecc..), considerando inoltre, per la stima finale del rischio, la
durata netta del lavoro ripetitivo”. Un modello è riportato nella appendice alla
linea guida (procedura breve per l’identificazione del rischio da sovraccarico
degli arti superiori da lavoro
ripetitivo).
Il documento ricorda che lo schema
classico di analisi, fino ad oggi proposto dalla checklist OCRA, “prevedeva
l’individuazione, attraverso l’uso di valori numerici pre-assegnati (crescenti
in funzione alla crescita del rischio), dei punteggi di rischio relativi a
ciascuno dei fattori: recupero, frequenza, forza, posture e complementari; la
somma dei punteggi a questi assegnati veniva poi ‘tarata’ attraverso un
moltiplicatore di ‘durata’. Il punteggio finale che ne deriva consente la stima
del livello di esposizione attraverso una relazione con i valori dell’indice
OCRA, in fasce differenziate (verde, gialla, rossa, viola)”.
Tuttavia è ora possibile un
nuovo schema di calcolo del risultato
finale in cui sono presenti tutti i classici fattori di rischio, “ma il
fattore carenza tempi di recupero entra
ora come un moltiplicatore da applicare, insieme al moltiplicatore correttore
della durata, alla somma dei punteggi derivanti dagli altri fattori di rischio”.
Il documento regionale, che vi
invitiamo a visionare integralmente, si sofferma su tutte le singole sezioni
che compongono la checklist OCRA, a partire dagli elementi descrittivi del
compito e dell’organizzazione del lavoro.
Se in prima istanza la checklist
OCRA fornisce una “stima del livello di rischio di ciascuna postazione, in
funzione dell’organizzazione del compito nel turno, nei termini di durata reale
del lavoro
ripetitivo e della durata e distribuzione delle pause”, prima di affrontare
l’analisi dei diversi fattori di rischio è di fondamentale importanza, per una
più puntuale valutazione del rischio, stimare il tempo netto di lavoro
ripetitivo”.
Vediamo ora brevemente il
moltiplicatore di durata e il
fattore carenza periodi di recupero:
-
il moltiplicatore di durata del lavoro ripetitivo: “qualora il
tempo netto di lavoro
ripetitivo nel turno durasse meno di 420 minuti o più di 481 minuti, si
dovrà procedere a correggere il valore del punteggio finale della checklist
OCRA, rispetto alla effettiva durata del compito: lo scopo è di ponderare
l’indice finale di rischio per il tempo effettivo di lavoro ripetitivo svolto”;
-
il fattore carenza periodi di recupero: è definibile come periodo
di recupero “quello in cui è presente una sostanziale inattività fisica degli
arti superiori altrimenti coinvolti nello svolgimento di precedenti azioni
lavorative”. In particolare periodi di recupero possono essere considerati: a)
le pause di lavoro, ufficiali e non, compresa la pausa per il pasto (sia essa
compresa o non nell’orario di lavoro pagato); b) i periodi sufficientemente
lunghi di svolgimento di compiti di lavoro che comportano il sostanziale riposo
dei gruppi muscolari (ad es. i compiti di controllo visivo); c) presenza di
periodi, all’interno del ciclo, che comportano il completo riposo dei gruppi
muscolari altrimenti impegnati. Periodi di recupero interni al ciclo (controllo
visivo, tempi passivi o di attesa), per essere considerati significativi,
devono protrarsi consecutivamente per almeno 10 secondi in un ciclo di durata minima
di 60 secondi ed essere costantemente ripetuti, in ogni ciclo e per tutto il
tempo di lavoro ripetitivo con rapporto 5:1 fra lavoro e recupero. Ne discende
che l’analisi dei periodi di recupero deve in primo luogo verificare se essi
siano presenti già all’interno del ciclo (evento assai raro): in questo caso il
numero di ore senza adeguato recupero risulterà uguale a 0”.
E nella
nuova versione della checklist OCRA, si propone un “nuovo modello
di calcolo del fattore recupero per aumentarne la precisione e valorizzare
l’efficacia degli interventi migliorativi”. E “sono previste
due fasi valutative:
- la prima comprende la
determinazione del numero di ore senza adeguato recupero che può essere
ricavato dai sei scenari classici o, per aumentare la precisione del risultato,
dalla determinazione del numero esatto delle ore senza adeguato recupero, così
come proposto per l’indice OCRA;
- la seconda comprende
l’applicazione di uno specifico fattore moltiplicativo, detto moltiplicatore
del recupero, al punteggio della checklist determinato dalla somma dei punteggi
dei fattori di lay-out quali frequenza, forza, postura e fattori complementari”.
Riportiamo brevemente la tabella
contenuta nel documento con i nuovi moltiplicatori:
Concludiamo l’articolo segnalando
gli altri aspetti della checklist OCRA presentati nelle linee guida regionali:
- il fattore frequenza d’azione;
- l’uso di forza;
- la valutazione della presenza
di posture incongrue;
- fattori di rischio
complementari;
- il calcolo del punteggio di
esposizione finale della checklist OCRA;
- il calcolo dell’indice di
rischio espresso dalla checklist OCRA per il grado di esposizione del
lavoratore.
Tiziano Menduto
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