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"Imparare dagli errori: infortuni nell’installazione di pannelli solari"
fonte www.puntosicuro.it / Sicurezza
05/05/2016 - Alcuni recenti articoli di PuntoSicuro hanno sottolineato come con la diffusione dell’installazione di
pannelli solari sui
tetti di edifici industriali e di abitazioni civili, siano anche
aumentati i rischi per i vari soggetti coinvolti nella progettazione,
nel montaggio e nella manutenzione degli impianti solari sui tetti.
E per soffermarci in “ Imparare dagli errori”
(la rubrica dedicata al racconto e all’analisi degli infortuni
lavorativi) sui rischi degli installatori di pannelli solari,
presentiamo una
scheda di un infortunio – dal titolo “
Installatore di pannelli solari sfonda lucernario e si ferisce gravemente” - pubblicata sul sito di Suva, istituto svizzero per l'assicurazione e la prevenzione degli infortuni, e correlata alla campagna elvetica “ Visione 250 vite”.
Una scheda che racconta la caduta, durante il montaggio di alcuni
pannelli solari, di un lavoratore che sfonda il lucernario di un
capannone industriale e fa un volo di 8 metri prima di finire sul
pavimento.
Il caso
L’operatore, che da 4 anni
installa pannelli solari sui tetti, lavora nella squadra di montaggio diretta
da un caposquadra ed è impegnato sul tetto di un capannone industriale.
Da due giorni si sta montando “un impianto
fotovoltaico di grandi dimensioni su un tetto piano. Per trasportare i
singoli pannelli dal deposito al luogo di montaggio, gli operai devono
attraversare un lucernario a banda in policarbonato largo 1 m”.
Il lavoratore “prende uno dei
pannelli dall’imballaggio e attraversa il lucernario a banda. Nel farlo sta
attento a camminare solo sulle barre metalliche ai lati del lucernario non
resistente alla rottura. Per sbaglio fa un passo falso e finisce sulla
superficie in plastica che si spezza sotto i suoi piedi. Sfonda il lucernario e
dopo un volo di 8 metri finisce a terra”.
Nell’urto riporta gravi lesioni
al capo e alla schiena. Sopravvive all’impatto, ma le sue lesioni sono gravi e
l’operaio rimane paraplegico.
Perché l’incidente è avvenuto?
La scheda di Suva indica che:
- il lucernario “non è resistente
alla rottura e non è protetto da un dispositivo di protezione collettiva
permanente. I lucernari in materiale plastico non devono mai essere considerati
resistenti alla rottura e devono essere sempre protetti, per esempio, da una
griglia, se questi sono accessibili alle persone;
- per motivi di spazio i pannelli
devono essere deposti dalla gru sull’altro lato del lucernario a banda e poi
essere trasportati a mano dai montatori. Manca quindi un percorso sicuro sul
lucernario non resistente alla rottura. Gli operai avrebbero dovuto realizzare,
per esempio, una passerella sopraelevata”;
- attraversando il lucernario, il
lavoratore “mette il piede in fallo e finisce sulla superficie in policarbonato
accanto alla sbarra di metallo. I montatori non avrebbero mai dovuto lavorare
presso un lucernario
non messo in sicurezza. Prima di iniziare i lavori il datore di lavoro e il
superiore avrebbero dovuto definire e applicare le necessarie misure di
protezione. La malasorte ha fatto il suo corso, perché nessuno ha voluto dire
STOP.
Dunque, riepilogando, questi sono
i principali
fattori causali
dell’infortunio:
- “il lucernario non è resistente
alla rottura e non è stato messo in sicurezza contro l’accesso (intenzionale o
accidentale);
- per montare i pannelli solari,
gli operai sono costretti a camminare sul lucernario”;
- accidentalmente il lavoratore “mette
un piede in fallo e finisce sul materiale in policarbonato che si spezza sotto
i suoi piedi. Anche camminare sulla sbarra in metallo, dall’apparenza solida,
non rappresenta un metodo sicuro per attraversare una superficie non resistente
alla rottura”.
Prevenzione
Come nelle altre schede di Suva
dedicate alla descrizione di infortuni, per evitare in futuro questa tipologia
di incidenti sono proposti approfondimenti tratti da materiali già pubblicati
da Suva. E in questo caso è proposta la lettura del documento “
Nove
regole vitali per chi lavora su tetti e facciate”.
Ricordiamo brevemente le
regole:
1. Realizzare accessi sicuri
2. Mettere in sicurezza le zone
con rischio caduta
3. Impedire le cadute verso
l’interno dell’edificio
4. Mettere in sicurezza le
aperture nel tetto (regola rilevante per il caso in questione)
5. Garantire superfici di
copertura resistenti alla rottura (regola rilevante per il caso in questione)
6. Lavorare sulle facciate solo
con attrezzature sicure
7. Ispezionare i ponteggi
8. Utilizzare correttamente le
imbracature anticaduta
9. Proteggersi dalle polveri di
amianto
Riguardo alla
quarta regola il documento di Suva
indica che “le aperture nel tetto scoperte sono trappole mortali”. Bisogna
ricordare ai lavoratori che è “necessario controllare sempre se tutte le
aperture sono state messe in sicurezza come si deve”.
Sono riportate alcune misure di
sicurezza:
- “dare la priorità
all’installazione dal basso di reti di sicurezza portanti. Queste reti possono
essere montate prima di ogni
altra cosa e offrono sicurezza in ogni fase di lavoro;
- griglie di protezione fisse
come protezione permanente per i lucernari;
- ponteggi di ritenuta;
- assiti di chiusura montati dal
basso o dall’alto, portanti, non smontabili;
- protezione laterale a tre
elementi lungo tutto il perimetro dell’apertura”.
E se il dispositivo anticaduta
deve essere eccezionalmente rimosso, “tutti gli addetti ai lavori devono dotarsi
di un’imbracatura di sicurezza”.
Infine ci soffermiamo sulla
quinta
regola: “
lavoriamo
solo su superfici di copertura
resistenti alla rottura”.
La scheda, che fa riferimento ad
un Ordinanza elvetica sui lavori di costruzione, indica che “è vietato lavorare
su superfici di copertura non resistenti alla rottura”. Si può lavorare solo
“se è stato accertato con sicurezza che si tratta di coperture resistenti alla
rottura. Se la copertura non è totalmente resistente alla rottura, è necessario
adottare adeguate misure di sicurezza”.
In particolare - indica la scheda
elvetica - i seguenti materiali non sono considerati resistenti alla rottura:
- “lastre ondulate in
fibrocemento;
- lucernari «Shed» o a
pannelli in materiale plastico (ad es. policarbonato);
- lucernari a cupola in materiale
plastico (ad es. policarbonato);
- pannelli in fibra di legno e
pannelli in legno-cemento usati spesso nella sottocopertura del tetto”.
Quali
misure
antisfondamento possono essere applicate?
Ad esempio:
- “montaggio di reti di
sicurezza al di sotto della copertura;
- realizzare un piano di
calpestio portante sulla superficie del tetto con una protezione laterale
totale;
- passerelle portanti con
parapetto su entrambi i lati”.
Rimandiamo infine alla lettura di
alcuni articoli di PuntoSicuro relativi alla prevenzione e alle prescrizioni
normative italiane correlate alle attività su lucernari, tetti e coperture:
N.B.: Gli eventuali
riferimenti legislativi contenuti nei documenti di Suva riguardano la realtà
svizzera, i suggerimenti indicati possono comunque essere utili per tutti i
lavoratori.
Suva, “ Installatore di pannelli
solari sfonda lucernario e si ferisce gravemente”, dinamica di un incidente
correlata alla campagna elvetica “Visione 250 vite” (formato PDF, 1.09 MB).
Suva, “ Nove
regole vitali per chi lavora su tetti e facciate”, edizione maggio
2012 (formato PDF, 1.61 MB).
Tiziano Menduto
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