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"Come migliorare le condizioni di lavoro nell’assistenza a domicilio"
fonte www.puntosicuro.it / Salute
07/06/2016 - Il personale che opera nell’
assistenza e nelle
cure a domicilio è
generalmente esposto a livelli elevati di stress fisico e psichico. I
pazienti da mobilizzare possono ad esempio rappresentare un pericolo per
la salute dell’operatore. E in questo caso “sovraccarichi dell’apparato
locomotore e problemi alla schiena sono spesso dovuti a posture forzate
che si assumono quando i posti di lavoro e le procedure sono
improvvisate”. Ed è perciò prioritario “strutturare il posto di lavoro a
domicilio nel modo più ergonomico possibile, ad esempio acquistando, se
possibile, dispositivi tecnici di supporto (letti da degenza,
piattaforme di sollevamento) oppure adottando misure organizzative, come
l’impiego di una seconda persona” per movimentare il paziente.
Può essere importante anche “adeguare l’ambiente di lavoro, ad
esempio fissando dei cunei di livellamento in corrispondenza delle
soglie delle porte con dislivelli, togliendo tappeti scivolosi o
spostando mobili” per contribuire in modo significativo alla
prevenzione di infortuni e dei sovraccarichi biomeccanici.
Ad affrontare il tema delle
condizioni di lavoro nelle attività di
assistenza
e cura a domicilio è un documento, prodotto in Svizzera
dalla Commissione
federale di coordinamento per la sicurezza sul lavoro (CFSL), dal titolo “ Sicurezza
sul lavoro e tutela della salute nell’assistenza e nelle cure a domicilio
(Spitex)”.
Se in un precedente
articolo di presentazione ci siamo soffermati sui rischi per la salute
degli operatori, raccogliamo oggi alcune delle molte indicazioni, presenti nel
documento elvetico, per
migliorare condizioni e ambienti di lavoro.
Riguardo alle
posture del corpo e ai disturbi dell’apparato locomotore causati
da posture forzate (degli arti superiori, della schiena e degli arti inferiori)
sono presentate le seguenti
misure di
prevenzione:
- “per la valutazione dei
bisogni, effettuare un’individuazione dei pericoli ed evidenziare quali ausili
sono presenti e quali devono essere ancora procurati;
- visionare gli ausili presenti
nell’abitazione e usarli in modo opportuno;
- prevedere altezze di lavoro
adeguate alle attività, ad es. posizionando i letti da degenza più o meno
all’altezza delle anche;
- tenere conto della corporatura
individuale e adeguare gli ausili di conseguenza servendosi dei meccanismi di
regolazione;
- se necessario, adottare misure
organizzative, ad es. eseguire il lavoro in due;
- garantire spazi sufficienti di
movimento, specie per piedi e ginocchia (vedi caratteristiche architettoniche
dell’abitazione);
- sviluppare e insegnare tecniche
di lavoro e posture non affaticanti per le diverse attività;
- evitare di lavorare con la
schiena curva. limitare i lavori in posizione accovacciata e sulle ginocchia a
brevi interventi”.
Altri problemi riguardano il
lavorare in piedi e seduti con
affaticamento, tensioni muscolari a
livello del busto e delle gambe, sovraccarico delle strutture passive (ossa,
cartilagini, articolazioni, dischi intervertebrali, tendini), disturbi della
circolazione, vene varicose.
In questo caso:
- “evitare carichi prolungati e
concentrati sempre sullo stesso lato;
- prevedere altezze di lavoro
adeguate alle attività, ad es. con letti da degenza regolabili in altezza;
- alternare attività in posizione
eretta ad attività in posizione seduta. In caso di lavori di assistenza e cura
‘leggeri’, adottare la posizione seduta (esempi: somministrare medicamenti,
piegare la biancheria, fare conversazione);
- durante le pause, se possibile,
sedersi e recuperare le forze;
- eseguire esercizi di
rilassamento come misura preventiva;
- in caso di insufficienza venosa
e vene varicose, indossare calze a compressione”.
Veniamo alla
movimentazione dei pazienti e al rischio conseguente di
sovraccarico, affaticamento, cadute
in piano, tensioni muscolari e
disturbi muscoloscheletrici.
Il documento fornisce varie
indicazioni, partendo dalla
preparazione:
- “preparare il trasporto,
predisporre gli ausili (ad es. asse di trasferimento), non agire in maniera
avventata;
-
fare attenzione agli ostacoli (tappeti, sedie, tavoli, ecc.) e, se
possibile, rimuoverli;
- garantire uno spazio
sufficiente di manovra;
- verificare le condizioni di
luce e, se necessario, provvedere a una migliore illuminazione;
- fissare sul posto gli ausili di
sollevamento o la sedia a rotelle e bloccarli per non farli scivolare;
- se non necessari, rimuovere
poggiapiedi e braccioli;
- regolare il letto da degenza
all’altezza di lavoro necessaria per la prevista movimentazione. Se non è
presente alcun letto da degenza, procedere all’individuazione dei pericoli;
- istruire il personale sulle
tecniche di movimentazione e di lavoro;
- valutare la disponibilità del
paziente a collaborare e ottimizzarla con informazioni tempestive e una
partecipazione attiva;
- discutere, concordare e provare
la sequenza programmata dei movimenti con i pazienti”.
E riguardo alla
tecnica di lavoro il documento indica
di:
- “utilizzare ausili adeguati. Se
non sono disponibili, effettuare un’individuazione dei pericoli / una
valutazione dei rischi;
- utilizzare ausili di
trasferimento, ad es. assi e stuoie di trasferimento, stuoie di scivolamento,
sollevatori per pazienti, dischi girevoli, ecc;
- se necessario e possibile,
chiedere aiuto e lavorare in due, ad es. con un familiare;
- muovere anziché sollevare;
- allineare la posizione iniziale
alla sequenza di
movimenti prevista;
- non sollevare mai il paziente
con uno scatto o in modo brusco;
- per i sollevamenti, partire
dalla posizione accovacciata e fare forza sulle gambe;
- mantenere la schiena diritta e
stabilizzare la colonna vertebrale sfruttando la muscolatura del tronco;
- prima sollevare il carico e poi
compiere una rotazione;
- evitare posture come schiena
curva, lordosi o torsione della parte superiore del corpo;
- lavorare a distanza ravvicinata
dal corpo per ridurre l’effetto leva;
- distribuire uniformemente il
carico su ambo i lati del corpo;
- usare sempre entrambe le
braccia per sollevare, trasportare, spingere o tirare;
- spostare il peso da un piede
all’altro, non eseguire il movimento partendo dalle braccia o dalla schiena”.
E si sottolinea l’importanza di
coinvolgere il paziente:
- “sfruttare le possibilità del
paziente;
- tenere conto delle abitudini
motorie del paziente per la sequenza di movimenti prevista;
- suddividere la sequenza dei
movimenti in fasi e lasciar decidere al paziente il ritmo da seguire;
- garantire un sostegno sicuro
(tenere saldamente il paziente), ma non afferrarlo per le articolazioni;
- illustrare al paziente la
sequenza dei movimenti e gli ausili;
- nelle situazioni difficili,
chiedere il supporto di un esperto” (di cinestetica, fisioterapia, ...).
Concludiamo l’articolo ricordando
che il documento elvetico su assistenza
e cure a domicilio riporta anche ulteriori indicazioni sull’impiego di ausili
per la movimentazione
dei pazienti con sequenze fotografiche di movimenti cinestetici o di
utilizzo di un sollevatore mobile. Inoltre vengono riportate utili indicazioni
sulle problematiche architettoniche, sugli spazi di movimento, sulle vie di
circolazione nelle abitazioni e sugli indumenti e calzature adatte.
N.B.: I riferimenti legislativi e i dati sugli infortuni contenuti nel
documento originale riguardano la realtà svizzera, ma i suggerimenti indicati sono
comunque utili per tutti i lavoratori.
Commissione federale di
coordinamento per la sicurezza sul lavoro, “ Sicurezza sul lavoro e tutela della salute nell’assistenza e
nelle cure a domicilio (Spitex)”, a cura di Stephan Melchers, Fabia
Dell’Era, Annemarie Fischer, Udo Heinss, Thomas Hilfiker, Käthi Jaun, Marta
Kunz, Heidi Schreiner (formato PDF, 1.46 MB).
Tiziano Menduto
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