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"Storie di infortunio: la mia storia tra le dita"
fonte www.puntosicuro.it / INFORTUNI
14/06/2016 -
Il Centro regionale di Documentazione per la Promozione
della Salute della Regione Piemonte (
Dors)
raccoglie storie d'infortunio rielaborate dagli operatori dei Servizi
PreSAL delle ASL piemontesi a partire dalle inchieste di infortunio, con la
convinzione che conoscere come e perché è accaduto sia una condizione
indispensabile per proporre soluzioni efficaci per la prevenzione.
Questa storia, dal titolo “
La
mia storia tra le dita
”
(
a cura di Fabrizio Macagno,
Corrado Testa, Servizio Pe.S.A.L. della Asl CN1
), presenta un infortunio
avvenuto durante l’uso di una piccola pressa meccanica.
Che cosa è successo
In una ditta
del cuneese che si occupa di serigrafia, durante la stampa di alcune targhette metalliche
con l’uso di una piccola pressa
meccanica, Adrian rimase con le mani schiacciate sotto il punzone della
macchina subendo l’amputazione del pollice, indice e medio della mano sinistra
e dell’indice della mano destra.
Chi è stato coinvolto
Adrian è un
operaio specializzato di 42 anni, di nazionalità albanese, che lavorava con contratto
a tempo pieno e la qualifica di “stampatore”.
Dove e quando
L’infortunio è
avvenuto in Piemonte, in provincia di Cuneo, nel mese di novembre del 2005, nel
reparto produttivo di un’azienda che svolge attività di serigrafia, produzione
ed incisione di coppe, targhe, trofei.
Come
Ha raccontato
Adrian:
“Il giorno dell’infortunio stavo lavorando
sulla pressa ed ero intento alla stampa delle targhette, quando mi accorsi che
la stampa non andava bene. Quindi, decisi di mettere un pezzo di nastro
biadesivo sulla parte superiore dello stampo, per fare in modo che dopo la chiusura
della pressa tale stampo rimanesse attaccato al pressore e non si spostasse durante
la fase di stampa delle targhette. Fatto questo, incastrai perfettamente lo
stampo nella parte posizionata sul piano di battuta del pressore, quando
improvvisamente mi trovai con le mani schiacciate sotto la pressa…”.
Perché
La pressa,
di vecchia costruzione, era di tipo meccanico con innesto a frizione. Per attivare
la discesa del punzone era necessario premere contemporaneamente i due
“attuatori” (grossi pulsanti) di colore rosso posti sulla parte bassa e
frontale della macchina e mantenerli premuti.
Lavorando
seduto, Adrian si trovava con le ginocchia proprio all’altezza dei due comandi
che non erano posizionati correttamente e non erano protetti contro l’azionamento
accidentale.
Mentre
armeggiava con le mani nella zona dello stampo, anch’essa non protetta da ripari
o da fotocellule, accidentalmente premette i pulsanti con le ginocchia provocando
la discesa del punzone.
Cosa si è appreso dall’inchiesta
Dalle indagini
è emerso che, a monte dell’evento, nell’ambito della “valutazione dei rischi” la
pressa non era stata analizzata. In particolare, nel documento di valutazione
dei rischi prodotto dall’azienda la macchina non veniva citata e non era stato
neanche preso in considerazione il “rischio di schiacciamento” in
generale.
Indicazioni per la prevenzione
Nell’ambito di
qualsiasi attività lavorativa la corretta valutazione di tutti i rischi è fondamentale
al fine di mettere a disposizione dei lavoratori macchine, attrezzature, impianti
e locali di lavoro idonei ai fini della salute e della sicurezza.
Le presse e
macchine simili devono possedere ripari o dispositivi atti ad evitare che le mani
o altre parti del corpo dei lavoratori siano offese dal punzone o da altri
organi mobili.
È quindi
necessario che l’area di lavoro sia protetta mediante schermi o dispositivi (ad
es. fotocellule) che impediscano la discesa del punzone quando l’area di lavoro
non sia libera. In alcuni casi, come dispositivo di sicurezza, è ritenuto
sufficiente un doppio comando di tipologia idonea, anche se è vivamente
consigliabile l’abbinamento contemporaneo di più sistemi.
La
mia storia tra le dita (Formato pdf, 738 kB)
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