"Imparare dagli errori: se non si indossano i guanti"
fonte www.puntosicuro.it / INFORTUNI
Nelle prime puntate abbiamo iniziato parlando dei dispositivi per la protezione del viso e di protezione degli occhi e ci soffermiamo invece oggi sui dispositivi di protezione individuale delle mani e delle braccia.
Le dinamiche degli infortuni presentati sono tratte dalle schede di INFOR.MO., strumento per l'analisi qualitativa dei casi di infortunio collegato al sistema di sorveglianza degli infortuni mortali e gravi.
Il caso
Il primo caso riguarda un infortunio durante attività di riparazione/manutenzione di una macchina.
Un lavoratore, capoturno in servizio, sta operando congiuntamente a due colleghi sulla linea 'pasta lunga' a seguito di un blocco-macchina causato dal malposizionamento di alcune canne portapasta. Il lavoratore si trova in prossimità del portellino di ispezione sito al piano di campagna, al fine di rimuovere tali canne, ed uno dei due colleghi si trova presso il quadro di azionamento della linea.
Il primo lavoratore comanda tale collega per l'azionamento e la fermata della macchina, al fine di far scorrere le canne e rimuoverle. Durante tali operazioni, a macchina ferma, cerca di rimuovere una di tali canne, la quale, inizialmente incastrata, si libera improvvisamente, facendo sbattere la mano destra del lavoratore contro una delle lamiere di separazione tra le parti meccaniche del macchinario e la pasta in lavorazione.
Il capoturno riporta lo schiacciamento della mano destra. L'infortunato ha dichiarato di non indossare i guanti da lavoro nonostante l'azienda glieli avesse forniti.
Questi i fattori causali identificati nella scheda:
- “tentativo di rimuovere a forza un elemento incastrato”;
- “mancato uso dei DPI (guanti)”.
Il secondo caso riguarda un infortunio di un operatore addetto alla macchina deputata alla produzione di materiali autoadesivi.
L’operatore, dopo che è stata effettuata l'operazione di spurgo della testa, si appresta al riassemblaggio dei pezzi, serrando una vite nella propria sede.
Improvvisamente da un foro presente fuoriesce adesivo ad alta temperatura che lo colpisce sull'avambraccio destro provocandogli un'ustione.
L'infortunato non usava guanti anticalore.
Questi i fattori causali dell’incidente rilevati dalla scheda:
- “l'infortunato non indossava guanti anticalore”;
- “presenza di elementi pericolosi (adesivo ad alta temperatura all'interno della macchina)”.
La prevenzione
Per avere qualche indicazione utile per la conoscenza, la scelta e l’uso di adeguati dispositivi di protezione individuale delle mani e delle braccia, possiamo fare riferimento al progetto multimediale Impresa Sicura - elaborato da EBER, EBAM, Regione Marche, Regione Emilia-Romagna e Inail - che è stato validato dalla Commissione Consultiva Permanente per la salute e la sicurezza come buona prassi nella seduta del 27 novembre 2013. Progetto che ha prodotto negli anni diversi materiali relativi alla prevenzione in vari comparti lavorativi (metalmeccanica, cantieristica navale, lavorazione del legno, calzature, ...) e una raccolta dettagliata di informazioni sui Dispositivi di Protezione Individuale nel documento “ ImpresaSicura_DPI”.
Quest’ultimo documento dopo aver descritto i rischi a cui sono soggette le mani (meccanici, biologici, chimici, fisici, termici, elettrici, ...), ricorda che la protezione da tali rischi si può ottenere tramite “ DPI di diversa conformazione anche in funzione della parte della mano e/o del braccio che si vuol proteggere”.
Ad esempio si possono utilizzare:
- guanti a manopola: “sono adatti per i lavori pesanti (‘presa grossa’). Possono essere facilmente sfilati in caso di necessità. Sono normalmente in pelle resistente e sono adatti soprattutto come protezione contro lesioni provocate meccanicamente, ad esempio trasporto, lavori di imbracatura, lavori di smistamento e riparazioni, presa o sostegno di oggetti di grande dimensione con superficie ruvida o spigoli vivi”;
- guanti a tre dita: “sono adatti per lavori che richiedono l’uso di singole dita (‘pinza chiave’), ad esempio saldatura, molatura e riparazioni”;
- guanti a cinque dita: “vanno usati quando è richiesta particolare destrezza delle mani (‘pinza pulpare e pinza fine’). Alla luce di queste esigenze essi dovranno essere prodotti in materiali sottili. In caso di emergenza i guanti a cinque dita vengono sfilati con difficoltà”;
- guanti a mezze dita: “vanno usati quando è richiesta particolare destrezza e sensibilità tattile delle dita”;
- ditali: “sono costruiti in materiali come gomma naturale, propilene o metallo e si utilizzano per la protezione delle estremità delle dita, lasciando libero il resto della mano”;
- manicotti: “sorta di manica grossa e corta, realizzata con vari materiali (maglia metallica, pelle, propilene, ecc.) aperta alle due estremità, in cui si infilano le braccia per proteggerle da vari rischi”;
- fasce di protezione dei polsi: “spesso in neoprene misto tessuto, con o senza imbottiture interne. Ideale sostegno per il polso che consente una minor sollecitazione dei tendini. Utilizzate in ambito sportivo, non sono da considerarsi come DPI propriamente detti”.
E in particolare i guanti di protezione “devono essere impiegati nei casi in cui i rischi non possono essere evitati o sufficientemente ridotti con misure tecniche di prevenzione, con mezzi di protezione collettiva, con misure, metodi o procedimenti di riorganizzazione del lavoro”. E la scelta dei guanti “dipende dalla mansione del lavoratore, dalle caratteristiche del guanto e dalla biocompatibilità”, ricordando che la “presa” deve essere sempre garantita.
Ci soffermeremo nei prossimi “Imparare dagli errori” sulla protezione da specifici rischi, come, ad esempio, il rischio di taglio.
Sito web di INFOR.MO.: nell’articolo abbiamo presentato le schede numero 3414 e 3300 (archivio incidenti 2002/2010).
Tiziano Menduto
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