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"Alle radici dell'olio"

fonte Italia Oggi / Sicurezza alimentare

04/02/2009 -

L’olio d’oliva vergine ed extravergine avrà la sua etichetta obbligatoria d’origine. Da luglio sulla confezione sarà obbligatorio riportare l’identità comunitaria o la provenienza extra-europea dell’olio. Sarà poi finalmente consentito dall’Ue l’utilizzo della dicitura «Product of Italy», a patto però che il prodotto sia 100% italiano. Il tutto deriva dalla modifica del Regolamento Ce 1019/2002, approvata ieri dal Comitato di gestione olio di oliva della commissione europea, col voto contrario della Grecia e l’astensione della Svezia. Un via libera giunto solo dopo che Bruxelles ha incassato il lasciapassare al testo dal Wto. Così, le imprese dovranno stampigliare sulle bottiglie il toponimo a cui richiamano le loro radici, già dal luglio 2009. Ma avranno poco, pochissimo tempo, per smaltire le scorte. L’olio stoccato nei magazzini ed etichettato in base al vecchio schema normativo Ce, dovrà essere venduto entro metà anno. Dal due luglio ogni «vecchia» bottiglia o damigiana dovrà sparire dagli scaffali e guai a chi le immetterà sul mercato. Scatterà la multa! Oggi, a stilare il tariffario delle sanzioni è l’art. 3 del d.lgs. 225/2005 che punisce le infrazioni al regolamento Ue 1019/2002 sulla commercializzazione dell’olio d’oliva. Ma non è escluso un nuovo intervento del legislatore in materia, visto che le multe in vigore possono colpire le sole infrazioni alle regole di etichettatura volontaria del prodotto:

Le miscele

Il provvedimento, si diceva, da un lato, mette al bando gli oli anonimi, ma dall’altro sdogana le miscele tra oli vegetali, finora proibite. Così, da luglio sarà possibile miscelare è vendere sul territorio Ue oli frutto di vegetali differenti. Ad esempio le miscele tra oli di semi di girasole ed oli d’oliva. Ma sarà anche consentito agli stati membri - qualora lo ritenessero opportuno -vietare la produzione di miscele sul territorio nazionale. Non l’import e la vendita però. Ciò consentirà alle aziende di trasformazione agroalimentare di produrre ovunque alimenti a base di miscele. Come «il tonno alla miscela di olio d’oliva e olio di semi...»

Import/export.

L’Italia è il crocevia del mercato dell’olio di oliva. L’approvvigionamento degli extra vergini da parte dell’industria italiana avviene in funzione degli andamenti quali quantitativi della campagna. In media tra 50 e centomila tonn. provengono da Puglia, Calabria, Sicilia e Campania. Cui si aggiungono 300 o 400 mila tonn. importate da Spagna, Grecia, Tunisia e altri paesi del Maghreb. Oltre 200 mila tonn. sono invece dirette all’estero, con un plus medio in valore del 50% e dove le quote di mercato italiane oscillano tra il 60 e l’80%. La produzione media italiana di olio di oliva si attesta sulle 650 mila tonnellate all’anno, mentre il consumo interno supera abbondantemente le 800 mila tonnellate.

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