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"Ogm, Europa divisa in due "
fonte Italia Oggi / Agroalimentare
17/02/2009 - Europa spaccata sulle clausole di salvaguardia nazionali sugli ogm e sul conseguente blocco alle coltivazioni di transgenico, deciso da Francia e Grecia. Ieri, la commissione europea non è riuscita a trascinare Atene e Parigi alla revoca dei loro divieti nazionali di coltivazione del mais ogm “Mon810”, prodotto da Monsanto. Un tentativo che l’esecutivo comunitario intendeva far passare attraversol’accettazione di una linea più «liberista» sul transgenico, in seno al Comitato permanente europeo per la catena alimentare e la salute animale. Comitato in cui siedono e votano gli esperti dei governi dei ventisette stati membri. Bene, il comitato si è riunito da ieri mattina nella capitale belga. Ed ha concluso l’esame della richiesta avanzata dalla commissione europea, senza che sia emersa una maggioranza qualificata né a favore né contraria. La proposta della commissione ha incassato, nel sistema di voto ponderato in vigore nel Consiglio Ue, solo 123 voti a favore, da parte di nove stati membri (Regno Unito,Svezia, Romania, Portogallo, Spagna, Olanda, Estonia, Finlandia, Slovacchia); 132 sono stati i voti contrari, da parte di 12 paesi (Slovenia, Belgio, Irlanda, Francia, Cipro, Grecia, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Ungheria, Austria, Polonia). Quattro stati si sono, invece, astenuti, per un totale di 58 voti: Bulgaria, Danimarca, Repubblica Ceca e Italia (che generalmente vota contro), Mancavano, invece, i rappresentanti di due paesi, Germania e Malta, per un totale di 32 voti. Per ottenere la maggioranza qualificata si devono raccogliere 255 voti sul totale di 345. Non essendo stata raggiunta la soglia richiesta, le decisioni saranno rinviate adesso al livello ministeriale (in seno al consiglio ambientale o agricoltura dell’Unione), dove si voterà con il medesimo meccanismo. Se anche in questo caso non ci sarà maggioranza qualificata, la commissione Ue potrà adottare le proprie decisioni da sola, come ha sempre fatto negli ultimi anni, ogni volta che proponeva l’approvazione di un nuovo prodotto ogm da importare. Va evidenziato, però, che non è mai successo che una simile decisione fosse presa unilateralmente dalla commissione in relazione a piante transgeniche da coltivare nel territorio dell’Unione. Il mais Monsanto Mon810 è infatti l’unico ogm coltivato su scala commerciale in Europa (circa 100.000 ettari in Spagna e alcune decine di migliaia in alcuni paesi. Modificato per esprimere la tossina Bt, letale per i lepidotteri infestanti come la piralide, questo mais transgenico era stato autorizzato in tutta l’Unione europea prima della moratoria ‘de facto’ introdotta partire dall’ottobre 1998. La moratoria si è conclusa nel luglio 2004, ma solo per l’importazione di prodotti transgenici coltivati fuori dall’Ue. Nessun ogm ha più ottenuto, invece, un’autorizzazione alla coltivazione nel territori dell’Unione negli ultimi 10 anni. Già due volte l’esecutivo comunitario aveva tentato di imporre abolizione di divieti nazionali coltivazione di ogm (in Austria Ungheria), ed era stata sconfitta in consiglio europeo, ritrovando la maggioranza qualificata degli stati membri contro. Proprio si casi austriaco e ungherese, il 2 marzo, in consiglio ambiente Bruxelles, ci sarà la resa dei conti finale, con la commissione ci chiederà un’altra volta il voto degli stati membri a per potere imporre la revoca dei due divieti nazionali. Per i casi greco e francesi invece, è ancora troppo presto bisognerà aspettare una riunione ministeriale successiva.
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