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"Diossine dell’Ilva. Accordo tra azienda, Regione e governo"
fonte Corriere del Mezzogiorno / Ambiente
20/02/2009 - ROMA - «Alla fine ha prevalso il buon senso e il rispetto per i lavoratori e i cittadini di Taranto e Statte».Peppe Lazzaro, della Fim Cisl jonica, è soddisfatto dei risultati raggiunti nel corso della riunione convocata ieri pomeriggio a palazzo Chigi dal sottosegretario Gianni Letta. L’Ilva è salva, non chiuderà i battenti perché strangolata dalle date capestro che la legge regionale sull’abbattimento delle emissioni di diossina le impone. E la città ha avuto garanzie perché nell’arco di due anni l’aria sarà più pulita. C’è voluta l’abilità di Letta a mettere tutti d’accordo, a smussare le rigidità della Regione che dall’incontro precedente era uscita dicendo, con il presidente Nichi Vendola, che «la legge non si tocca» (e, invece, dovrà essere modificata entro il 31 marzo); e anche a convincere Fabio Riva che il secondo step di contenimento della diossina può essere davvero raggiunto entro il 30 dicembre 2010, previa verifica di Arpa e Ispra delle migliori tecnologie utilizzabili all’uopo. Così alla fine tutti hanno plaudito: i ministri all’Ambiente e agli Affari regionali (Stefania Prestigiacomo: «E’ stato raggiunto un accordo positivo per l’ambiente e per il lavoro»; Raffaele Fitto: «Un buon esempio di cooperazione tra le istituzioni»). I sindacati («Non ci sono né vinti, né vincitori, stasera ha vinto il buon senso», ha dichiarato il segretario regionale Uil Aldo Pugliese, il quale però mantiene alta l’allerta per la cassaintegrazione). E naturalmente Vendola, il quale, ringraziando Letta, ha detto: «La Puglia è contenta perchè ha fatto un passo in avanti e non un passo indietro». Non ha però risparmiato un attacco all’azienda che «deve lavorare in modo serio senza giri di valzer». Poi così ha concluso il presidente pugliese, che ha accettato di modificare la legge: «Non abbiamo ceduto sul punto di arrivo della legge regionale, il limite di 0,4 nanogrammi per metro cubo a dicembre 2010 Infine ilva, per bocca del direttore dello stabilimento tarantino, Luigi Capogrosso, esprime soddisfazione per «la ritrovata volontà di tutte le istituzioni, governo, Regione Puglia e dei sindacati a sostenere la continuità produttiva e lo sviluppo dello stabilimento. Grazie all’accordo l’ilva potrà proseguire gli sforzi e gli investimenti per l’implementazione delle migliori tecniche disponibili per la salvaguardia ambientale e al tempo stesso garantire la piena operatività dello stabilimento e i suoi livelli occupazionali». Ieri, dunque, si sono decise alcune cose precise, contenute in un protocollo integrativo dell’accordo di programma sottoscritto nell’aprile 2008: tre articoli in tutto con cui la Regione si impegna ad emanare entro marzo «una norma primaria che costituisca interpretazione autentica della legge regionale numero del 16 dicembre 2008», cioè una modifica in base alla quale si disciplinano le misurazioni delle emissioni (semestrali) a carico di Arpa; si stabilisce senza ombra di dubbio che «il valore delle emissioni derivato da ciascuna campagna sarà ottenuto operando la media aritmetica dei valori misurati, previa sottrazione dell’incertezza pari al 35%». Cosa significa? Come più volte spiegato dall’azienda, con la messa in funzione dell’impianto disinquinante all’urea si potranno abbattere le emissioni di diossina da 7 a 3,5 nanogrammi per metro cubo, troppo poco secondo i dettami della legge regionale che, richiamandosi al protocollo di Aarhus, comunque fin da dicembre aveva previsto lo «sconto» (incertezza di misurazione, il termine tecnico) del 35%. Così Arpa potrà certificare i 2,5 nanogrammi previsti dalla normativa. Un limite che dovrà essere raggiunto non più entro il 31 marzo, ma entro il 30 giugno. Infine si fissa un altro paletto: entro il prossimo 30 dicembre Ilva dovrà presentare uno studio di fattibilità per l’adeguamento degli impianti che dovranno essere in grado di ridurre ancora le emissioni di diossina, fino a 0,4 nanogrammi entro il 2010. Per farcela l’azienda dovrà utilizzare tecniche disinquinanti sofisticatissime, da reperirsi sul mercato e per verificarne la possibilità ci penseranno Ispra e Arpa a portare avanti la ricognizione. Quindi ministero dell’Ambiente e Regione si riuniranno per valutare il piano di ilva e il lavoro di Arpa e Ispra e su questa base adottare le decisioni conseguenti. Ma questo viene dopo, dopo il rilascio da parte del ministero dell’Ambiente dell’Autorizzazione integrata ambientale, in base alla quale l’acciaieria può continuare a funzionare. Questo passaggio dirimente - afferma Prestigiacomo arriverà dopo il passaggio normativo che la Regione dovrà adottare. Ha spiegato l’assessore Michele Losappio che entro una decina di giorni sarà presentata in giunta la modifica alla legge e poi toccherà all’aula approvarla. Insomma, tutto bene. Conclude Susanna Camusso, segretaria confederale della Cgil: «Ci fa piacere che a Palazzo Chigi vengano minata la Costituzione», riferendosi alle parole del sottosegretario Letta.
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