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"Frutta marcia e vino senza uva Europa ko di regole bislacche "

fonte il Sole 24 ore, E. Brivio / Sicurezza alimentare

07/06/2009 -
La Commissione Ue è impegnata a dibattere sui criteri di qualità per frutta e verdura, adottati dai ministri Ue dell'agricoltura. Su questo punto è evidente come diversa sia la percezione delle assurdità comunitarie a Uppsala o a Bari, in un'Europa del Nord, meno rigorosa sugli standard alimentari, e in un'Europa del Sud, risoluta nel controllo della qualità. Il fatto che dal 1° luglio cadranno il vincoli sulla qualità di frutta e verdura - e quindi si potranno vendere anche banane e cetrioli raffermi -  è stato criticato da Coldiretti. Così come fanno rabbrividire noi italiani pratiche enologiche ammesse nei paesi scandinavi e vidimate da Bruxelles: il vino da frutti di bosco, il rosé ottenuto miscelando vini bianco e rosso senza alcuna indicazione in etichetta o i trucioli di legno nel vino invecchiato in barrique. O i grassi di sostituzione del burro di cacao ammessi fino al 5% nel cioccolato e le polveri di caseina fino al 10% al posto del latte nei formaggi. Per questo l'Italia si è trovata in rotta di collisione con l'Europa sull'etichettatura. La concezione di un mercato unico e standardizzato ha portato la Commissione ad avviare procedure di infrazione nei confronti di Roma perché voleva indicare la provenienza italiana dell'olio extravergine o del pollo. Ora per un nuovo regolamento Ue prevede dal 1° luglio l'origine dell'olio e il commissario Ue all'Agricoltura Marianne Fisher Boel ha indicato la disponibilità ad ammettere sui prodotti alimentari la etichette di origine "Unione europe/Paese ". Un onorevole compromesso comunitario Nord-Sud.

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