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"Sul Lavoro ispezione più mirate"

fonte Il Sole 24 ore, Andrea Carli / Sicurezza sul lavoro

06/05/2010 - Cambia la strategia ispettiva. Per chi effettua ogni giorno controlli sul territorio, alla ricerca di aziende che impiegano lavoratori irregolari o evadono contributi o premi, le carte da giocare sono principalmente due: scrematura preliminare delle richieste di intervento e valorizzazione della conciliazione monocratica. «Occorre razionalizzare le forze che abbiamo a disposizione, lanciare controlli sempre più mirati - spiega Eufranio Massi, responsabile della direzione provinciale dei Lavoro di Modena -. Per esempio, non ha molto senso ispezionare un istituto di credito, dove è probabile che le violazioni sostanziali delle regole siano ridotte al minimo, se non nulle. È più opportuno concentrare gli interventi laddove e possibile che si anni di il nero: nell`edilizia, ad esempio. Daquesto punto di vista, l`attività di intelligence può fornire un contributo risolutivo. Se la tariamo nella maniera giusta, possiamo andare quasi a colpo sicuro». Attenzione massima alle irregolarità sostanziali, in un cantuccio le violazioni più formali e burocratiche. Per dirla con le parole del ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi: «Non mettetevi a limare le unghie alle zanzare. Andate piuttosto a cercare gli elefanti nella prateria che, soprattutto nel Mezzogiorno, ci sono». Secondo Sergio Trinchella, direttore della Dpl di Napoli, «nasce la figura dell`ispettore-consulente, che cerca di dare al datore di lavoro le dritte per mettersi in regola. E poi si tenta di far leva - conclude Trinchella sulla conciliazione monocratica». Si tratta del tentativo di trovare, prima dell`azione ispettiva, una soluzione di fronte alla richiesta di intervento dei lavoratore. «Nel 2009 abbiamo tentato circa 1.400 conciliazioni monocratiche, l`anno prima - commenta Antonio Marcianò, responsabile della direzione regionale del lavoro della Lombardia - erano 913. Ne sono riuscite solo 581: il sistema comincia adesso a girare. Un altro strumento che andrebbe sviluppato è la certificazione del rapporto di lavoro, che ancora stenta a decollare». Anche in Lombardia, ricorda Marcianò sono diminuite le aziende ispezionate (-6,7%), con un aumento dei lavoratori irregolari individuati: dai circa 25mila del 2008 agli oltre 37mila dell`anno scorso. Incardinata in un decreto legistativo del 2004 (il 124), queste strategia ispettiva è stata rilanciata da Sacconi con una direttiva del settembre 2008. A genna io 2009,il meccanismo è divenu-, to operativo. Pochi giorni fa il mi-; nistro ha fornito, in un`audizione alla Camera, i primi numeri, (si veda <dl Sole 24 Ore» del 30 aprile). Lo scorso anno le ispezioni sono state di numero inferiore (-3,64"10), ma la selettività` degli interventi «ha portato risultati soddisfacenti». Tra questi, crescita del 61% dal 2008 al` 2000 delle maxisanzioni per il lavoro aumento del 273% delle violazioni accertate relative agli appalti, più 97% per illeciti o evasioni contributive. Il primo passo è stato quello, di convincere l`ispettore "vecchia maniera", abituato a interve nire anche per questioni formali, dei vantaggi dei nuovo approccio. «In un certo senso - spiega` Paolo Pennesi, direttore generale per l`attività ispettiva del ministero - abbiamo "pesato" gli interventi con un piano-qualità, assegnando a ogni violazione un certo punteggio, che aumenta più la violazione accertata è sostanziale». Per una mancata comunicazione al centro per l`impiego, l`ipettore può ottenere 0,5 punti. Per il lavoro nero i punti diventano sei. «Il problema - continua Pennesi - è che in Italia le unità produttive sono oltre nove milioni, gli ispettori non sono più di 5mila; nel complesso gli interventi, compresi quelli di Inps e Inail, sono circa 300mila l`anno. Il controllo può essere solo a campione. Stiamo cominciando a individuare parametri legati ai singoli comparti, così da incrociare i dati e individuare i fattori anomali. E ciò prima di mandare gli ispettori». Meno ispezioni vuoi dire anche maggior dialogo tra le istituzioni coinvolte nell`accertamento. «Con l`Inps - afferma Marco Esposito, direttore della Dpl di Roma - riusciamo a organizzare interventi in comune, così come con le Asl per quanto riguarda i cantieri edili, come quelli della metropolitana. Ma sul coordinamento - ammette il, dirigente c`è ancora da lavorare».

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