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"Trattori killer: responsabili del 38% delle morti sul lavoro"
fonte agi / Sicurezza sul lavoro
19/06/2010 - Non contando le ultime vittime del mese in corso siamo a 192 di morti sul lavoro in Italia nel 2010. Sono 51 i morti registrati nel Paese nel solo mese di maggio. Un vero e proprio bollettino di guerra che vede in cima alla triste graduatoria della tragedia la Lombardia con 34 morti bianche e il 17 per cento di tutti gli incidenti mortali sul lavoro verificatisi nel Paese nei primi cinque mesi dell’anno, seguita dal Veneto (19 casi) e dalla Puglia (17). Nessuna vittima fortunatamente è stata registrata in Umbria e in Valle d’Aosta, anche se poi a giugno nel “cuore verde” d'Italia non è andata altrettanto bene. E in cima alla graduatoria delle incidenze più significative e preoccupanti troviamo il Molise (18), seguito dalla Calabria (17,1), dall’Abruzzo (16,2) e dal Trentino Alto Adige (15). Mentre la Lombardia e il Veneto che pure hanno il numero di vittime più elevato fanno rilevare livelli di incidenza tra i meno elevati e rispettivamente pari a 7,9 e a 9. La Toscana, invece, la regione con l’incidenza più bassa delle morti bianche sulla popolazione lavorativa. Con un indice pari a 3,2 (3,2 morti ogni milione di occupati) è seguita da Basilicata (5,2), Piemonte e Lazio(5,4). A rivelarlo è la più recente elaborazione condotta dall’Osservatorio sulla Sicurezza di Vega Engineering che ha stilato una nuova mappatura dell’emergenza basata sul rapporto tra infortuni mortali e lavoratori occupati. Ed è ancora una volta l’agricoltura a proporre lo scenario peggiore. Perché è ancora sui campi, utilizzando macchinari pesanti e praticando percorsi piuttosto accidentati che si verifica il maggior numero di morti. Per la precisione il 38 per cento delle morti bianche. Segnando così un incremento nell’incidenza rispetto al mese di aprile quando le morti degli agricoltori arrivavano a rappresentare il 31,9 per cento delle morti bianche del Paese. Segue il settore delle costruzioni che, sebbene abbia subito una flessione da aprile a maggio continua ad essere in cima alla graduatoria del pericolo con il 21,4 per cento dei casi. Mentre la prima causa di morte (24 per cento dei casi) è il ribaltamento di mezzi o veicoli in movimento, seguita dalla caduta dall’alto ( 21,9 per cento). E l’Osservatorio sulla Sicurezza va oltre nell’indagare l’emergenza morti bianche con l’identikit anagrafica delle vittime. Ad essere più colpita è la fascia di lavoratori ultrasessantenni (circa un terzo delle vittime registrate da gennaio a maggio). Seguita da quelli che hanno un’età compresa tra i 40 e i 49 anni (47 le vittime da gennaio a maggio).
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