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"Tutti colpevoli? Nessun colpevole"
fonte Il Sole 24 ore / Sicurezza sul lavoro
06/11/2010 - In materia d'infortuni sul lavoro non c'è sforzo che non vada fatto. A tutti i livelli della catena: dalle imprese agli addetti, dagli enti ispettivi alla magistratura, chiamata ad accertare mancanze ed erogare pene. E quanto ci sentiamo di dire, in premessa, riflettendo sulle notizie che dopo Paderno Dugnano (7 feriti, di cui tre gravi) sono arrivate ieri dalla Puglia (terzo morto in tre giorni) e da Brescia (un operaio albanese deceduto). Le morti bianche sono una realtà su cui si ha ancora molto da fare. Non si parte però da zero, se si dà un'occhiata ai dati: nel 2009 gli infortuni sono calati del 9,7% rispetto all'anno precedente e i casi mortali sono scesi del 6,3. Certo vorremmo che ci fossero più attenzione, più spesa, più ispezioni. Vorremmo anche che si seguissero strade razionali, anche in via giudiziaria. Affermare - come ha fatto la Cassazione sul caso Montefibre di Verbania - che la reponsabilità della morte di 11 operai uccisi dall'amianto spetta all'intero cda, non ci sembra andare in questa direzione. Perché allargando la responsabilità a un collegio intero si finisce per diluirla. Avverando il vecchio adagio: tutti colpevoli, nessun colpevole.
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