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"Demanio marittimo, critiche alle previsioni del DL Sviluppo"

fonte redazione insic / Normativa

11/05/2011 - A seguito dell’approvazione del DL sviluppo è sorta una contestazione in merito al demanio marittimo, oggetto di una possibile privatizzazione. Il ministero per i Beni e le Attività Culturali, tramite un comunicato ha chiarito che “L’approvazione della concessione delle spiagge italiane per i prossimi novant’anni ai proprietari degli stabilimenti balneari, non è un via libera alla cementificazione delle coste. Il rispetto dei vincoli di tutela del paesaggio e del patrimonio culturale è la condizione principale per cui il ministro, Giancarlo Galan, si è confrontato durante la riunione dell’esecutivo e per cui ha ottenuto che non vi fosse nessuna deroga alle norme di tutela paesaggistica prevista dal DL n. 42 del 22 gennaio 2004, (Codice Urbani). In particolare rimangono in vigore tutte le disposizioni riguardanti la tutela delle coste e delle spiagge previste a partire dalla legge n. 431 dell’8 agosto 1985, (Legge Galasso)" Sul provvedimento era tuonata la critica di Vasco Errani che, temendo il ricorso alla privatizzazione, aveva spiegato che “parlare di diritto di superficie dato per 90 anni vuol dire togliere dalla disponibilità pubblica un bene che è, appunto, di tutti. Senza contare che si espone il Paese, ancora una volta, a un grave imbarazzo in sede europea, dato che il provvedimento del Governo tende, in realtà, ad aggirare le regole dell'Ue in tema di sfruttamento del demanio marittimo a fini turistici, tema sul quale è stata aperta una procedura di infrazione contro l'Italia". Il provvedimento quindi non valorizzerebbe il patrimonio pubblico perché finirebbe per privatizzare una fetta consistente di demanio e rischierebbe di aprire la strada alla speculazione sugli arenili, danneggiando l'ambiente. Più polemica Legambiente, che in merito al provvedimento paventa la realizzazione di palazzi e centri commerciali vista mare e ricorda come il provvedimento non distinguerebbe tra edifici che hanno una concessione e quelli abusivi, aprendo così le porte al condono per centinaia di edifici e interi villaggi. Infatti, il decreto, escludendo completamente il Ministero dei Beni culturali dalla identificazione delle aree inedificabili e dalla concessione del diritto di superficie, di fatto apre le porte a nuovi edifici sulle spiagge. "Con il trasferimento del demanio marittimo alle Regioni nell'ambito del federalismo si può arrivare - secondo Sebastiano Venneri, vicepresidente nazionale di Legambiente - ad aggirare, in accordo con i Comuni e i privati, qualsiasi tutela oggi esistente".

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