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"Sostanze psicotrope: la valutazione dell’idoneità alla guida"
fonte PuntoSicuro / Sicurezza sul lavoro
26/07/2011 -
Un’analisi degli accertamenti chimico-tossicologici per valutare
l’idoneità alla guida in relazione all’uso di sostanze stupefacenti e
psicotrope. La normativa, i metodi di analisi, la cocaina, i fattori
predittivi e l’effetto deterrente.
PuntoSicuro ha approfondito più volte in questi anni il tema relativo al consumo di alcol e droghe, un fenomeno che ha una grande diffusione in tutte le fasce di età e in ogni ambiente di vita. E nell’ambiente lavorativo sappiamo che un presupposto necessario per la tutela della sicurezza sono proprio le idonee condizioni psico-fisiche dei lavoratori.
PuntoSicuro ha approfondito più volte in questi anni il tema relativo al consumo di alcol e droghe, un fenomeno che ha una grande diffusione in tutte le fasce di età e in ogni ambiente di vita. E nell’ambiente lavorativo sappiamo che un presupposto necessario per la tutela della sicurezza sono proprio le idonee condizioni psico-fisiche dei lavoratori.
Torniamo
su questo tema con un articolo apparso nel numero di aprile/giugno 2011 del Giornale Italiano di Medicina del Lavoro ed
Ergonomia, un articolo che affronta i problemi dell’idoneità alla guida in
relazione all’eventuale consumo di sostanze
stupefacenti e psicotrope.
In
“
La
valutazione dell’idoneità alla guida in relazione all’uso di sostanze
stupefacenti e psicotrope. Studio epidemiologico della casistica veronese”
– a cura di Anna Bertaso, Jennifer P.
Pascali, Eloisa Liotta e Aldo Polettini (Dipartimento di Sanità Pubblica &
Medicina di Comunità, Università degli Studi di Verona) - si ricorda che la guida sotto l’effetto di sostanze
stupefacenti rappresenta un grave problema per la sicurezza stradale e la
legge italiana “vieta il rilascio o la conferma della patente di guida a
chiunque si trovi in stato di dipendenza o faccia un consumo abituale di sostanze
stupefacenti o psicotrope”.
In
particolare la
diagnosi di idoneità alla
guida in relazione all’uso di sostanze stupefacenti e psicotrope è normata
in Italia dall’art. 119 (“Requisiti fisici e psichici per il conseguimento
della patente di guida”) del Decreto
Legislativo n. 285 del 30 aprile 1992 (Nuovo Codice della Strada) e
successive modifiche e integrazioni, nonché dagli artt. 319 e 320 del relativo
Regolamento d’Attuazione (D.P.R. 495/1992 e successive modifiche e
integrazioni).
La
normativa vigente stabilisce che la patente di guida non deve essere rilasciata
né confermata a soggetti
che si trovino
in stato di dipendenza attuale da alcool, stupefacenti o sostanze psicotrope né
a persone che comunque consumino abitualmente sostanze capaci di compromettere
la loro idoneità a guidare senza pericoli.
La
normativa prevede che la valutazione delle condizioni di consumo abituale e/o
di dipendenza da sostanze d’abuso sia affidata alle
Commissioni Mediche Provinciali per le Patenti, che si avvalgono di
accertamenti chimico-tossicologici eseguiti sulle urine e/o sui capelli.
E
tra i soggetti che “sono tenuti a sottoporsi alla suddetta valutazione vi sono,
in particolare,
i soggetti inviati dal
prefetto o dall’ufficio competente del Dipartimento per i trasporti terrestri,
e i soggetti per i quali gli esiti forniti a seguito di accertamenti clinici,
strumentali e di laboratorio pongono nel medico fondati dubbi circa l’idoneità
e pertanto la sicurezza della guida, nonché i soggetti risultati positivi
agli accertamenti per la guida sotto l’effetto di alcol e di sostanze
stupefacenti (art. 186 e 187 CdS).
Tra
l’altro una recentissima modifica dell’art. 119, entrata in vigore il 13 Agosto
2010 “impone inoltre, a scopo preventivo, che per
il primo rilascio della patente di guida di qualunque categoria, ovvero
di certificato di abilitazione professionale di tipo KA o KB, il soggetto
interessato esibisca apposita certificazione da cui risulti il non abuso di
sostanze alcoliche
e il non uso di sostanze stupefacenti o
psicotrope rilasciata sulla base di accertamenti clinico tossicologici.
Si
ricorda poi che per quanto attiene i lavoratori
adibiti a
mansioni
che
comportano
rischi per la sicurezza, l’incolumità e la
salute proprie e di terzi, la diagnosi di tossicodipendenza
o di assunzione sporadica di sostanze stupefacenti è affidata, “in base a
quanto previsto dal Provvedimento 30 ottobre 2007 della Conferenza Unificata
Stato-Regioni e P.A. alla figura del medico
competente che per tale diagnosi è tenuto ad avvalersi di un accertamento
eseguito su campione urinario raccolto con preavviso al lavoratore non
superiore alle 24 ore. Tale accertamento
deve essere obbligatoriamente eseguito a cura e spese del datore di lavoro,
dopo l’assunzione e prima dell’affidamento della mansione al lavoratore”.
Tuttavia si precisa che le modifiche
apportate al Decreto
legislativo 81/2008 dal D.Lgs. 106/2009 “consentono,
nei casi e alle condizioni previste dall’ordinamento, su scelta del
datore di lavoro, l’effettuazione di visite mediche preventive in fase
preassuntiva da parte del medico competente o dai dipartimenti di prevenzione
delle ASL
finalizzate alla verifica di
assenza di condizioni di alcol dipendenza e di assunzione di sostanze
psicotrope e stupefacenti.
Dopo
questo excursus necessario sulla normativa e sulle diverse casistiche, veniamo
allo
studio oggetto dell’articolo
che presentiamo.
Lo
studio si è proposto di
analizzare i risultati degli accertamenti
chimico-tossicologici effettuati, su richiesta della Commissione Medica
Locale Provinciale (C.M.L.), per le
patenti di Verona, dal laboratorio di Tossicologia Forense del Dipartimento di
Sanità Pubblica e Medicina di Comunità dell’Università di Verona “con
l’obiettivo di:
-
valutare frequenze relative di positività ed eventuali trend per le diverse
classi di sostanze d’abuso nel periodo 2003- 2008;
-
definire, nell’ambito della popolazione esaminata, i principali fattori di
rischio per la positività all’accertamento;
-
identificare l’approccio diagnostico più efficace per la valutazione di
idoneità alla guida in rapporto all’uso di droga”.
Tal
studio, che è relativo all’arco temporale 2003-2008, fa riferimento a 981
richieste pervenute dalla C.M.L.; richieste
che corrispondevano nella grandissima maggioranza dei casi “a una delle
seguenti
tipologie:
- conducenti di autoveicoli, a cui le forze di
polizia avevano contestato il reato di guida in stato di intossicazione acuta
da sostanze
stupefacenti o psicotrope;
- conducenti a cui era stata sospesa la patente
di guida perché risultati positivi agli accertamenti per uso di sostanze
psicoattive o d’abuso a seguito di un incidente stradale;
- tossicodipendenti,
in carico a strutture pubbliche o private per la cura e riabilitazione degli
stati di tossicodipendenza;
- individui a cui la patente di guida era stata
sospesa a seguito di una segnalazione alla prefettura per uso o detenzione di sostanze
stupefacenti”.
Vediamo alcuni dei
risultati dello studio:
-
“degli utenti convocati nel periodo esaminato, oltre un quarto non si è
presentato”. “Tra i rimanenti, 231 utenti sono risultati
positivi per una o più sostanze stupefacenti e psicotrope
nell’urina e/o nei capelli (24% del totale, 32% degli utenti presentati). Gli
utenti risultati negativi (n=483) sono stati pari al 49% del totale e al 68%
degli utenti che si sono sottoposti all’accertamento;
-
“durante il periodo esaminato la
cocaina
è stata in assoluto la sostanza
stupefacente riscontrata più frequentemente. In particolare si sono avuti
124 casi di positività (17% degli accertamenti eseguiti nel periodo di tempo
considerato) per la cocaina
(e/o suoi metaboliti), seguita da
cannabinoidi con il 12% e dalle benzodiazepine con il 6%. Percentuali di
positività inferiori al 5% sono state osservate per oppiacei (3%), amfetamine e
metilendiossiamfetamine (3%), metadone (2%) e barbiturici (1%). In “quasi un
terzo degli accertamenti (29%) si è trattato di positività per più classi di
sostanze d’abuso, una delle quali era generalmente costituita dalla cocaina e,
in particolare, la combinazione cocaina-cannabinoidi è stata la più frequente”;
-
il
confronto tra l’analisi delle urine e
dei capelli “ha confermato la complementarietà delle due matrici biologiche
e, dunque, la necessità di effettuare entrambe le analisi al fine di massimizzare
la sensibilità epidemiologica dell’accertamento”;
- si rileva “come siano emerse diverse
associazioni tra possibili ‘
fattori
predittivi di positività’ e la generica positività al test”. Ad esempio
“BMI<18,5 (Body Mass Index, ndr), tabagismo,
non consumo di caffè, ipertensione di grado lieve e, naturalmente, anamnesi
positiva per uso di sostanze stupefacenti) ovvero, in alcuni casi, la
positività a una o più classi di sostanze specifiche (es. giovane età e
amfetamine, ipertensione lieve e positività a cocaina, BMI e positività per
THC). Per alcuni di tali fattori la differenza osservata tra positivi e
negativi, pur approssimandosi alla significatività statistica, non la raggiunge
e sarà dunque interessante verificare su una maggiore mole di dati il loro
effettivo ruolo”;
Lo
studio ha infine dimostrato come “l’accertamento di idoneità alla guida
costituisca un
efficace deterrente
al consumo
di droghe dal momento che soltanto circa un quarto dei soggetti positivi al
primo controllo risulta nuovamente positivo al secondo controllo”. Del resto è
evidente come la patente di guida “giochi un ruolo determinante sul piano sia
professionale, sia sociale e come il non dovervi rinunciare sia mediamente
considerata una valida contropartita all’astinenza dalle droghe”.
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