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"Progetti per la prevenzione dei rischi nell’assistenza domiciliare"
fonte puntosicuro.it / Sicurezza sul lavoro
12/12/2011 - Parlare di assistenza domiciliare, di
attività socio-sanitarie, educative e
assistenziali vuol dire affrontare tematiche e contesti lavorativi che
presentano numerosi rischi per gli operatori impegnati, rischi che non sempre
vengono sufficientemente sottolineati e valutati.
Il settore
sanitario e dei servizi di assistenza alla persona è, infatti, un settore
variegato che costituisce
uno dei più
corposi comparti occupazionali in Europa, con una pluralità di figure
professionali, mansioni ed attività lavorative e un’importante presenza di
forza lavoro femminile (circa il 77% del totale). Secondo alcuni dati europei
il tasso di infortuni sul lavoro in questo settore è del
34% superiore rispetto alla media Ue in altri comparti e i
principali
fattori di rischio sono
correlati a sollecitazioni
muscoloscheletriche, a esposizione ad agenti chimici, fisici e biologici
nocivi, all’articolazione del lavoro su turni. Senza dimenticare i rischi di
natura psico-sociale (violenza, mobbing e stress)
e socio-demografica (c’è una presenza sempre più massiccia di operatori
stranieri ed extracomunitari).
Abbiamo
affrontato questi temi presentando nei giorni scorsi gli atti del seminario dal
titolo “ La
tutela della salute e della sicurezza sui luoghi di lavoro in ambito
socio-sanitario, educativo e assistenziale”, seminario che si è tenuto l’11
novembre 2010 a Torino e che è stato organizzato da ARCA,
DROM e INFORCOOP e finanziato dal Fondo Interprofessionale FONCOOP.
Due
interventi al seminario hanno presentato alcuni interessanti progetti, finalizzati
al miglioramento della prevenzione della salute e della sicurezza degli
operatori del comparto, che sono presenti, come allegati, nel documento che
raccoglie agli atti della giornata di lavoro.
In
“
La tutela della salute e della
sicurezza sui luoghi di lavoro in ambito socio sanitario, educativo e
assistenziale: presentazione progetti ARCA e DROM”, a cura di Sabina
Bellione (Consorzio DROM) e Fabio
Cavallin (Consorzio ARCA)
vengono presentati brevemente i punti cardine dei progetti.
In
relazione al progetto “
Lavorare in
sicurezza nei servizi di assistenza domiciliare” si indica che il campo di
applicazione del Decreto
legislativo 81/2008 prevede all’art.3-bis “l’applicazione del decreto alle
cooperative sociali con la particolarità di tener conto delle attività svolte”.
L’
obiettivo del progetto è quello di “offrire
alle imprese cooperative sociali dettagliate informazioni sui rischi di
carattere generale, esistenti nei luoghi di lavoro (supportandoli nell’analisi
dei propri contesti aziendali), ed in
particolare nei contesti di lavoro
domiciliare e sulle misure di prevenzione e di emergenza da adottare in
relazione alle attività svolte”.
Infatti
l’
assistenza domiciliare è “un
fenomeno in continua crescita, dato il prolungarsi delle aspettative di vita
delle persone (se pensiamo alla sola assistenza domiciliare agli anziani, si
conta dal 2001 al 2007, un aumento della popolazione over 65 di circa due punti
percentuale dal 18% al 20% della popolazione)”.
Nel
progetto vengono presentati i contesti aziendali del settore, con riferimento
anche ai contesti lavorativi (“l’abitazione dell’utente in cui possono essere
offerte prestazioni diverse: mediche, infermieristiche, riabilitative e
socio-assistenziali, con diversi gradi di intensità, a seconda delle necessità
che la persona richiede”), nonché le tematiche formative proposte per ogni iniziativa
formativa e l’articolazione del
piano formativo.
Nell’intervento
di Fabio Cavallin si presenta invece il progetto “
La prevenzione dei rischi nei servizi domiciliari sanitari alla persona”,
progetto che comprende varie attività: una Ricerca azione, la formazione e
alcuni seminari.
Questi
gli
obiettivi:
-
“indagare le buone pratiche nei servizi sociali”;
-
“analizzare le metodologie di valutazione
stress lavoro correlato”: uno dei punti di partenza del progetto è
analizzare lo stress correlato. “Chi si occupa di questo settore sa bene che è
un settore a rischio di burn-out”;
-
progettare un modello di valutazione dello stress lavoro correlato specifico
del settore: ad esempio se il turn over può essere visto come indice di stress
lavorativo, “nel nostro settore questo dato può avere un significato
diverso, è facile che un operatore dopo quindici anni di lavoro nello stesso
servizio sia ‘brasato’ mentre cambiare” (turn over interno) è un fattore di
protezione rispetto allo stress”.
In
particolare gli
obiettivi della ricerca
sono:
-
“analisi dei rischi registrati e percepiti dalle persone intervistate
riguardanti l’operatore e la sua relazione con il paziente/assistito, l’
ambiente di lavoro, l’erogazione e l’organizzazione dei servizi domiciliari
agli anziani;
-
il disegno della mappa dei rischi collegati ai servizi domiciliari offerti da
due cooperative di DROM e le raccomandazioni per la prevenzione”.
Si
ricorda che il
servizio domiciliare,
riassunto nei suoi caratteri essenziali, è “concretamente reso dall’operatore
attraverso lo svolgimento di varie attività (igiene personale di vario tipo,
preparazione pasto, igiene ambientale,
spesa), la priorità delle quali è stabilita nel programma settimanale dal
coordinatore. Poche attività non richiedono l’interazione con il
paziente/assistito. Il servizio domiciliare determina una tensione di ruolo
fisiologica nel singolo operatore che, quando non riesce più a gestirla, si
traduce nell’abbandono del posto di lavoro (il tasso di turn over è di circa il
20 % annuale) e in crisi depressive, come messo in luce dagli intervistati: ‘
Il lavoro dell’operatore è pesantissimo, sia
per il carico di lavoro che per gli spostamenti. L’assistito anziano soffre di
patologie fisiche, e quando muore, l’operatore accusa il colpo. Inoltre lavoro
in modo isolato. Il tutto si traduce in un elevato turn-over. La cooperativa
gestisce la relazione di lavoro con disponibilità, attraverso la concessione di
permessi e di ferie più lunghi;, il pagamento delle cure mediche e l’assistenza
dello psicologo’”. Inoltre la domiciliare ‘
richiede flessibilità, alta disponibilità perché per arrivare a 38 ore
settimanali occorre fare tante visite con spostamenti non pagati e in ambienti
isolati dove comunichi solo via telefono con il tuo coordinatore”.
In
particolare i
rischi maggiori
(rilevati e forniti durante la ricerca) ai quali sono esposti gli operatori “sono
costituiti dagli infortuni
in itinere e dalla movimentazione del paziente/assistito”.
Inoltre
i rischi dell’operatore percepiti dagli intervistati, “che ricoprono ruoli di
back office (di retro sportello), sono riconducibili allo stress
da lavoro correlato, stante i caratteri del servizio domiciliare, del ruolo
e delle attività dell’operatore”.
Nel
progetto, allegato agli atti del seminario, è presente una tabella con
l’andamento infortunistico nel 2010 (gennaio-agosto).
Si
sottolinea, inoltre, che l’
analisi dei
rischi del singolo ambiente di lavoro è “contenuta nella
Scheda di osservazione ASA compilata dal
coordinatore, (e firmata anche dall’operatore) durante la visita preliminare
con l’assistente sociale del comune committente. L’analisi dei rischi è
limitata alla presenza di eventuali barriere architettoniche e alla stato dei
servizi igienici”. Questa modalità di lavoro “assegna l’individuazione dei rischi
ulteriori eventualmente presenti nell’ambiente di lavoro all’operatore”.
Il
progetto rileva diversi punti deboli nella modalità di lavoro riscontrata.
Al
fine di ovviare ai limiti indicati, si propone un “
assetto alternativo di operare che si basa sugli assunti
seguenti:
-
considerare la prevenzione come una dimensione professionale del ruolo sia
degli operatori che del coordinatore, al fine di allineare l’organizzazione
della sicurezza con quanto previsto dal Testo unico;
-
assegnare formalmente e sistematicamente all’operatore l’attività di individuazione
dei rischi dei propri ambienti di lavoro attraverso la compilazione di un
numero limitato di mappe di rischio;
-
integrare l’aggiornamento della scheda di osservazione con le mappe di rischio
compilate ed aggiornate dall’operatore per la singola
commessa/assistito/servizio, al fine di disporre di una banca dati da
utilizzare per la mobilità degli operatori (in caso di nuove assegnazioni di
assistiti), per la formazione in materia di prevenzione dei rischi, per la
negoziazione/ rinegoziazione dei termini del servizi con il committente”
Nel
progetto sono proposte alcune
mappe di
rischio organizzate per settori: struttura del luogo di lavoro; vie di
transito e di esodo; locali di riposo, cucine e servizi igienici; impiego di
attrezzature di lavoro, dispositivi di protezione individuale (D.P.I.); rischio
elettrico; rischio di
incendio; sovraccarico
biomeccanico e rischi posturali; esposizione ad agenti fisici – rumore,
microclima e ventilazione; esposizione ad agenti biologici.
Concludiamo
riportando, a titolo esemplificativo, un esempio di scheda per la valutazione
dei rischi con riferimento a check list di controllo nell’ambito del
sovraccarico biomeccanico e rischi
posturali.
Le
“fonti che sono state prese in considerazione nell’analisi della situazione e
per la quantificazione del rischio sono state:
-
le caratteristiche (peso, forma, dimensioni, mobilità) dei pazienti oggetto di movimentazione
manuale nel ciclo lavorativo;
-
le modalità di esecuzione della movimentazione dei pazienti stessi;
-
le caratteristiche del luogo di lavoro nel quale si esegue la movimentazione;
-
l’informazione e la formazione degli addetti alla movimentazione;
-
l’idoneità fisica degli addetti alla movimentazione”.
ARCA,
Consorzio sociale, “ Atti
del seminario - La tutela della salute e della sicurezza sui luoghi di lavoro
in ambito socio-sanitario, educativo e assistenziale” (formato PDF, 385
kB).
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