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"Imparare dagli errori: incidenti in attività di ristrutturazione"
fonte puntosicuro.it / Sicurezza sul lavoro
20/12/2011 - Nel comparto delle costruzioni le
attività
di demolizione e ristrutturazione sono tra le attività maggiormente a
rischio e sono correlate ad un gran numero di infortuni, come ravvisabile dalla
mole di casi presenti nell’archivio di INFOR.MO., strumento per
l'analisi qualitativa dei casi di infortunio collegato al sistema di
sorveglianza degli infortuni mortali e gravi.
Ne
presentiamo alcuni affrontando, in questa e in altre future puntate di questa
rubrica, alcuni dei principali rischi per i lavoratori impegnati in attività di
demolizione e ristrutturazione.
I casi
Il
primo caso è relativo ad un
incidente in
attività di
ristrutturazione di un edificio.
Un
lavoratore si trova da solo al piano cantina di un edificio in ristrutturazione
dove è stato effettuato uno scavo di circa 2,5 – 3 metri senza alcun
puntellamento dei muri. Improvvisamente una parte del muro crolla e seppellisce
il lavoratore che muore in seguito ad asfissia per compressione toracica.
È
evidente che il fattore determinante dell’incidente è la mancanza di
puntellamento dei muri.
Anche
il
secondo caso è relativo ad
infortuni correlati a scavi e attività di
ristrutturazione
in assenza di idonei sistemi di prevenzione degli incidenti.
Un
lavoratore si recato presso un cantiere unitamente al titolare dell'impresa e
al figlio a cui erano stati appaltati i lavori. Questi ultimi nei giorni
precedenti “avevano già iniziato i lavori di
ristrutturazione di un portico agricolo, in particolare erano nella
fase di scavo al fine di rinforzare i plinti dei pilastri di sostegno”.
Il
giorno dell’infortunio, l'infortunato ed il figlio del titolare effettuano uno
scavo intorno ad un pilastro, a cui doveva seguire una gettata di cemento per
rinforzarlo.
Completato
lo scavo i due escono dallo stesso, ma improvvisamente dei mattoni cominciano a
staccarsi dalla base del pilastro cadendo dentro lo scavo. Il collega a quel
punto entra nello scavo per togliere i mattoni caduti, ma una volta uscito, si
accorge che subito dopo ne sono caduti altri. A questo punto il lavoratore
entra nella fossa, con la faccia in direzione del pilastro con l’intento di
sgomberare lo scavo dai mattoni. Mentre li sta raccogliendo, il pilastro cede
crollandogli addosso. L'infortunato è colpito da un blocco compatto del
pilastro, rimanendo schiacciato tra la base di esso e la parete dello scavo in
questione riportando otorragia, rinorragia, trauma toracico Sx e frattura
parietale Dx, che ne provocano il decesso.
Siamo
di fronte ad una chiara
assenza di
armatura del pilastro e ad un
errore
procedurale, l’entrare nello scavo nonostante i chiari segni di cedimento.
Il
terzo caso è relativo ad un
infortunio avvenuto in
attività di
demolizione con utilizzo di un
martello
demolitore.
All’interno
di un vecchio fabbricato si stanno eseguendo opere di demolizione con l’uso di
attrezzature manuali.
Dopo
aver rimosso il solaio del secondo piano, resta il pianerottolo di arrivo e la
scala in muratura. Il pianerottolo su cui grava la spinta della scala è
sostenuto da tre porzioni di muro. L’infortunato utilizzando un martello
demolitore ha da poco demolito una parte di una delle pareti che sostiene il
pianerottolo e si è fermato per riposare. Mentre il lavoratore si stava
riposando, il pianerottolo crolla e una delle pareti che lo sostiene si
rovescia schiacciandolo sul pavimento.
Anche
in questo caso siamo in presenza di
diversi
errori procedurali, probabile conseguenza di una carenza di adeguata formazione,
informazione e addestramento:
-
demolire una porzione di parete che sostiene un pianerottolo;
-
sostare in prossimità di una parete che crolla durante il lavoro di
demolizione.
Anche
nel breve
quarto caso l’incidente
avviene in attività di demolizione con l’uso di un
martello demolitore.
Un
operaio irregolare di origine albanese lavora in un cantiere all'interno di una
Ditta dove si svolgono lavori di costruzione di una nuova palazzina.
Sta
demolendo una parte dell' apertura di un vano ascensore vuoto con un martello
demolitore quando cade all'interno del vano ascensore da un'altezza di circa 8
metri procurandosi lesioni mortali.
Siamo
dunque in
assenza di opere provvisionali
e di un’attività svolta pur in assenza di misure di
prevenzione per impedire la caduta dall'alto.
La prevenzione
Già
in passato PuntoSicuro aveva messo in rilievo come la
ristrutturazione di
edifici è una delle attività più pericolose del settore edile.
Secondo
alcuni dati nel Regno Unito più della metà di tutti gli operai morti nei
cantieri edili lavorano in progetti di
ristrutturazione:
il numero di decessi su cantieri di ristrutturazione è aumentato del 61% fra il
2007 e il 2008.
Queste
alcune delle
misure di prevenzione,
proposte dall’Agenzia Europea per la sicurezza e Salute sul Lavoro, di cui
tener conto in queste attività:
- “i compiti che comportano il lavoro in quota
devono essere identificati e adeguatamente pianificati per garantire che vi
siano precauzioni adeguate;
-
i cantieri devono
essere ben organizzati, per evitare che gli operai inciampino e cadano;
-
percorsi e scale non devono presentare ostruzioni;
-
le aree di lavoro devono essere libere da materiali inutili e da residui;
-
la forza lavoro deve essere informata sulle misure di controllo del rischio”.
Avendo
tuttavia incontrato in questa rassegna di incidenti diversi casi di
seppellimento e di
crollo, riprendiamo alcune indicazioni tratte dal documento “ Audio-visivi per
l'informazione nel cantiere multietnico”, una pubblicazione realizzata dalla
Consulenza Tecnica per l’Edilizia dell’INAIL, con testi di Giuseppe Cardoselli
e Paolo Meschino.
Nel
documento si ricorda come le attività di scavo e le relative strutture di
sostegno delle pareti dello scavo siano “spesso considerate con una attenzione
non adeguata al tipo di conseguenze che il verificarsi di incidenti può
produrre”.
Il
racconto per immagini che viene proposto “evidenzia e sottolinea l’importanza
dei sistemi di prevenzione da adottare prima, durante e dopo le normali
operazioni di scavo, per cercare di eliminare o ridurre al minimo l’esposizione
degli operatori ai rischi connessi a tali attività”. E gli operatori addetti ad
un scavo “devono sapere e rispettare scrupolosamente le procedure indicate per
la corretta esecuzione di tali lavorazioni in sicurezza”.
Il
documento raccoglie alcune
raccomandazioni:
-
“lo scavo propone per l’operatore una condizione di rischio molto rilevante che
va ridotta e controllata mediante la predisposizione di tutte le misure di
protezione necessarie dato che nessuno può stabilire con assoluta certezza che
uno scavo sia sicuro e che non occorra predisporre nessun tipo di protezione;
-
infortuni mortali o estremamente gravi si possono verificare anche se il
lavoratore non è completamente sommerso dal terreno;
-
la presenza di acqua aumenta la possibilità che lo scavo possa franare;
-
le strutture di sostegno degli scavi devono sempre tener conto dei carichi
addizionali determinati dal peso del materiale accumulato ai bordi della
trincea;
-
le opere di sostegno vanno sempre realizzate secondo gli schemi di montaggio
forniti”.
Infine
qualche indicazione tratta dal documento Inail “ La sicurezza sul
lavoro nei cantieri stradali” riguardo alle misure di prevenzione per
gli addetti nell’uso dei
martelli
demolitori elettrici:
Prima dell’uso:
-
“verificare che l’utensile sia del tipo a doppio isolamento (220v), o
alimentato a bassissima tensione di sicurezza (50v), comunque non collegato a
terra;
-
verificare l’integrità del cavo e della spina di alimentazione;
-
verificare il funzionamento dell’interruttore;
-
segnalare la zona esposta a livello di rumorosità elevato”.
Durante l’uso:
-
“impugnare saldamente l’utensile con le due mani tramite le apposite maniglie;
-
eseguire il lavoro in condizioni di stabilità adeguata;
-
non intralciare i passaggi con il cavo di alimentazione;
-
staccare il collegamento elettrico durante le pause di lavoro”.
Dopo l’uso:
-
“scollegare elettricamente l’utensile;
-
controllare l’integrità del cavo d’alimentazione;
-
pulire l’utensile;
-
segnalare eventuali malfunzionamenti”.
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