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"Acque reflue urbane: migliora la situazione europea, ma..."
fonte Redazione Ambiente & Sicurezza sul Lavoro / Ambiente
20/12/2011 - Tra il 2007 e il 2013 nell’insieme dell’UE si spenderanno 14 miliardi di
euro per l’infrastruttura di raccolta e trattamento delle acque reflue
ai sensi della
Direttiva 91/271/CEE
del Consiglio. Obiettivo di questa operazione è garantire che i rifiuti
industriali e umani non abbiano effetti negativi sulla salute umana e
sull'ambiente.
L’ultima relazione
sull’attuazione della direttiva, relativa al periodo 2007/2008, indica
che i lavori procedono adeguatamente ma che i tassi di conformità per
quanto riguarda raccolta e trattamento potrebbero migliorare
ulteriormente. Dalla relazione emerge che gli Stati membri più “vecchi”
(UE-15) hanno mantenuto un buon livello di trattamento delle acque
reflue e hanno registrato progressi per quanto riguarda il trattamento
delle “acque sensibili”, mentre gli Stati membri più recenti (UE-12)
hanno registrato miglioramenti nella raccolta e nel trattamento
generali.
La relazione ha evidenziato in particolare gli elementi seguenti:
- La maggior parte dei sistemi di raccolta dei paesi UE-15 è estremamente efficace e raccoglie il 99% delle acque interessate.
- Dall’ultima relazione l’insieme dell’area considerata “sensibile” (eutrofica o esposta al rischio di eutrofizzazione) che richiede un trattamento più rigoroso è passata dal 68 al 73%. Ciò potrebbe corrispondere in parte ad un aumento delle acque eutrofiche, ma anche indicare che gli Stati membri individuano e proteggono in modo più adeguato le loro acque sensibili.
- Si registrano ancora ampie divergenze per quanto riguarda la realizzazione di trattamenti più rigorosi delle acque, ma in Austria, Paesi Bassi e Germania si registrano tassi di conformità elevatissimi. In Danimarca, Finlandia, Francia, Lussemburgo, Svezia e nell’UE-12 (in particolar modo in Lituania) si registrano miglioramenti.
- Il trattamento delle acque reflue procede adeguatamente nelle grandi città, dove il 77% delle acque reflue è trattato in modo più rigoroso. Tuttavia alcune città, di cui quattro dell’UE-15, non dispongono ancora di impianti di trattamento adeguati: si tratta di Barreiro/Moita e Matosinhos in Portogallo, Fréjus in Francia e Trieste in Italia.
Prossime tappe
La Commissione coadiuverà gli Stati membri finanziando alcuni progetti mediante i fondi di coesione; anche altre istituzioni dell’UE, tra cui la Banca europea per gli investimenti (BEI), svolgono un ruolo significativo nei finanziamenti. In termini di attuazione, la Commissione adotterà misure proattive per collaborare con gli Stati membri, laddove possibile, ma continuerà anche a procedere nei confronti dei paesi che registrano ritardi nell’attuazione, soprattutto nel caso di gravi carenze o ritardi.
La relazione ha evidenziato in particolare gli elementi seguenti:
- La maggior parte dei sistemi di raccolta dei paesi UE-15 è estremamente efficace e raccoglie il 99% delle acque interessate.
- Dall’ultima relazione l’insieme dell’area considerata “sensibile” (eutrofica o esposta al rischio di eutrofizzazione) che richiede un trattamento più rigoroso è passata dal 68 al 73%. Ciò potrebbe corrispondere in parte ad un aumento delle acque eutrofiche, ma anche indicare che gli Stati membri individuano e proteggono in modo più adeguato le loro acque sensibili.
- Si registrano ancora ampie divergenze per quanto riguarda la realizzazione di trattamenti più rigorosi delle acque, ma in Austria, Paesi Bassi e Germania si registrano tassi di conformità elevatissimi. In Danimarca, Finlandia, Francia, Lussemburgo, Svezia e nell’UE-12 (in particolar modo in Lituania) si registrano miglioramenti.
- Il trattamento delle acque reflue procede adeguatamente nelle grandi città, dove il 77% delle acque reflue è trattato in modo più rigoroso. Tuttavia alcune città, di cui quattro dell’UE-15, non dispongono ancora di impianti di trattamento adeguati: si tratta di Barreiro/Moita e Matosinhos in Portogallo, Fréjus in Francia e Trieste in Italia.
Prossime tappe
La Commissione coadiuverà gli Stati membri finanziando alcuni progetti mediante i fondi di coesione; anche altre istituzioni dell’UE, tra cui la Banca europea per gli investimenti (BEI), svolgono un ruolo significativo nei finanziamenti. In termini di attuazione, la Commissione adotterà misure proattive per collaborare con gli Stati membri, laddove possibile, ma continuerà anche a procedere nei confronti dei paesi che registrano ritardi nell’attuazione, soprattutto nel caso di gravi carenze o ritardi.
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