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"Usare in sicurezza le piattaforme di lavoro elevabili"
fonte puntosicuro.it / Sicurezza sul lavoro
22/12/2011 - PuntoSicuro ha già affrontato più volte i rischi correlati
all’utilizzo delle
piattaforme di lavoro
elevabili (P.L.E. o , in gergo tecnico, “cestello”), attrezzature che negli
ultimi anni hanno avuto una grande diffusione per l’esecuzione di lavori in
quota.
Possiamo
riprendere l’argomento presentando un articolo - tratto dall’inserto del numero
12/2011 della rivista " ISL
- Igiene & Sicurezza del Lavoro”, mensile di aggiornamento giuridico e
orientamento tecnico in materia di igiene e sicurezza - pubblicato sul sito
della Direzione Provinciale del Lavoro di Modena.
Nell’articolo
“
L’uso in sicurezza delle piattaforme di
lavoro elevabili” – a cura dell’ingegnere Maurizio Magri, Responsabile
U.O. Vigilanza Tecnica della Direzione Regionale del Lavoro di Torino – si
ricorda che il maggior numero di incidenti nell’uso di queste attrezzature di
lavoro nelle zone pericolose, è causato “da ben determinati
fattori di rischio, e
precisamente:
-
fattori meccanici dovuti alle
rotture, avarie, guasti, carenze strutturali, cattiva scelta
dell’attrezzatura;
-
fattori ambientali provocati dalle
condizioni al contorno nell’area di lavoro (condizioni atmosferiche, presenza
di ostacoli, interferenze
e linee elettriche, condizioni del terreno non idonee);
-
fattori umani dovuti a errori di
comportamento nell’uso causati da carenza di informazione,
formazione ed addestramento o di non idoneità alla mansione;
-
fattori organizzativi provocati da
una cattiva pianificazione del lavoro (mancanza di un piano di lavoro, assenza
procedure di emergenza e di manutenzione, messa in servizio, controllo e
verifica)”.
Rimandando
il lettore alla lettura esaustiva del documento, ci soffermiamo sull’analisi
dei
fattori ambientali e sulle
regole pratiche ad ausilio degli utilizzatori al fine di ridurre i rischi
prevalenti.
Riguardo
ai fattori ambientali bisogna tener conto di diversi
elementi:
-
le condizioni del terreno;
-
la presenza di ostacoli e di interferenze nell’area di lavoro;
-
le condizioni meteorologiche;
-
la presenza di linee elettriche;
-
l’illuminazione e la ventilazione;
-
la segnalazione dei pericoli a terra.
In
particolare le
condizioni del terreno
“sono di capitale importanza per garantire la stabilità della macchina, sia per quelle funzionanti su
stabilizzatori, sia per quelle che operano su ruote o cingoli. Di conseguenza è
necessaria una valutazione delle condizioni del terreno prima di spostare,
usare o posizionare qualsivoglia tipo di P.L.E.”. Infatti spostarsi “da un
terreno solido a uno più cedevole può far sì
che la macchina diventi instabile, col rischio di ribaltarsi o
inclinarsi pericolosamente o addirittura sprofondare. L’analisi della
solidità e della portanza del terreno
può consistere in una ispezione visiva della superficie o basarsi su un
rilevamento geotecnico dettagliato”.
Generalmente
le
condizioni di pericolo che si
possono riscontrare nel terreno sono dovute a:
–
“materiale di riempimento non compattato;
–
prossimità di escavazioni, cigli,
scarpate;
–
aree lastricate sconnesse o di bassa portanza;
–
presenza di cunicoli, tombini, fognature;
–
presenza di acqua, falde acquifere, fango”.
L’articolo
di Magri si sofferma poi sul contenuto del Decreto
legislativo 81/2008 relativo alla stabilità delle piattaforme (allegato
VI), sul calcolo della valutazione della pressione di appoggio e sull’eventuale
realizzazione di una zona di ripartizione del carico per ridurre la pressione
ad un livello accettabile.
Con
riferimento alla
condizioni
meteorologiche “è da vietare l’uso della piattaforma di lavoro
elevabile in caso di avverse condizioni del tempo”. Già l’art. 111, comma 7
del D.Lsg. 81/2008 prescrive che siano effettuati
i lavori temporanei in quota soltanto se le condizioni meteorologiche
non mettono in pericolo la sicurezza e la salute dei lavoratori.
Sono
da evitare situazioni lavorative “in caso di neve, nebbia, temperature troppo
basse o alte, generalmente indicate anche nelle istruzioni d’uso della macchina
fornite dal fabbricante”.
L’autore
sottolinea poi che date le caratteristiche di mobilità della macchina, “è necessario controllare
attentamente l’area di lavoro prima dell’utilizzo della piattaforma, per
individuare
ostacoli e interferenze,
con strutture o altre attrezzature, al fine di evitare urti e collisioni. In
particolare il rischio “è maggiorato per le tipologie di macchine, marcate
‘CE’, per le quali è consentita la traslazione dell’attrezzatura quando sulla
piattaforma sono presenti i lavoratori anche in posizione sollevata. Per
evitare gli ostacoli o le interferenze lungo il percorso di lavoro della P.L.E,
che possono causare intrappolamenti, urti, schiacciamenti dell’operatore o
collisioni tra la piattaforma e l’ostacolo, è necessario scegliere un modello e
tipo di macchina con dimensione adatta per il percorso di lavoro richiesto,
studiare il percorso che evita gli ostacoli e le interferenze, verificare che
ci sia spazio sufficiente durante lo spostamento verso i punti a cui ci si
avvicina, non procedere ad alta velocità in avvicinamento al punto di lavoro”.
Nell’articolo
è presente anche una
scala delle forze del vento “vista la
rilevanza, in termini di stabilità al rischio di
ribaltamento del mezzo, dell’azione del vento quale spinta orizzontale
sulle superfici esposte (carro, telaio, piattaforma) della macchina”.
Nel
documento ci si sofferma anche sulla
presenza
di linee elettriche e quindi il
rischio di fulminazione ed
elettrocuzione.
Infatti
“l’uso delle P.L.E. all’esterno, soprattutto in aree urbanizzate, espone
sovente l’operatore al rischio causato dalla presenza
di linee elettriche aeree in tensione nude o nelle quali l’isolamento non è
sufficientemente garantito, considerato che la macchina non è generalmente
isolata da terra”. Anche in questo caso nell’articolo è presente una tabella
che contiene le
distanze di sicurezza
necessarie ai sensi del D.Lgs. 81/2008. Per il computo delle distanza di
sicurezza “deve essere considerata la posizione più sfavorevole del ‘cestello’,
tenuto conto anche delle sue deformazioni o inflessioni e delle frecce
sfavorevoli dovute al vento e alla temperature sulle linee elettriche”.
Se
riguardo a
illuminazione e ventilazione,
“spesso trascurate”, si ricordano le misure di sicurezza riportate
nell’Allegato VI del D.Lgs. n. 81/2008, l’autore indica che la
segnalazione dei pericoli a terra è,
infine, “un altro fattore ambientale da non trascurare nell’area di lavoro,
soprattutto per i lavoratori esposti. Infatti, per evitare il rischio di
investimento o di caduta dall’alto di carichi nella zona pericolosa, è
necessario prestare particolare cautela all’area in proiezione a terra dei
movimenti possibili della P.L.E., segregando opportunamente tutta l’area di
lavoro”.
In
conclusione l’autore dell’articolo,
dopo aver esaminato i più significativi fattori di rischio, elenca
dieci regole ‘‘basilari’’ da “tenere sempre
a memoria nell’uso di queste delicate attrezzature”:
-
“leggere il manuale d’uso e manutenzione prima dell’uso della P.L.E.;
-
non assumere bevande alcoliche o superalcoliche prima dell’uso della P.L.E.;
-
indossare sempre gli idonei DPI, in particolare contro le cadute
dall’alto, prima dell’uso della P.L.E.;
-
controllare attentamente la portanza della superficie di appoggio della P.L.E.;
- non sovraccaricare mai la P.L.E. oltre la sua
portata;
-
non avvicinarsi con la P.L.E. alle linee elettriche in tensione oltre la
distanza di sicurezza;
-
controllare l’area di lavoro della P.L.E. e le condizioni atmosferiche;
-
segnalare l’area in proiezione a terra della P.L.E.;
-
conoscere le procedure di emergenza della P.L.E.;
- mantenere
in efficienza la P.L.E. eseguendo i controlli e le verifiche
prescritte”.
N.B.: Le
considerazioni esposte sono frutto esclusivo del pensiero dell’autore e non
hanno carattere in alcun modo impegnativo per l’Amministrazione di appartenenza
“ L’uso
in sicurezza delle piattaforme di lavoro elevabili”, a cura dell’ingegnere
Maurizio Magri, Responsabile U.O. Vigilanza Tecnica della Direzione Regionale
del Lavoro di Torino, articolo inserito sul sito del DPL di Modena e pubblicato
nell’inserto al numero 12/2011 della rivista "ISL - Igiene & Sicurezza
del Lavoro” (formato PDF, 675 kB).
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