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"Linee guida e strumenti operativi per la questione di gener"
fonte puntosicuro.it / Sicurezza sul lavoro
12/01/2012 - Periodicamente riproponiamo i dati relativi all’occupazione e agli
infortuni delle donne nel mondo del
lavoro, dati che mostrano costantemente come i miglioramenti negli
anni nella prevenzione di incidenti e malattie riguardino per lo più i
lavoratori maschi e come anche la formazione e informazione sia, tra le
lavoratrici donne, particolarmente carente.
Se
in Italia esiste un “
problema di genere”,
l’ Inail – seguendo anche la direzione del Decreto legislativo 81/2008 prevede
espressamente che nel processo di prevenzione e di valutazione dei rischi si
tenga conto delle diversità legate al genere – ha deciso di affrontarlo e di
dare a lavoratori e imprese quello strumento che mancava per poter abbandonare
un approccio neutro alla prevenzione.
Per
farlo l’Inail ha pubblicato un
quaderno
tematico della "
Rivista degli
Infortuni e delle Malattie Professionali" che affronta il tema delle differenze
correlate all'appartenenza al genere maschile o femminile, rispetto alla
sicurezza sul lavoro, in ottica sia di prevenzione che di incidenza
infortunistica.
Si
tratta in particolare di una prima realizzazione di un
progetto coordinato dal Comitato Pari opportunità dell'INAIL,
unitamente alla Direzione regionale
Toscana dell'INAIL
e alla Regione Toscana. Obiettivo finale
del progetto è di pervenire alla definizione di apposite linee guida per
l'applicazione, con un approccio di genere, delle norme di sicurezza, previste
nel decreto 81/2008 e successive integrazioni.
Sono
stati dunque pubblicati due volumi dal titolo “
Salute e sicurezza sul lavoro, una questione anche di genere. Disegno
di linee guida e primi strumenti operativi”, curati da Paola Conti e
Antonella Ninci:
-
Volume II: “
Analisi dei dati in ottica di genere. Monografie
normative”.
I
due volumi partono da una costatazione: “esistono differenze tra uomini e donne
che influiscono sulla loro salute e sicurezza al lavoro” e l'adozione di un
approccio neutro “contribuisce al
perdurare di lacune sul piano delle conoscenze e ad avere un livello di
prevenzione meno efficace”.
Il
progetto “Salute e sicurezza sul lavoro, una questione anche di genere” - di
cui questo quaderno e i due volumi costituiscono solo il primo passo - intende
fornire indicazioni e strumenti “muovendo dallo studio delle differenze
correlate ed indotte dall’appartenenza al genere femminile o a quello
maschile”.
Come
racconta Antonella Ninci, Presidente Comitato Pari Opportunità INAIL, non si
tratta “di una attività di ricerca rivolta al solo universo femminile, ma di
una complessa attività di indagine volta a mettere in evidenza le differenze tra uomini e donne nei
contesti lavorativi,
prendendo in considerazione tutti quei fattori sociali connessi all’ambiente di
lavoro e di vita che possono diversamente incidere sulla sicurezza e sulla
salute degli uni e delle altre”. E l’obiettivo finale non può che essere “
la definizione e la diffusione di linee
guida per l’applicazione, con un approccio di genere, delle norme in materia di
salute e sicurezza, a partire dalla valutazione dei rischi”.
Nel
documento si ricorda che l’approccio al tema della salute e sicurezza sul
lavoro in maniera non “neutra”, ma con una necessaria attenzione legata all’ appartenenza di
genere
“è sicuramente una recente e importante conquista. Risale agli anni 90
l’acquisizione, anche scientifica, della convinzione che in ambito lavorativo
uomini e donne non solo possono essere esposti a rischi diversi, il che è
normale a seconda delle lavorazioni nelle quali si è impegnati, ma anche che
uomini e donne possono rispondere in maniera diversa alla stessa esposizione a
rischio e che diversità di ruoli sociali e di carichi conseguenti possono
avere, più o meno indirettamente, una influenza sulla esposizione a rischi
lavorativi”.
In
questo senso il
principio base delle
politiche europee e nazionali è che “la parità di trattamento non può
prescindere dalla considerazione delle diversità: uguali nelle differenze
perché parità non significa iniqua applicazione a tutti e tutte delle stesse
modalità di trattamento”. E l’ingresso del concetto del “
maistreaming”, del fatto che ogni intervento può avere diverse
ripercussioni su uomini e donne, e la riflessione sulle politiche di
diversity management hanno “sicuramente
tracciato la strada per una apertura a tutto tondo della considerazione, prima,
e della valorizzazione, dopo, delle diversità soprattutto nel mondo del lavoro”.
Veniamo
dunque al
piano dell’opera.
Intanto
il progetto “Salute e sicurezza sul lavoro. Una questione anche di genere” è
tuttora in corso. E l’opera, che nel suo complesso rappresenta le Linee guida
per l’applicazione in ottica di genere delle norme in materia di salute e
sicurezza sul lavoro, è articolata in
più
volumi con una struttura che offre al lettore “vari gradi di
approfondimento, relativi agli
obiettivi
strategici del progetto stesso:
-
creare motivazione all’adozione di buone pratiche sensibili al genere in tema
di Salute e Sicurezza nei luoghi di lavoro;
-
sviluppare conoscenza sulle peculiarità individuali nell’ambito del processo di
attuazione di politiche in materia di Salute e Sicurezza sul lavoro;
-
promuovere consapevolezza sulle differenze tra uomini e donne nelle rispettive
condizioni di esposizione al rischio e di potenziali di salute;
-
garantire appropriatezza ed efficacia degli interventi sulla base della
garanzia di equità tra i generi e le condizioni”.
In
particolare ogni singola pubblicazione si compone delle seguenti
sezioni:
-
metodologia e strumenti: “scelte
metodologiche e strumenti operativi da adottare nel processo di prevenzione,
valutazione, rimozione dei rischi e di promozione della salute; nelle azioni di
comunicazione, informazione e formazione; nei sistemi di gestione della
sicurezza e nelle politiche del personale; nel ricorso agli incentivi e alle
diverse forme di certificazione di qualità”;
-
evidenze scientifiche delle variabili di
genere: basi scientifiche - evidence based - delle peculiarità uomo/donna e
delle differenze di genere nella salute, nella medicina e
nella ricerca scientifica;
-
analisi di genere dei dati: analisi
di genere dei contesti e dei dati relativi alla salute sul lavoro, a partire
dagli infortuni e dalle malattie professionali;
-
monografie normative: approfondimenti
normativi e giurisprudenziali che coniugano le norme in materia di equità di
opportunità e non discriminazione con il diritto del lavoro e le norme
specifiche in materia di Salute e Sicurezza sul Lavoro”.
E,
in relazione al progetto, sono previste due
prossime pubblicazioni centrate sul processo di valutazione dei rischi e sulle schede di
rischio di settore, in ottica di genere.
Riportiamo
brevemente alcuni dei
contenuti del
progetto.
Si
sottolinea che il
modello neutro
“che impronta le attuali prassi standardizzate, si è fin qui dimostrato inadeguato
rispetto al conseguimento dell’uniformità della tutela e, quindi, della
riduzione delle diseguaglianze di salute. Occorre, allora, sviluppare nel
Sistema Salute competenze, pratiche e strumenti all’altezza delle sfide poste
dal dettato normativo. Intraprendere azioni per migliorare l’equità di genere
nella salute sul lavoro è un modo diretto ed efficace per ridurre le
disuguaglianze organizzative/sociali e garantire, al contempo, un uso
efficiente delle risorse”.
In
questo senso nel progetto “viene proposto un
modello di intervento equo-sostenibile caratterizzato da un
approccio alla Salute e Sicurezza sul Lavoro sensibile al genere, funzionale
alla riduzione dei costi determinati dalla mancanza di eguaglianza sostanziale
nella salute, sostenuto da diverse forme e modalità di supporto alle
imprese/organizzazioni che adeguano il proprio Sistema di gestione
della Salute e della Sicurezza e dalla promozione di ambienti
facilitanti. Infatti, anche l’impresa/organizzazione più sensibile ha necessità
di operare in un contesto favorevole e di confrontarsi con il proprio sistema
territoriale e produttivo per strutturare, formalizzare e promuovere strategie
e percorsi virtuosi”.
Ricordiamo
infine che le scelte organizzative e
gestionali “non sono mai neutre e quando lo sono intenzionalmente rivelano
inerzia culturale ‘si è sempre fatto così’ o stereotipi ‘le donne in azienda
sono come gli uomini’. Tali scelte possono innescare dinamiche che finiscono
per causare disuguaglianze di salute oppure, intervenendo sulle politiche
aziendali, possono produrre effetti indesiderati e non previsti”.
Partendo
dal concetto di disuguaglianza di genere, l’
Unione Europea si sta orientando in questi anni, verso politiche
che affrontino le
disuguaglianze
multiple. “Per mettere in relazione gruppi specifici di disuguaglianze
(classe, razza/etnia, genere, età), ha assunto l’approccio
dell’intersectionality che si coniuga con l’approccio basato sui determinanti
di salute, attraverso il riconoscimento di molteplici fattori dinamici che
influenzano la salute degli individui, realizzando in tal modo l’inclusione di
persone/problemi/bisogni precedentemente ignorati ed esclusi dalla valutazione
dei rischi”.
In
questo senso cruciale è il passaggio dall’impostazione metodologica agli
strumenti e dalla ricerca all’azione pratica, individuando strade realmente
percorribili e coerenti con gli assunti iniziali. Un Sistema SSL che “evolve in
termini di capacità di produrre salute e ridurre i rischi per donne e uomini,
tenendo conto delle loro peculiarità anche di genere, non può che essere
‘misurato’ attraverso una gamma di parametri essenziali e significativi e le
tre dimensioni individuate per
rappresentare la modalità più idonea di affrontare la Salute
aziendale/organizzativa sono: efficacia, appropriatezza ed equità.
Torneremo
su questi argomenti in futuri articoli di approfondimento dei temi del
progetto “Salute e sicurezza sul lavoro.
Una questione anche di genere”.
Inail,
“Salute e sicurezza sul lavoro, una questione anche di genere. Disegno di linee
guida e primi strumenti operativi”, a cura di Paola Conti e Antonella Ninci,
quaderno tematico della "Rivista degli Infortuni e delle Malattie
Professionali", realizzazione di un progetto coordinato dal Comitato Pari
opportunità dell'INAIL, unitamente alla Direzione regionale Toscana dell'INAIL
e alla Regione Toscana:
-
Volume I: “ Metodologia e
strumenti. Evidenze scientifiche delle variabili di genere” (formato PDF,
17.11 MB);
-
Volume II: “ Analisi dei dati in
ottica di genere. Monografie normative” (formato PDF, 8.73 MB).
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