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"Prevenzione incendi: come proteggere i data center"
fonte puntosicuro.it / Sicurezza sul lavoro
15/03/2012 -
Considerata la loro importanza ai fini del funzionamento
delle operazioni aziendali, istituzionali e di interattività sociale, oggigiorno
data center, centri elaborazione dati e server farm sono sottoposti a requisiti
di efficienza ed efficacia senza precedenti. Si pensi che alcune aziende rischierebbero
di perdere milioni di euro se si dovesse verificare un problema tecnico su un
singolo data center. A maggior ragione, è facile immaginare cosa potrebbe
accadere nel caso un incendio distruggesse tutti i data center di un’azienda:
quest’ultima non solo perderebbe milioni di euro, ma verosimilmente sarebbe
costretta a chiudere l’attività, con tutte le gravi conseguenze che ciò comporterebbe.
Gli incendi nel data center possono essere causati da atti
dolosi, sabotaggi aziendali ed eventi naturali quali fulmini, sovraccarichi e scariche
elettriche. Studi di settore dimostrano come il 43% delle aziende che sono
state costrette ad interrompere l’attività in seguito ad un incendio non l’abbiano
più ripresa, mentre il 29% di quelle che ci sono riuscite, siano fallite nel
giro di 3 anni. Si tratta di dati che devono far riflettere.
Una recente indagine [1] della National Fire Protection Association (NFPA) ha
evidenziato che, con riferimento agli Stati Uniti, i costi legati agli incendi
sono incrementati dell’86% a partire dal 1980. L’NFPA, è stata fondata nel 1896
per proteggere il pubblico contro i danni derivanti dall’elettricità e dal fuoco.
La sua missione è quella di “ridurre a livello globale l’impatto del fuoco e di
altri rischi sulla qualità della vita, sviluppando e sostenendo
scientificamente codici e standard basati su consenso, ricerca, training e
formazione”. L’NFPA è attualmente un’organizzazione mondiale che ha creato
molti standard e che continua ad aggiornarli, motivo per cui è altamente
raccomandabile che questi ultimi vengano sempre consultati prima di progettare,
ampliare o modificare un sistema
antincendio in ambiente data center. Bisogna, inoltre, tenersi sempre
aggiornati sulle più recenti pronunce delle organizzazioni di normazione
italiana, quale l’Ente Nazionale Italiano di Unificazione (UNI), e
internazionali, quali l’European Committee for Standardization (CEN) e l’International
Organization for Standardization (ISO), che definiscono lo stato dell’arte di
prodotti, processi e servizi.
Negli ultimi anni, anche in Europa è sempre più frequente l'utilizzo dell'azoto come gas “inertizzante” per creare un’efficace prevenzione degli incendi all'interno di ambienti confinati. Di fatto, abbassando il livello dell'ossigeno sino al livello minimo di innesco, è possibile prevenire ed eliminare completamente il rischio che un processo di combustione possa avere luogo. L’azoto è un gas incolore, inodore, insapore e inerte che costituisce il 78% dell’atmosfera che respiriamo in ogni momento, mentre l’ossigeno, presente al 21%, è il comburente naturale in ogni processo di combustione.
Il quadro appena descritto mette in evidenza come la
prevenzione, la rivelazione e lo spegnimento degli incendi - tipicamente causati
da problemi elettrici nei circuiti, in prossimità di sottopavimenti, armadi
rack, UPS, canaline passacavi e in altre aree nascoste -rappresentino sempre elementi
a cui prestare la massima attenzione nella fase di progettazione dei data
center.
La soluzione ideale per questi ambienti deve soddisfare
tre condizioni:
rivelare la presenza di un
incendio, comunicarla alle persone presenti e agli addetti allo spegnimento ed
infine contenere le fiamme, fino alla possibile estinzione. Senza dubbio,
prima di scegliere una metodologia di rivelamento ed estinzione, i progettisti
devono effettuare una valutazione dei potenziali rischi, della struttura dei
locali e di criticità specifiche. “Il data center ha pavimenti flottanti o soffitti
alti? Quale personale avrà accesso all’area? Esistono elementi che in qualche
modo disturbano i rivelatori o renderebbero l’azione estinguente poco efficace
per assenza di compartimentazione?”. Occorre rispondere a queste, come ad altre
domande, prima di optare per la soluzione più appropriata.
In un data center - come del resto in ogni altro sistema di
fondamentale importanza per un’azienda - la protezione contro gli incendi deve
essere, infine, ridondante e
fault
tolerant, per aumentare la disponibilità generale dello stesso.
Se si verifica un principio di incendio il primo passo è la
sua pronta rivelazione. Prima dell’introduzione dei sistemi di allarme incendio
automatici, c’erano dei guardiani responsabili dell’individuazione degli incendi
e della messa in allerta. Attualmente esistono, invece, numerosi rivelatori avanzati
che possono individuare l’incendio nella sua fase incipiente ed inviare la
notifica ad una centralina, la quale avvisa il personale responsabile e attiva eventualmente
i sistemi di estinzione.
I primi sistemi di spegnimento
erano molto rudimentali ed erano spesso rappresentati da valvole d’acqua legate
ad una corda con un peso fissato ad una estremità. Fortunatamente, grazie
all’avvento della tecnologia, i sistemi antincendio attuali hanno fatto passi
da gigante. Oggi esistono infatti molti modi per rivelare ed estinguere gli
incendi, tuttavia solo alcuni sono raccomandati per ambienti data center, dove
l’obiettivo principale è quello di estinguere le fiamme nel più breve tempo
possibile, senza nuocere alle operazioni di business e minacciare l’integrità
del personale operante all’interno della struttura.
Senza dubbio, una soluzione di pura prevenzione incendi offre,
a tal fine, una maggiore protezione contro gli incendi rispetto ad ogni tipo di
apparato di rivelazione o spegnimento disponibile sul mercato. Per spiegarne il
funzionamento in termini semplici, è sufficiente considerare il fatto che se un
ambiente non può produrre fuoco, viene praticamente azzerato il rischio di
danni derivanti da incendi. Questi ultimi sono legati non solo allo svolgimento
dell’evento con il relativo danneggiamento diretto delle apparecchiature fino
alla distruzione dell’edificio stesso, ma anche ai danni indiretti derivanti
dalla corrosione dei circuiti elettronici innescata dalla presenza di fumo.
La
protezione attiva contro gli incendi si basa sull’utilizzo di una serie di
sostanze estinguenti, aventi la proprietà di interrompere la combustione,
oppure sulla generazione di un’atmosfera controllata a livello di non-combustione,
che previene in partenza la manifestazione di un incendio. Questa tecnologia di
prevenzione ed estinzione degli incendi è ecologica, efficace, molto facile da
installare ed economica anche nel caso di piccoli data center fino a 200 m3.
Negli ultimi anni, anche in Europa è sempre più frequente l'utilizzo dell'azoto come gas “inertizzante” per creare un’efficace prevenzione degli incendi all'interno di ambienti confinati. Di fatto, abbassando il livello dell'ossigeno sino al livello minimo di innesco, è possibile prevenire ed eliminare completamente il rischio che un processo di combustione possa avere luogo. L’azoto è un gas incolore, inodore, insapore e inerte che costituisce il 78% dell’atmosfera che respiriamo in ogni momento, mentre l’ossigeno, presente al 21%, è il comburente naturale in ogni processo di combustione.
La
contemporaneità della presenza di un materiale combustibile, di una percentuale
di comburente sufficiente nell’atmosfera che lo circonda e di un’adeguata
energia, permette di innescare e di mantenere in vita un generico processo di
combustione. Queste tre condizioni: combustibile, comburente ed energia
schematizzano e definiscono univocamente il “triangolo del fuoco” di ogni
processo di combustione. Le tecniche antincendio hanno come fondamento l’interruzione
del triangolo del fuoco in almeno uno dei suoi lati. In generale, una tecnica
antincendio è tanto più efficace quanto più rapidamente riesce a rimuovere una
o più delle tre condizioni che hanno dato origine e mantengono il fuoco in
vita.
Su
questo principio si basa questa metodologia:
utilizzare una tecnologia al fine di prevenire lo sviluppo dell’incendio
anziché il classico principio di sopprimere lo stesso una volta rivelato. A
differenza degli impianti “classici”, concepiti come sistema di soppressione,
il sistema previene l’innesco mantenendo nei locali da proteggere un’atmosfera
con un tasso di ossigeno ridotto rispetto a quella ordinaria, che sia
auto-estinguente ed inibente per qualsiasi combustione.
La
tecnologia messa a punto per realizzare l’atmosfera auto-estinguente sfrutta
l’utilizzo di macchine elettriche, che si basano sul principio della
separazione molecolare tramite particolari filtri auto-rigeneranti, in grado di
modificare la proporzione fra ossigeno ed azoto nell’aria trattata mediante un
processo ecologico ed a basso consumo energetico. L’atmosfera auto-estinguente
così creata è in grado di proteggere da un’eventuale fenomeno di incendio. L’inertizzazione
dei locali viene controllata da precisi strumenti di misura, che monitorano
costantemente il livello dell’atmosfera generata.
Prove
condotte presso un laboratorio autorizzato dal Ministero degli Interni su
fuochi normalizzati ai sensi della norma UNI ISO 14520-1, hanno dimostrato l’alta
efficacia di questa metodologia
rilevando
in concreto l’attitudine al controllo di fuochi.
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