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"Individuare i rischi nelle attività calzaturiere"
fonte www.puntosicuro.it / Sicurezza
25/09/2012 - Uno dei settori su cui è necessario fare più chiarezza riguardo alla tutela
della salute e sicurezza dei lavoratori è relativo all’
attività calzaturiera. Questo settore, particolarmente vitale e
strategico del nostro “made in Italy” a vocazione “artigianale”, presenta infatti
diversi rischi, ad esempio correlati all’uso delle macchine o all’esposizione
ad agenti chimici e cancerogeni.
Per
parlare della sicurezza in questo settore il Giornale Italiano di Medicina del Lavoro ed Ergonomia
pubblica sul numero di gennaio/marzo 2012 alcuni interventi tratti dal convegno
“
Salute e sicurezza nelle attività
calzaturiere” che si è tenuto l’11 marzo 2010 a Vigevano (PV).
In
“
Attività calzaturiera:
dalla realtà produttiva alla individuazione dei rischi”, a cura di Gianni
Saretto (ASL Pavia - Unità Organizzativa Complessa Prevenzione e Sicurezza
Ambienti Lavoro) e Sergio Dulio (Consulente ANCI - tecnologia ed innovazione),
si sottolinea che questo “made in Italy”, relativo alla produzione
di scarpe, in realtà “non è solo creatività e saper fare artigianale, ma è
anche
uso intelligente e ponderato di
tecnologie avanzate e spesso uniche nel loro genere”.
In
particolare il documento si sofferma sull’impatto che queste tecnologie hanno
in termini di sicurezza del lavoratore e di comfort; e per farlo si descrive il “
processo produttivo calzaturiero dettagliato delle singole fasi
lavorative: modelleria, taglio e tranciatura, giunteria e orlatura, montaggio,
lavoro fondo, finissaggio fondo e guarnitura, confezionamento e magazzino e
produzione di calzature con materiali sintetici”.
Nella
fase di modelleria tradizionale sicuramente
l’introduzione di sistemi automatizzati, “oltre ad incrementare i dati
produttivi, quantitativi e qualitativi, migliora anche i livelli di sicurezza e
salubrità delle aziende calzaturiere”. L’evoluzione tecnologica ha “certamente
cambiato il modo di lavorare ed il profilo di competenze dei modellisti che si
devono confrontare con i sistemi computerizzati”, con il risultato di una “progressiva
eliminazione delle attività meno motivanti ed una maggiore rapidità nel lavoro
ed una quasi totale eliminazione delle attività a più forte manualità, dalle
quali in genere derivano i maggiori problemi di affaticamento”.
Tuttavia
l’attività di modelleria non è del tutto esente da rischi; “i
fattori specifici di rischio che la contraddistinguono
sono:
- uso di
videoterminali impiegati nella progettazione tramite sistema CAD;
-
uso di laser (in prospettiva sempre meno diffusi);
-
rumore per esposizione indiretta;
-
solventi ed altri agenti chimici per esposizione indiretta”.
Nella
fase di taglio e tranciatura spesso
si usano ancora utensili e sistemi manuali quali: coltelli, forbici, taglierine, torchietti.
Quando i quantitativi salgono, si passa al taglio a fustella e le
fustellatrici rappresentano le macchine
di taglio più diffuse.
Anche
in questo reparto si assiste tuttavia alla “progressiva diffusione di
macchinari a controllo elettronico, nei quali l’operazione di taglio (ossia
quella che impiega utensili taglianti) è confinata in una zona circoscritta del
macchinario e che incorporano sistemi talvolta ridondanti di sicurezza”.
In
generale i “
fattori specifici di rischio
nella fase di lavorazione taglio e tranciatura sono:
-
rischi connessi all’impiego di macchine con utensili taglienti;
-
rumore;
- uso di laser
(in prospettiva sempre più ridotto);
-
solventi ed altri agenti chimici per esposizione indiretta”.
Per
la
fase di giunteria e orlatura non
si è assistito ad una “rivoluzione” tecnologica: “il metodo di lavoro è rimasto
quasi lo stesso”.
Nel
complesso, “i
fattori specifici di
rischio in questa fase sono:
-
rischi connessi all’impiego di macchine (in calo);
-
rumore;
- movimentazione
manuale di carichi (eliminati da sistemi di movimentazione automatica);
-
movimenti ripetitivi;
- postura
scorretta protratta;
-
rischi connessi all’esposizione ad agenti chimici presenti in adesivi,
solventi, materiali, semilavorati, ecc (gradualmente ridotti con l’uso di
solventi naturali a base acqua)”.
Il
montaggio, l’assemblaggio dei
componenti della calzatura, è la fase produttiva che “maggiormente ha
beneficiato dei vantaggi offerti dalle nuove tecnologie introdotte nel
settore”. Ad esempio “le moderne premonte, montafianchi e montaboette agevolano
notevolmente l’operatore, riducendo il suo intervento alla sola operazione
d’inserimento della calzatura sul supporto specifico e sottraendo le mani da
ogni pericolo di schiacciamento”. Inoltre nelle macchine di ultima generazione “si
sono di molto ridotte le necessità di intervento manuale sia sulla macchina che
sul pezzo in lavorazione a tutto vantaggio della maggiore sicurezza ed
incolumità dell’operatore; l’introduzione infine dell’
ultima generazione di macchinari che utilizzano collanti fluidi
(quindi la macchina lavora a temperature più basse) con solvente a base acqua
ha ulteriormente migliorato le condizioni di lavoro e quasi del tutto eliminato
i residui fattori di rischio”.
Questi
i
fattori specifici di rischio nella
fase di lavoro montaggio:
-
“rischi connessi all’impiego di macchine (ridotti dalle macchine
automatiche);
-
rumore;
-
vibrazioni;
-
movimentazione manuale di carichi (eliminati in presenza di sistemi di
movimentazione);
-
postura scorretta protratta;
-
rischi connessi all’esposizione ad agenti chimici presenti in adesivi,
solventi, materiali, semilavorati, ecc”.
Nel
reparto “fondo” - l’area di lavoro “dove
si eseguono l’assemblaggio della tomaia con la suola e l’applicazione del
tacco” – vengono anche effettuate “operazioni di fresatura, smerigliatura e
garbatura delle parti”. Dopo aver riportato un elenco delle varie macchine utilizzate
nella fase di lavoro fondo (cardatrici, rasatrici, pressasuole, fresatrici,
sgrossatrici, smerigliatrici, ...) si indica che
i fattori di rischio principali sono:
-
rischi connessi all’impiego di macchine;
-
rumore;
-
vibrazioni;
-
movimentazione manuale di carichi (solo in assenza di trasportatori
automatizzati);
-
movimenti ripetitivi;
-
postura scorretta protratta;
-
rischi connessi all’esposizione ad agenti chimici presenti in adesivi,
solventi, materiali, semilavorati, ecc.;
- rischi
da polveri, in particolare cuoio”.
Dopo
aver fatto un accenno ai
sistemi
robotizzati (robot antropomorfi di vario tipo che sono entrati nelle
fabbriche di scarpe per sostituire l’uomo), gli autori si soffermano sulla
fase di finissaggio fondo e guarnitura.
In
particolare il reparto di finissaggio è “quello nel quale, nonostante il
progresso tecnologico dei macchinari utilizzati per le altre fasi di
lavorazione della scarpa, si riscontra ancora la più alta concentrazione di
manualità; non sorprende pertanto che
tanti
siano i fattori di rischio che si riscontrano in questa specifica ed ultima
fase”.
I
fattori specifici di rischio nella
fase di lavoro finissaggio fondo e guarnitura sono:
-
rischi connessi all’impiego di macchine;
-
rumore;
-
movimentazione manuale di carichi;
-
movimenti ripetitivi;
-
postura scorretta protratta;
-
rischi connessi all’esposizione ad agenti chimici presenti in adesivi,
solventi, prodotti di finitura, materiali, semilavorati, ecc.;
-
rischi da polveri, in particolare cuoio”.
Nella
fase di confezionamento e magazzino,
che comprende - ultimata la lavorazione della calzatura – la fase
d’inscatolamento, magazzinaggio e carico per la commercializzazione, i
fattori di rischio sono:
-
rischi connessi all’impiego di macchine;
-
rischi da movimentazione dei carichi;
-
rumore per esposizione indiretta;
- solventi ed
altri agenti chimici per esposizione indiretta.
Veniamo
infine alla
produzione di calzature con
materiali sintetici.
Il
documento riporta i diversi sistemi e le diverse macchine utilizzate e indica
che i
fattori specifici di rischio,
sovrapponibili a quelli dell’industria della gomma, sono:
-
“rischi connessi all’impiego di macchine;
-
rumore;
-
movimentazione manuale di carichi;
-
rischi connessi all’esposizione ad agenti chimici presenti nelle materie prime
o che si liberano durante il ciclo lavorativo”.
Gli
autori concludono la loro disamina ricordando che è cruciale che “il settore
mantenga desta
l’attenzione su tematiche
quali l’innovazione, l’automazione ma anche la sicurezza dei lavoratori”. Restano
in realtà ancora diversi “problemi insoluti in alcune delle fasi tipiche della
lavorazione della scarpa, nel modo in cui le tecnologie vengono recepite e
fatte proprie dalle aziende, nell’effettiva sostenibilità economica di alcune
delle soluzioni studiate; ma la ricerca continua di soluzioni specifiche,
efficaci e su misura per il settore ne diventerà opportunità di crescita e di
vantaggio competitivo per il futuro”.
“ Attività
calzaturiera: dalla realtà produttiva alla individuazione dei rischi”, a
cura di Gianni Saretto (ASL Pavia - Unità Organizzativa Complessa Prevenzione e
Sicurezza Ambienti Lavoro) e Sergio Dulio (Consulente ANCI - tecnologia ed
innovazione), in Giornale Italiano di Medicina del Lavoro ed Ergonomia, volume
XXXIV - N. 1 - gennaio/marzo 2012 (formato PDF, 82 kB).
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