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" Rischi psicosociali, perché le aziende non li combattono?"
fonte www.insic.it / Salute
03/10/2012 - L’EU OSHA rende nota la pubblicazione di
due relazioni:
"Management of psychosocial risks at work" e
"Drivers and barriers for psychosocial risk management" che analizzano
le ragioni
per le quali quasi il 74% delle imprese europee non ha ancora
affrontato realmente il problema dello stress sul posto di lavoro e gli
altri rischi psicosociali. In particolare, si tratta di due report di
indagine condotti a seguito all'indagine ESENER dell'EU-OSHA.
In Europa il peso dei rischi sociali è tutt’altro che ignorato: lo stress sul lavoro preoccupa il 79% dei dirigenti, le molestie sono un problema per il 40% delle imprese, eppure la maggioranza delle imprese europee non ha predisposto procedure specifiche per la gestione del rischio. Soltanto il 3% delle imprese sta affrontando i rischi psicosociali mediante un approccio sistematico, mentre il 12 % non ha attuato nessuna misura contenitiva o di prevenzione. Perché?
Principalmente le relazioni evidenziano che la mancanza di attenzione alla tematica riguarda il 53% delle imprese interessate, segue la mancanza di consapevolezza che influisce sul 50% delle intervistate, e la mancanza di tempo, personale e denaro nell’affrontare la questione, che affligge il 49% delle imprese. Si sottolineano anche le ragioni legate alla mancanza di formazione e/o esperienza evidenziata dal 49% del campione intervistato e la mancanza di supporto tecnico o di guida riscontrata dal 33% delle imprese europee.
Secondo il direttore dell'EU-OSHA, Christa Sedlatschek, occorre quindi non solo accrescere la consapevolezza di ciò che rappresentano questi rischi, ma anche aiutare le imprese a valutazioni del rischio migliori, modifiche all'organizzazione del lavoro e corsi di formazione.
Ciò è particolarmente significativo in un momento di crisi economica come quello attuale, dove il 50-60% di tutti i giorni di lavoro persi è legato proprio a rischi psicosociali, mentre i soli disturbi della mente costano 240 miliardi di euro all'anno. L’auspicio è che la consapevolezza di quanto possono incidere i rischi psicosociali sul tasso di assenteismo e sulla perdita di ore lavorate, spingano le imprese ad apprestare misure di prevenzione adeguate.
Per questa ragione nella sua prossima campagna "Ambienti di lavoro sani e sicuri" che si svolgerà nel 2014-15, l’EU OSHA sta preparando alcuni strumenti pratici per aiutare le aziende ad affrontare i rischi psicosociali.
Cos’è? ESENER
ESENER è il nome di un progetto di indagine europea che esamina come vengono gestite nella pratica la salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro europei, in particolare sui rischi nuovi ed emergenti e sui rischi psicosociali attraverso sondaggi, ricerche e interviste quasi 36 000 tra i lavoratori e le aziende in 27 stati membri dell'UE e in Croazia, Turchia, Norvegia e Svizzera
In Europa il peso dei rischi sociali è tutt’altro che ignorato: lo stress sul lavoro preoccupa il 79% dei dirigenti, le molestie sono un problema per il 40% delle imprese, eppure la maggioranza delle imprese europee non ha predisposto procedure specifiche per la gestione del rischio. Soltanto il 3% delle imprese sta affrontando i rischi psicosociali mediante un approccio sistematico, mentre il 12 % non ha attuato nessuna misura contenitiva o di prevenzione. Perché?
Principalmente le relazioni evidenziano che la mancanza di attenzione alla tematica riguarda il 53% delle imprese interessate, segue la mancanza di consapevolezza che influisce sul 50% delle intervistate, e la mancanza di tempo, personale e denaro nell’affrontare la questione, che affligge il 49% delle imprese. Si sottolineano anche le ragioni legate alla mancanza di formazione e/o esperienza evidenziata dal 49% del campione intervistato e la mancanza di supporto tecnico o di guida riscontrata dal 33% delle imprese europee.
Secondo il direttore dell'EU-OSHA, Christa Sedlatschek, occorre quindi non solo accrescere la consapevolezza di ciò che rappresentano questi rischi, ma anche aiutare le imprese a valutazioni del rischio migliori, modifiche all'organizzazione del lavoro e corsi di formazione.
Ciò è particolarmente significativo in un momento di crisi economica come quello attuale, dove il 50-60% di tutti i giorni di lavoro persi è legato proprio a rischi psicosociali, mentre i soli disturbi della mente costano 240 miliardi di euro all'anno. L’auspicio è che la consapevolezza di quanto possono incidere i rischi psicosociali sul tasso di assenteismo e sulla perdita di ore lavorate, spingano le imprese ad apprestare misure di prevenzione adeguate.
Per questa ragione nella sua prossima campagna "Ambienti di lavoro sani e sicuri" che si svolgerà nel 2014-15, l’EU OSHA sta preparando alcuni strumenti pratici per aiutare le aziende ad affrontare i rischi psicosociali.
Cos’è? ESENER
ESENER è il nome di un progetto di indagine europea che esamina come vengono gestite nella pratica la salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro europei, in particolare sui rischi nuovi ed emergenti e sui rischi psicosociali attraverso sondaggi, ricerche e interviste quasi 36 000 tra i lavoratori e le aziende in 27 stati membri dell'UE e in Croazia, Turchia, Norvegia e Svizzera
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