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"Riforma Catasto, chiesta disciplina transitoria"

fonte www.edilportale.com / Normativa

09/11/2012 - Più autodichiarazioni e disciplina transitoria verso la riforma del Catasto. Sono le richieste formalizzate negli oltre centosessanta emendamenti presentati al ddl sulla delega fiscale, allo studio della Commissione Finanze del Senato.

Uno degli emendamenti propone che il Governo intervenga nelle procedure per l’aggiornamento delle rendite catastali emanando norme dirette a valorizzare le autodichiarazioni dei contribuenti e dei professionisti da essi delegati.
 
Dato che il ddl delega il Governo ad individuare il periodo di imposta a partire dal quale applicare le nuove rendite e i nuovi valori patrimoniali, è stata chiesta una disposizione transitoria in base alla quale l’avvicinamento tra i nuovi valori e le imposte pagate col vecchio sistema avvenga in modo graduale.
 
Tra i settori che l’Esecutivo dovrebbe tutelare da spese fiscali ingiustificate, superate o che costituiscono una duplicazione, è stata infine inserita anche l’abitazione principale.
 
Per diventare operative, le proposte dovrebbero essere approvate dalla Commissione e confermate durante la discussione in Aula.
 
Ricordiamo che l’iter del ddl sulla delega fiscale è iniziato lo scorso aprile in Consiglio dei Ministri ( Leggi Tutto). Il via libera della Camera è arrivato ad ottobre ( leggi tutto) e il testo deve ora passare il vaglio del Senato.
Dopo l’approvazione della legge, il Governo avrà altri nove mesi di tempo per l’emanazione dei decreti legislativi che contribuiranno a definire il nuovo quadro fiscale.
 
Sul fronte del Catasto, la revisione mira a creare maggiore equità, allineando le rendite catastali ai valori di mercato, mentre per evitare un aggravio del carico fiscale, è prevista anche la contestuale riduzione delle aliquote.


L’attribuzione del valore patrimoniale e della rendita deve riferirsi ai rispettivi valori medi ordinari espressi dal mercato nel triennio antecedente l’anno di entrata in vigore del decreto legislativo. È inoltre necessario rideterminare le definizioni delle destinazioni d’uso catastali ordinarie e speciali, tenendo conto delle mutate condizioni economiche e sociali e delle conseguenti diverse utilizzazioni degli immobili.

Il valore patrimoniale medioordinario è stabilito secondo paramenti determinati. Per le unità immobiliari a destinazione catastale ordinaria, il processo estimativo usa il metro quadrato come unità di consistenza, specificando i criteri di calcolo della superficie dell’unità immobiliare. Si prevede poi l’uso di funzioni statiche per esprimere la relazione tra il valore di mercato, la localizzazione e le caratteristiche edilizie dei beni per ciascuna destinazione catastale e per ciascun ambito territoriale.

Per le unità immobiliari a destinazione catastale speciale, sono previsti procedimenti di stima diretta, con l’applicazione di metodi standardizzati e di parametri di consistenza specifici per ciascuna destinazione catastale speciale. Nel caso in cui non sia possibile fare riferimento ai valori di mercato, si userà il criterio del costo per gli immobili a carattere prevalentemente strumentale, e il criterio reddituale per gli immobili per i quali la redditività costituisce l’aspetto prevalente.

La rendita media ordinariaviene determinata con un processo estimativo basato su funzioni statistiche idonee ad esprimere la relazione tra i redditi da locazione medi, la localizzazione e le caratteristiche edilizie dei beni per ciascuna destinazione catastale e per ciascun ambito territoriale. Nel caso in cui non ci sia un consolidato mercato delle locazioni, la rendita è determinata applicando ai valori patrimoniali dei saggi di redditività desumibili dal mercato dei tre anni precedenti all’entrata in vigore del decreto legislativo.

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