News
"Stress e lavoro: una scheda riassuntiva per favorire la valutazione"
fonte www.puntosicuro.it / Salute
16/01/2013 - Nel mondo del lavoro c’è un rischio che non è caratteristico di
qualche specifico comparto. È il
rischio
stress, un rischio che potenzialmente può colpire qualunque luogo di lavoro
e qualunque lavoratore, a prescindere dalla dimensione dell’azienda,
dall’attività, dal contratto o dal rapporto di lavoro.
Allo
stress è dedicata una scheda - dal titolo “
Stress lavoro correlato
- Che stress! E non so nemmeno cos’è…” - pubblicata sul sito dell’ Organismo
Paritetico Provinciale (OPP) della Provincia di Varese e curata da Mauro Scartazza,
consulente Salute Sicurezza e Igiene degli Alimenti.
La
scheda riporta innanzitutto alcune
definizioni
che è bene rammentare quando ci si appresta a elaborare una valutazione
del rischio stress lavoro correlato.
Il
NIOSH (National Institute for Occupational Safety and Health) definisce ad
esempio lo stress come “un insieme di reazioni fisiche ed emotive dannose che
si manifesta quando le richieste poste dal lavoro non sono commisurate alle
capacità, risorse o esigenze del lavoratore”. E lo stress
correlato al lavoro “può influire negativamente sulle condizioni di salute”
e favorire eventuali infortuni.
Se
dunque lo stress è conseguenza del non sentirsi in grado di superare i gap
dovuti a particolari richieste o aspettative, un individuo “è capace di reagire
alle pressioni a cui è sottoposto nel breve termine, e queste possono essere
considerate positive (per lo sviluppo dell’individuo stesso), ma di fronte ad
una esposizione prolungata a forti pressioni egli avverte grosse difficoltà di
reazione”. Reazioni che possono essere diverse a seconda delle persone e del
momento.
In
particolare la
sindrome da stress
negativo è caratterizzata da “una risposta fisiopatologica indeterminabile
e non caratteristica”. Generalmente è presente:
-
“una prima fase di allarme, di reazione agli stressors;
-
una seconda fase, detta di resistenza, in cui le difese allertate nella prima
sono in precario equilibrio”;
-
una terza fase “in cui, perdurando gli stressors, si può sviluppare uno stato
di esaurimento funzionale”.
Dopo
aver elencato i
sintomi che segnalano
l’insorgenza di stress - con particolare riferimento ai disturbi
comportamentali ed emozionali e ai disturbi psicofisiologici e biologici - la
scheda propone un
elenco dei fattori più
comuni che possono causare stress. Fattori che “possono essere
soggettivamente avvertiti come stressanti ed essere potenzialmente dannosi
soprattutto se in sinergia con i fattori psicosociali:
-
fattori ambientali: rumore;
vibrazioni; vapori e sostanze pericolose (polveri, gas); temperature elevate o
basse; trasporto di carichi pesanti; posture
scomode o stancanti; affidabilità, idoneità e manutenzione delle
attrezzature di lavoro;
-
orari di lavoro: turnazione; orari
troppo lunghi o imprevedibili; lavoro notturno;
-
monotonia o frammentarietà;
-
incertezza;
-
mancanza di attenzioni;
-
lavoro ripetitivo ed arido;
-
carico di lavoro e di responsabilità
eccessivo o ridotto;
-
rapporto conflittuale uomo–macchina;
-
conflitti nei rapporti con colleghi e
superiori”.
Se,
come ricordato in apertura, il rischio stress può “potenzialmente” colpire
ovunque, “in pratica non tutti i luoghi di lavoro e non tutti i lavoratori ne
sono necessariamente interessati”. Per ogni azienda considerare, valutare,
eliminare o diminuire il problema dello stress sul lavoro “può voler dire una
maggiore efficienza e un deciso miglioramento delle condizioni di salute e
sicurezza sul lavoro, con conseguenti benefici economici e sociali per le
aziende, i lavoratori e la società nel suo insieme”.
Qualche
cenno riassuntivo sulla
valutazione del
rischio stress lavoro correlato.
La
valutazione “deve essere inserita in un percorso che preveda il coinvolgimento
della Direzione Aziendale, opportune azioni di comunicazione e informazione,
l’acquisizione di specifiche competenze da parte del RSPP e del Medico
Competente e la loro partecipazione attiva insieme a quella del RLS, nonché la
formazione di Lavoratori, Dirigenti e Preposti, la consultazione dei
lavoratori, la valutazione del rischio e l’adozione di misure collettive, la
verifica dei cambiamenti ottenuti e la gestione di singoli casi ed il
monitoraggio nel tempo”.
Si
sottolinea che tutti i metodi di Valutazione devono prevedere sia:
-
elementi oggettivi e verificabili: contribuiscono alla definizione del rischio.
Infatti “la valutazione degli indicatori oggettivi deve permettere di avere la
definizione del rischio basso/medio/alto presente in azienda o partizione o
gruppo omogeneo”;
-
elementi soggettivi relativi alla
percezione da parte del gruppo dei lavoratori dell’organizzazione aziendale:
“la valutazione della percezione
dello stress dei lavoratori viene introdotta solo nei casi in cui la
valutazione degli indicatori oggettivi determini una evidenza di rischio medio
o alto”.
Si
ricorda inoltre che la valutazione
del rischio stress lavoro-correlato “è una valutazione sull’organizzazione
del lavoro e non sul livello di stress positivo o negativo dei singoli
lavoratori o sui tratti di personalità”. Inoltre tale valutazione “non solo non
si esaurisce con la somministrazione di un questionario, ma prevede un percorso
con elementi oggettivi e soggettivi
integrati e contestualizzati tra loro nell’organizzazione”. E l’esame
degli elementi soggettivi “richiede specifiche professionalità”.
In
definitiva in ogni azienda occorre “provvedere alla tutela della salute
psichica lesa o messa in pericolo dalla cattiva organizzazione delle risorse
umane”. In particolare è necessario “individuare quale o quali categorie di
lavoratori è soggetta in maniera particolare alle sollecitazioni stressogene,
in ragione delle peculiarità della prestazione lavorativa, e quali sono quindi
i soggetti più esposti alla sindrome in esame”. Sono dunque necessari “adeguati
controlli periodici sui lavoratori,
in quanto solo attraverso i singoli controlli è possibile acquisire quelle
conoscenze sulla base delle quali il datore di lavoro è in grado di evitare il
rischio specifico dello stress lavorativo”.
In
conclusione la scheda riporta una serie di
possibili
misure per prevenire o ridurre il rischio stress:
-
“dare ai singoli lavoratori la possibilità di scegliere le modalità di
esecuzione del proprio lavoro;
-
diminuire l’entità delle attività monotone e ripetitive;
-
aumentare le informazioni concernenti gli obiettivi;
-
sviluppare uno stile
di leadership;
-
evitare definizioni imprecise di ruoli e mansioni;
-
distribuire/comunicare efficacemente gli standard ed i valori
dell’organizzazione a tutti i livelli organizzativi, per esempio tramite
manuali destinati al personale, riunioni informative, bollettini;
-
fare in modo che gli standard ed i valori dell’organizzazione siano noti ed
osservati da tutti i lavoratori dipendenti;
-
migliorare la responsabilità e la competenza del management per quanto riguarda
la gestione dei conflitti e la comunicazione;
-
stabilire un contatto indipendente per i lavoratori;
-
coinvolgere i dipendenti ed i loro rappresentanti nella valutazione del rischio
e nella prevenzione dello stress
psicofisico e del mobbing”.
Enti
bilaterali della provincia di Varese, Organismo Paritetico Provinciale, “ Stress
lavoro correlato - Che stress! E non so nemmeno cos’è…” scheda tecnica a
cura di Mauro Scartazza, consulente Salute Sicurezza e Igiene degli Alimenti
(formato PDF, 210 kB).
Segnala questa news ad un amico
Questa news è stata letta 1193 volte.
Pubblicità