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"La funzione del Security manager"
fonte www.puntosicuro.it / Sicurezza
30/01/2013 -
I settori da tempo interessati da tali fenomeni sono peraltro numerosi: Trasporti (con particolare riferimento al trasporto merci pericolose); Vigilanza privata; Settore energetico (sia che si tratti di strutture di produzione di energia che di centrali di distribuzione nelle aree urbane); Forniture idriche (compresi gli impianti di potabilizzazione o distribuzione nella rete idrica urbana); Raffinerie, centri olii per la raccolta ed il trattamento del greggio, depositi carburante e lubrificanti con capacità di stoccaggio superiore a 100 tonnellate e, più in generale, gli obiettivi sensibili ai sensi dell’Allegato D, Sezione III art. 3.b.1 Decreto del Ministero dell’interno n. 269 del 2010.
L’ANMIL
e il “rischio security”
Tutte
le realtà aziendali sono esposte a rischi di security di diversa intensità e le
potenziali minacce di security - di natura terroristica, criminale o politica
che siano – sono strettamente connesse alle vulnerabilità degli
assets
alle stesse riferibili.
I settori da tempo interessati da tali fenomeni sono peraltro numerosi: Trasporti (con particolare riferimento al trasporto merci pericolose); Vigilanza privata; Settore energetico (sia che si tratti di strutture di produzione di energia che di centrali di distribuzione nelle aree urbane); Forniture idriche (compresi gli impianti di potabilizzazione o distribuzione nella rete idrica urbana); Raffinerie, centri olii per la raccolta ed il trattamento del greggio, depositi carburante e lubrificanti con capacità di stoccaggio superiore a 100 tonnellate e, più in generale, gli obiettivi sensibili ai sensi dell’Allegato D, Sezione III art. 3.b.1 Decreto del Ministero dell’interno n. 269 del 2010.
Da
un’attenta analisi avviata da diversi mesi dall’ANMIL è emersa la mancanza di
un riferimento normativo testuale – sebbene fosse opportuno – per quegli eventi
dolosi spesso correlati alle instabilità politico-istituzionali di determinati
territori ovvero alla avversa ideologia che si consolida nei confronti di
determinati settori produttivi o, ancor più, nei riguardi di singole imprese od
operatori, che possono avere ripercussioni negative – se non fatali – sulla
comunità aziendale e dei lavoratori oltre che sulla sicurezza pubblica.
L'insufficienza
della risposta normativa
Questa
tipologia di rischio sottovalutata o sostanzialmente non considerata
dall’ordinamento giuridico in correlazione alla gestione
della sicurezza nei luoghi di lavoro avrebbe potuto infatti trovare posto
nel D.lgs. n. 81/2008 (cosiddetto Testo Unico Sicurezza). Tuttavia, sebbene
così non è stato, vale la pena precisare che in esso sono state però poste le
basi per un nuovo modello di valutazione e gestione dei rischi in cui l’area
della
Security delle persone e del territorio potrà essere
progressivamente compresa negli obblighi di valutazione dei rischi da parte dei
datori di lavoro, attraverso l’inclusione nei cosiddetti “rischi particolari”,
espressamente citati nell’art. 28 del Testo Unico sicurezza.
Invero
da tempo le realtà produttive più avanzate e responsabili hanno codificato
piani di gestione del rischio
Security basati su un protocollo
operativo-gestionale che ha provveduto quanto meno ad assolvere alcune
fondamentali attività:
- Censire, con l’ausilio di esperti della materia, i lavoratori per i quali può porsi il rischio di atti terroristici contro la persona.
- Valutare il rischio secondo criteri di ragionevolezza per evitare di suscitare allarmi ingiustificati, tenendo però conto della evoluzione del rischio terroristico.
- Informare e formare i lavoratori censiti delle condotte prudenziali cui attenersi e delle tecniche utilizzate dai terroristi, anche tramite l’ausilio delle prefetture e delle Forze di Polizia.
- Sollecitare i lavoratori all’immediata segnalazione di ogni anomalia riscontrata che possa indurre a ritenere la sussistenza di un rischio concreto all’interno e all’sterno del gruppo di lavoro.
La
proposta ANMIL
Alla
luce di questa analisi è risultata l’esigenza di prevedere l’individuazione di
linee direttive per una evoluzione normativa che, da una parte, dia certezza
alla valutazione del rischio
Security nel contesto degli adempimenti per
la sicurezza sul lavoro, dall’altra conferisca maggiore dignità professionale
alla figura del
Security Manager, nell’ottica di qualificare le aziende
più virtuose (per standard adottati) dei settori interessati e che offrono una
più adeguata e puntuale tutela ai lavoratori preposti e a quelli dei comparti
più sensibili.
I versanti di azione sono due: in primis il sistema di qualificazione delle imprese e dei lavoratori autonomi ex art. 27 D.lgs. n. 81/2008; in secondo luogo le proposte di legge C. 1934 e abb. approvate dalla Camera il 28 marzo 2012, recanti la disciplina delle professioni non regolamentate, al fine di coniugare le esigenze di qualificazione per la sicurezza delle imprese appartenenti ai settori esposti al rischio Security con le esigenze di qualificazione del professionista Security Manager, quale garante nella organizzazione aziendale - esposta ai relativi rischi - della gestione degli adempimenti correlati alla Security.
A dare concretezza a tutto ciò è volto il progetto cui ANMIL vuole dare vita con il supporto scientifico di ANMIL Sicurezza nell’ottica di giungere ad una proposta normativa che dia riconoscimento alle predette esigenze, sulla base di una ricognizione dei fenomeni di rischio e delle problematiche giuridiche alle stesse sottese.
I versanti di azione sono due: in primis il sistema di qualificazione delle imprese e dei lavoratori autonomi ex art. 27 D.lgs. n. 81/2008; in secondo luogo le proposte di legge C. 1934 e abb. approvate dalla Camera il 28 marzo 2012, recanti la disciplina delle professioni non regolamentate, al fine di coniugare le esigenze di qualificazione per la sicurezza delle imprese appartenenti ai settori esposti al rischio Security con le esigenze di qualificazione del professionista Security Manager, quale garante nella organizzazione aziendale - esposta ai relativi rischi - della gestione degli adempimenti correlati alla Security.
A dare concretezza a tutto ciò è volto il progetto cui ANMIL vuole dare vita con il supporto scientifico di ANMIL Sicurezza nell’ottica di giungere ad una proposta normativa che dia riconoscimento alle predette esigenze, sulla base di una ricognizione dei fenomeni di rischio e delle problematiche giuridiche alle stesse sottese.
La
proposta normativa di Maria Giovannone, direttore scientifico anmil sicurezza
In
tale contesto una proposta normativa di coordinamento dovrebbe prevedere,
nell’ambito dei lavori della Commissione Consultiva Permanente sopra citata, la
inclusione dei settori più esposti ai rischi Security nell’elenco aperto di
settori già elaborato dalla stessa.
Parallelamente,
oltre a criteri di qualificazione generali e comuni a tutti i settori,
andrebbero articolati criteri specifici di qualificazione per i settori esposti
al rischio Security che prevedano quanto meno i seguenti passaggi:
•
Garantire che siano adottate ed efficacemente attuate procedure di lavoro che contemplino
la valutazione del rischio security nel DVR.
•
Garantire che siano adottate ed efficacemente attuate procedure di lavoro che contemplino
la integrazione dei percorsi di formazione, informazione e addestramento di
tutti i lavoratori, attraverso l’ausilio del Security Manager, dotato dei
requisiti di cui alla norma UNI 10459.
•
Garantire l’adozione di modelli organizzativi ex art. 30 D.lgs. n. 81/2008 che contemplino
la mappatura del rischio security.
•
Garantire la certificazione
dei contratti di trasporto, appalto e subappalto.
•
Garantire il possesso da parte del Security Manager dei requisiti professionali
di cui alla norma UNI 10459.
Gli
Abstract dei relatori:
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