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"Come prevenire l’influenza negli ambienti di lavoro"
fonte www.puntosicuro.it / Salute
01/02/2013 - Sono ormai più di 1,5 milioni gli italiani che in questi mesi sono
stati colpiti dall’
influenza e il
picco del contagio influenzale sembra che quest’anno sia proprio a cavallo tra
i mesi di gennaio e febbraio.
Benché
non si parli, come nel 2009/2010 per il virus
influenzale di tipo A/H1N1, di pandemia (intesa come una epidemia grave che
interessa più aree geografiche contemporaneamente) è bene dare alcune
informazioni anche per la prevenzione del contagio nel mondo del lavoro.
Per
facilitare la
prevenzione nei luoghi di
lavoro presentiamo brevemente un articolo pubblicato sulla rivista
internazionale gratuita “ Prevention
and Research”, una rivista nata da un progetto di Francesco Tomei,
Ordinario di Medicina del Lavoro dell' Università degli Studi di Roma "La Sapienza".
La
rivista, che pubblica lavori originali di medicina, rassegne di argomenti di
particolare attualità o interesse (P&R Scientific), contributi scientifici,
notizie, recensioni e dossier (P&R Public), ha un Comitato Scientifico e un
Coordinamento della Segreteria Scientifica composto da Professori Universitari e
Professionisti del settore che garantiscono la validità scientifica degli
articoli pubblicati.
Pubblicato
nella
sezione P&R Public - Anno
3, Trimestre 1 – l’articolo “
Influenza e prevenzione
negli ambienti di lavoro” è stato curato da Caciari T., Casale T., Di
Pastena C., Sacco C., Suppi A., Mascia I., Cappelli L., Corbosiero P.,
Sinibaldi F., Loreti B., Capozzella A., De Sio S,, Giubilati R., Rosati MV.
(Dipartimento di Anatomia, Istologia, Medicina Legale e Ortopedia, Unità di
Medicina del Lavoro, “Sapienza” Università di Roma).
Dopo
aver presentato le vie di esposizione ai contaminanti biologici,
gli autori ricordano che le
norme
universali di protezione e prevenzione del rischio biologico “hanno una
valenza generale e devono essere applicate a priori di qualsiasi valutazione
dei rischi, anche solo in condizioni di potenziale o ipotetica esistenza del rischio”:
-
rischio potenziale in ambito
professionale: “condizione nella quale le attività lavorative svolte
possono comportare un’esposizione ad una condizione di potenziale pericolo”;
-
rischio ipotetico in ambito
professionale: “condizione nella quale le attività lavorative svolte in
presenza di microrganismi
pericolosi o potenzialmente tali, possono comportare l’eventualità
ipotetica di un’esposizione capace di causare l’insorgenza di un danno alla
salute del soggetto esposto”.
Per
controllare i
rischi biologici ipotetici
e/o potenziali la
strategia
preventiva da mettere in atto è quella di “adottare nelle pratiche di
lavoro misure di prevenzione cosiddette ‘universali’ che in ogni situazione,
indipendentemente dalla natura infettiva dei campioni trattati e delle
condizioni di igiene del lavoro, garantiscano la assenza di una esposizione,
così da raggiungere il controllo o l’abbattimento del ‘rischio di natura ed
entità incerta’ connesso a queste attività”.
Dopo
aver ricordato quanto disposto dalla normativa vigente - per la pulizia di
luoghi, impianti e dispositivi, per la detersione di pavimenti, pareti e
soffitti, per le attività di pulizia, disinfestazione, derattizzazione e
sanificazione, per la cubatura, areazione e temperatura dei locali (ricordando
che il fumo passivo “può
aggravare il rischio biologico a carico dell’apparato respiratorio”) - vengono
presentate le principali
norme igieniche
per rischio generico nei luoghi di lavoro. Norme che devono risultare nel
Documento di Valutazione dei Rischi e devono essere oggetto di informazione e
formazione dei lavoratori:
-
“mantenere una buona igiene personale, lavarsi le mani dopo aver starnutito o
tossito o pulito il naso;
-
per la disinfezione dell’ambiente e degli oggetti utilizzare prodotti a base di
cloro attivo;
-
ventilare bene gli spazi chiusi;
-
lavarsi le mani prima di toccare occhi, naso e bocca;
-
lavarsi le mani dopo aver usato il bagno;
-
asciugarsi con salviette monouso, ove possibile;
-
gettare le salviette in appositi contenitori”.
In
particolare per la regolare
pulitura di
tutti i luoghi di lavoro si suggerisce “di verificare periodicamente
l’attività svolta dalle ditte appaltatrici dei lavori di pulizia, in
particolare riguardo ai servizi igienici”. Gli autori riportano altri
suggerimenti. Ad esempio indicano che sarebbe necessario “avere a disposizione
servizi igienici separati per pubblico e lavoratori e, nel caso non sia
possibile, la pulizia deve essere particolarmente accurata e frequente. Ove
possibile sarebbe necessario mettere a disposizione rubinetti con pedale o con
cellula fotoelettrica”.
Inoltre
è necessaria “la
rimozione di materiali
sporchi o polverosi, nonché la detersione con l’uso oculato di disinfettanti, solo ove
necessario; a tal proposito, finita la pulitura, le aree di lavoro vanno fatte
aerare adeguatamente. Una periodica disinfestazione è inoltre necessaria in
ambienti di lavoro particolari quali mense, cucine, refettori, giardini,
magazzini ed archivi, e comunque dove necessita, effettuandola previa pulitura
a fondo dei locali e facendo trascorrere un adeguato lasso di tempo prima del
rientro dei lavoratori e degli utenti”.
Riportiamo
altre
indicazioni presenti
nell’articolo:
-
“sono necessari guanti monouso laddove si venga a contatto con qualsiasi
eventuale materiale organico;
-
è opportuno “provvedere alla bonifica e all’imbiancatura degli ambienti di
lavoro soprattutto laddove siano presenti danni da infiltrazioni, con presenza
di muffa”;
-
è auspicabile “l’acquisto di saponi liquidi a ph debolmente acido per la
detersione delle mani ed evitare l’uso promiscuo di asciugamani utilizzando nei
servizi igienici materiale usa e getta”;
-
è necessaria “la pulizia periodica dei tendaggi e dei dispositivi di
modulazione dell’intensità della luce (tende, veneziane, tapparelle ecc.),
nonché delle pale dei ventilatori laddove presenti e un’adeguata pulitura dei
filtri di tutti i condizionatori”.
Dopo
aver affrontato alcune indicazioni per la riduzione del rischio
di legionellosi, si sottolinea che
le
misure di prevenzione per il rischio
generico
vanno “adeguate alle
singole realtà lavorative. Ad esempio è necessario evitare il
sovraffollamento dei locali, effettuando una distribuzione adeguata degli
operatori addetti al ricevimento del pubblico, in base anche alle capacità
recettive dei vari ambienti ed all’affluenza di pubblico al servizio”. Può
anche essere valutata la possibilità, per le attività di ufficio comportanti
rapporti con il pubblico in maniera continuativa, “di collocare il lavoratore
in postazione protetta mediante, ad esempio, schermatura con appositi vetri che
evitino l’impatto e la diffusione di eventuali secrezioni provenienti da starnuti,
colpi di tosse e quant’altro”.
L’articolo,
che vi invitiamo a visionare integralmente, ricorda poi che quando sono in
corso
pandemie, epidemie ed endemie
bisogna considerare l’eventualità di una diffusione delle stesse nei luoghi di
lavoro.
In
questi casi “si rendono necessari
interventi
preventivi più stringenti, considerata la possibilità di una diffusione
delle stesse nei luoghi di lavoro”. Ad esempio “la verifica ed il rispetto
delle norme igieniche generiche o specifiche raccomandate dal Ministero del
Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali o da altri Organi Competenti,
l’intervento su eventuali categorie lavorative che possano venire in contatto
con soggetti provenienti da paesi stranieri a rischio, la divulgazione di
un’adeguata, tempestiva e specifica informazione e formazione dei lavoratori,...”.
L’articolo
riporta una descrizione dettagliata delle problematiche inerenti la
vaccinazione antinfluenzale in luoghi di
lavoro con rischio biologico generico.
Infatti
secondo la Circolare del 23 luglio 2009 “la vaccinazione anti-influenzale è
strettamente raccomandata ad una serie di categorie a rischio che includono
anche lavoratori di norma esposti ad un rischio
biologico generico quali gli addetti ai servizi pubblici di primario
interesse collettivo”.
Rimandandovi
anche in questo caso alla lettura dell’articolo, che riporta tutte le categorie
di soggetti alle quali il vaccino antinfluenzale è consigliato, concludiamo
ricordando che la vaccinazione antinfluenzale è importante “anche per
evitare coinfezioni” tra virus
influenzali umani e virus influenzali patogeni per specie animali. Coinfezioni
che potrebbero “dare origine ad un nuovo virus influenzale altamente patogeno,
trasmissibile da uomo a uomo”.
Per
questo specifico motivo la vaccinazione antinfluenzale è
raccomandata a:
-
“allevatori;
-
addetti all’attività di allevamento;
-
addetti al trasporto di animali vivi;
-
macellatori e vaccinatori;
Segnaliamo,
in conclusione, che in data 25 settembre 2012 sul sito del Ministero della
Salute è stata pubblicata la circolare relativa alle raccomandazioni
per la stagione 2012-2013 in merito alla prevenzione e controllo
dell’influenza.
“ Influenza
e prevenzione negli ambienti di lavoro”, articolo a cura di Caciari T.,
Casale T., Di Pastena C., Sacco C., Suppi A., Mascia I., Cappelli L.,
Corbosiero P., Sinibaldi F., Loreti B., Capozzella A., De Sio S,, Giubilati R.,
Rosati MV. (Dipartimento di Anatomia, Istologia, Medicina Legale e Ortopedia,
Unità di Medicina del Lavoro, “Sapienza” Università di Roma), pubblicato nella
sezione P&R Public della rivista “Prevention and Research”, Anno 3, Trimestre
1, 15 gennaio 2013 (formato PDF, 64 kB).
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