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"Come valutare i rischi di sovraccarico nella distribuzione alimentare"
fonte www.puntosicuro.it / Salute
19/02/2013 - La presentazione di significative
esperienze
di valutazione e gestione del rischio e del danno da sovraccarico biomeccanico
sono molto utili nel mondo del lavoro. Possono servire non solo a migliorare la
consapevolezza e identificazione dei pericoli, ma anche a promuovere con
successo programmi di prevenzione e riduzione del rischio.
Possiamo
raccogliere alcune positive esperienze attraverso gli atti degli interventi
relativi al seminario internazionale “ La
prevenzione e gestione del rischio da sovraccarico biomeccanico: la parola alle
imprese e non solo”, seminario che è stato organizzato il 14 e 15 giugno
2012 a Milano da EPM
(Unità di Ricerca Ergonomia della Postura e del Movimento).
Nell’intervento
“
Primi risultati di studi
organizzativi, in un grande servizio di preparazione pasti in ospedale, per la
messa a punto di metodiche semplificate di valutazione del rischio da movimenti
ripetitivi degli arti superiori”, a cura Daniela Colombini
(EPM-Milano), viene presentata innanzitutto la difficoltà nel produrre la
valutazione di rischio da sovraccarico biomeccanico, specie degli arti
superiori.
Infatti
in una struttura organizzativa nella
preparazione
e distribuzione dei pasti in grosse collettività si ha a che fare:
-
con “esposizioni a multi-compiti a ciclo mensile;
-
con numerosissime variabili determinate del menù a ciclo mensile;
-
con “2 turni per la preparazione del pasto del mezzogiorno e della sera”;
-
con “sedi differenti che variano da Ospedali, scuole, self-service, ecc.. di
diverse dimensioni ecc;
-
con utilizzo di diverse attrezzature più o meno automatiche;
-
con utilizzo di diversa pezzatura negli alimenti”.
E
questa estrema variabilità “rende assai difficile , anche per un esperto,
arrivare ad una stima il più possibile obbiettiva del rischio”.
In
particolare la via seguita è stata quella di “allestire un software a variabili
predeterminate e prevalutate, facile da utilizzare anche da non esperti
ergonomi”
Il
lavoro – non ancora concluso alla data del seminario - è stato reso possibile
dalle seguenti
strategie operative:
-
“guida preliminare alla raccolta dei dati organizzativi;
-
individuazione dei gruppi di lavoratori omogenei
per esposizione;
-
pre-valutazione con checklist
OCRA di tutti i possibili compiti lavorativi e delle loro variabili
esecutive con archivio dei corrispondenti film”.
Il
documento agli atti, che vi invitiamo a visionare, riporta una presentazione
dell’azienda di ristorazione in cui è stato svolto il lavoro e una raccolta di
dati in merito a: orario di lavoro e turni; classificazione degli alimenti;
presentazione delle aree operative e degli utensili, classificazione delle fasi
lavorative per alimento e area; compiti e relativi indici di checklist OCRA
intrinseci.
Riportiamo
le
macro fasi lavorative rilevate e
analizzate:
-
preparazione verdure (PV);
-
preparazione carni;
-
preparazione pesce;
-
cottura pasta in acqua;
-
cottura ai bollitori e ai fuochi;
-
cottura ai ferri;
-
cottura alle brasiere;
-
cottura ai forni di pizze e focacce;
-
cottura ai forni a vapore;
-
cottura ai forni classici;
-
tritatura verdure surgelate;
-
taglio affettati e pesce conservato;
-
preparazione liquidi caldi per colazione;
-
lavaggio pentole;
-
preparazione carrelli freddi;
-
confezionamento monopasto su vassoio;
-
distribuzione pasti da nastro f;
-
self service;
-
servizio al tavolo;
-
svuotamento vassoi e lavaggio stoviglie;
-
riattivazione carrelli.
Per
rendere attuabile (
semplificazione)
l’
analisi del rischio da movimenti
ripetitivi è necessario individuare i gruppi omogenei di lavoratori, i
gruppi di lavoratori che eseguono gli stessi compiti nell’arco temporale
(stessi compiti, stessi turni).
Individuato
il
gruppo omogeneo per esposizione a
rischio è necessario:
-
“descrivere i turni, gli orari di lavoro e le pause presenti, nel ciclo mese
individuato;
-
identificare quali compiti siano svolti, per ogni giornata lavorativa;
-
identificare per i compiti svolti la loro durata, per ogni giornata lavorativa nel
ciclo temporale individuato;
-
applicazione di più modelli matematici di calcolo”.
Non
è stato facile in realtà avere informazione sui
tempi netti di durata di molti compiti:
-
“alcuni lavoratori eseguono i compiti lavorativi più velocemente o lentamente
di altri;
-
“esistono molte attività di trasporto con carrelli con ‘ritorno’ a mani vuote e
quindi senza coinvolgimento degli arti
superiori;
-
esistono molti compiti di approvvigionamento attrezzi (es. approvvigionamento
pentole vuote teglie ecc, considerabili come lavori non ripetitivi, che
comportano difficoltà di quantizzazione)”.
Concludiamo
la presentazione di questa positiva esperienza segnalando che “la via per
superare il problema di valutazioni troppo soggettive, legate alle diverse
velocità di esecuzione dei compiti riscontrabili negli addetti”, è stata quella
di “non basarsi sui tempi osservati” ma su elementi organizzativi più obiettivi
(n. pasti cucinati per turno, kg alimenti utilizzati per turno e per compito,
tempi medi per cucinare/trattare una unità prestabilita, ...).
Infine
prendiamo qualche dato dall’intervento “
Rischio da sovraccarico
biomeccanico del rachide e degli arti superiori nella grande distribuzione
alimentare: approccio alla valutazione e gestione del rischio prima e dopo il
progetto cittadino dell’ASL di Milano”, a cura della Dr.ssa Vincenza
Giurlando, della Dr.ssa Enrica D’Agostino e della Dr.ssa Nora Vitelli (Servizio
Prevenzione e Sicurezza Ambienti di Lavoro, Asl Milano).
L’
obiettivo del lavoro presentato era
quello di:
-
verificare come è stato valutato il rischio da
sovraccarico biomeccanico;
-
conoscere lo stato della sorveglianza sanitaria;
-
promuovere e rendere sistematiche le pratiche di valutazione e gestione del
rischio e quelle relative alla sorveglianza sanitaria;
-
promuovere l’elaborazione e l’attuazione del programma delle misure mirate
alla riduzione del rischio”.
Rimandando
i nostri lettori a quanto riportato, nel documento agli atti, su dati sanitari,
analisi DVR, risultati, compiti valutati, ci soffermiamo sul
piano di miglioramento che comprende
misure gestionali e interventi tecnici.
Queste
le
misure gestionali elaborate:
-
“
procedure operative: dislocazione
dei pesi in funzione delle altezze degli scaffali; divieto rabbocco cestelli
acqua; utilizzo transpallet elettrici; movimentazione da parte di due
operatori;
-
rotazione personale: rotazione
addetti area promozionale; rotazione su tutti i tipi di cassa; rotazione
settimanale sui turni mattutino/pomeridiano/chiusura;
-
informazione e formazione”.
Questi
gli
interventi tecnici indicati:
-
“
introduzione nuove attrezzature:
elevatore per sollevare cassette ortofrutta; attrezzatura
specifica per la movimentazione e il taglio del grana; attrezzatura per la
movimentazione dei bidoni d’olio per friggitrice;
-
implementazione attrezzature esistenti:
transpallet elettrici/roll; etichettatrici automatiche; affettatrici
automatiche (gastronomia); pistole scanner (cassa);
-
interventi sulle postazioni di lavoro:
abbassamento scaffali espositivi; celle frigo prossime alle zone di lavorazione;
abbassamento piano di lavoro (gastronomia); espositori mobili (ortofrutta)”.
“ Primi risultati di studi organizzativi, in un grande servizio
di preparazione pasti in ospedale, per la messa a punto di metodiche
semplificate di valutazione del rischio da movimenti ripetitivi degli arti
superiori”, a cura Daniela Colombini (EPM-Milano), intervento al seminario
internazionale “La prevenzione e gestione del rischio da sovraccarico
biomeccanico: la parola alle imprese e non solo” (formato PDF, 4.82 MB).
“ Rischio da sovraccarico biomeccanico del rachide e degli arti
superiori nella grande distribuzione alimentare: approccio alla valutazione e
gestione del rischio prima e dopo il progetto cittadino dell’ASL di Milano”,
a cura della Dr.ssa Vincenza Giurlando, della Dr.ssa Enrica D’Agostino e della
Dr.ssa Nora Vitelli (Servizio Prevenzione e Sicurezza Ambienti di Lavoro, Asl
Milano), intervento al seminario internazionale “La prevenzione e gestione del
rischio da sovraccarico biomeccanico: la parola alle imprese e non solo”
(formato PDF, 1.95 MB).
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