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"Gli incidenti mortali in edilizia, per il 42% sono dovuti alle cadute dall’alto"

fonte www.quotidianosicurezza.it / Sicurezza sul lavoro

20/02/2013 -

Con riferimento alla salute e sicurezza sui luoghi di lavoro, il Rapporto del Ministero del Lavoro sull’attività ispettiva 2012, rileva un numero di violazioni  per mancanza di prevenzione pari a 40.424, dato che  appare aumentato del 19% rispetto all’anno 2011  (33.970). Ma la relazione precisa che “tale andamento risulta strettamente connesso alla carenza del personale ispettivo tecnico e all’impatto che la crisi economica ha avuto anche nel settore edile, con una diminuzione del numero dei cantieri aperti sul territorio nazionale”.

Nel settore edile sono state ispezionati  16.287 cantieri in cui operavano 28.575 aziende. Le irregolarità sono pari al 78% dei cantieri ispezionati e i lavoratori irregolari sono 11.628 di cui 4.771 in nero.

I provvedimenti penali adottati sono stati 98.432 e i sequestri 139.

Considerando le tipologie delle sanzioni contestate, i dati fanno registrare che la maggioranza degli incidenti mortali,  il 42%, si è riscontrato proprio nel settore edile e che le cause sono costituite da cadute dall’alto.

Restando nel settore dell’edilizia, sono le operazioni di investimento e seppellimento (13%) che testimoniano una scarsa attenzione alle problematiche attinenti agli scavi e fondazioni e alla viabilità interna ai cantieri, ma la percentuale non si discosta se si considerano il rischio elettrico, l’utilizzo di attrezzature di lavoro e dei dispositivi di protezione collettivi ed individuali (sono pari al 12% delle violazioni rilevate).

Altro elemento sottolineato dal Rapporto 2012 è quello che si riferisce al “ruolo non ottimale svolto dai committenti e dai  coordinatori negli appalti (*) sia pubblici che privati (11%), in quanto si riscontrano criticità nell’osservanza degli obblighi previsti” in capo  a questi soggetti.

Altra riflessione viene offerta dai dati che testimoniano:

  • “un’insufficiente attenzione nei confronti della sorveglianza sanitaria dei lavoratori (9%),
  • della incapacità di porre in essere una completa ed articolata valutazione dei rischi aziendali ed interferenziali (6%);
  • degli obblighi del datore di lavoro circa la formazione ed informazione dei lavoratori (7%)”.

(*) “Gli accertamenti ispettivi concernenti la correttezza o meno delle concrete modalità di attuazione delle sempre più frequenti forme di decentramento produttivo, soprattutto attraverso l’ esame della filiera degli appalti”, hanno consentito la rilevazione di un significativo numero di situazioni illecite che hanno interessato  15.739 lavoratori (nel 2011 erano state 18.311).

I casi hanno riguardato: il terziario (10.468), l’industria (3.316), l’edilizia (1.471), l’agricoltura (684). Questa, la maggiore concentrazione dei lavoratori coinvolti nelle violazioni: Emilia Romagna (3.950), Lombardia (2.833), Veneto ( 1.995), Abruzzo (1.258).

2 di 4 continua mercoledì 27 febbraio 2013…

Leggi il primo approfondimento: lavoro nero.

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