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"Rischio biologico: prevenirlo con il lavaggio delle mani"
fonte www.puntosicuro.it / Salute
04/10/2013 - Come rilevato da diversi documenti uno dei rischi spesso
sottovalutati negli ambienti di lavoro, come negli ambienti di vita, è
il
rischio biologico. Un rischio che - come riportato in un intervento di Maria Concetta D’Ovidio sul numero di aprile/giugno 2013 del Giornale Italiano di Medicina del Lavoro ed Ergonomia –
rappresenta “una problematica estremamente complessa e difficile da
studiare soprattutto in virtù della eziologia, della trasmissibilità e
della peculiarità di non poter spesso confinare le varie infezioni
nell’uno o nell’altro ambito”. E se nel corso degli anni i progressi
raggiunti nel campo delle scienze biomediche sono stati eccezionali
“tali difficoltà sono state sempre caratterizzanti e, per certi versi,
sono tutt’ora presenti”.
Proprio in relazione a queste difficoltà sono da promuovere e
attuare diverse misure di prevenzione: misure igieniche, tecniche,
organizzative, procedurali, comportamentali, dispositivi di protezione individuali e collettivi, informazione, formazione, addestramento ...
Tuttavia se oggi il
lavaggio delle mani rappresenta
una “elementare”, semplice ma efficacissima misura di prevenzione e
protezione del rischio biologico, tale ovvietà nel 19° secolo non era
scontata. Allora molte nozioni erano ignote e spesso non erano
conosciute le modalità per prevenire la trasmissibilità.
In questo senso diventa illuminante il lavoro di
Ignaz Philipp Semmelweis (1818-1865), che per primo ha intuito l’importanza delle mani quale veicolo di trasmissibilità delle malattie infettive.
In “
La semplice misura del lavaggio delle mani per la prevenzione del
rischio da agenti biologici: cosa è cambiato dalle teorie di Semmelweis”, a cura di Maria Concetta D’Ovidio (INAIL -
Istituto Nazionale per l’Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro -
Settore Ricerca - Dipartimento di Medicina del Lavoro), non solo si sottolinea
l’importanza del
lavaggio e dell’igiene
delle mani quale misura primaria di prevenzione e protezione in ambito
occupazionale, ma si ricorda la figura del Dott. Semmelweis, “quale geniale ma
incompreso ideatore della teoria di controllo delle infezioni attraverso il lavaggio
delle mani”.
E se gli studi successivo hanno
ormai chiaramente dimostrato la validità delle sue ricerche, è importante
ribadirne e diffondere la loro importanza “attraverso diversificati mezzi e/o
strumenti di informazione, formazione e comunicazione a tutti gli
operatori/attori della prevenzione ai fini di una sempre maggiore riduzione di
esposizione al rischio
biologico occupazionale”.
Invitando i nostri lettori a
leggere integralmente la storia di Ignaz Philipp Semmelweis, delle opposizioni
al suo lavoro e del riconoscimento delle sue ricerche, ci soffermiamo su quanto
avviene oggi. Sulla “consacrazione” dell’importanza del lavaggio delle mani
attraverso documenti e linee guida redatte nel corso degli ultimi anni.
I
Centers for Disease Control and Prevention (CDC) “hanno emanato linee
guida e raccomandazioni nel 2002, l’Organizzazione Mondiale della Sanità ( OMS) ha emanato linee guida,
raccomandazioni e azioni riguardanti l’igiene delle mani, come la bozza
avanzata delle linee guida pubblicate nel 2006 , l’aggiornamento nel 2009,
nonché l’individuazione nella data del 5 maggio 2009 della
Hand hygiene: a global call to action, del lancio dell’iniziativa
Save lives: clean your hands, con
l’obiettivo di promuovere l’attuazione di pratiche finalizzate alla diffusione
e alla condivisione della promozione dell’igiene delle mani nei luoghi
destinati al ricovero e alla cura dei pazienti”.
In particolare in Italia le
Linee guida OMS sull’igiene delle mani
nell’assistenza sanitaria ( Linee guida OMS sull’igiene
delle mani nell’assistenza sanitaria. Sfida globale per la sicurezza del
paziente 2005-2006. Cure pulite sono cure più sicure) riportano quanto
elaborato dalle linee guida OMS. E “oltre a fornire informazioni
tecnico/scientifiche dettagliate, viene ribadita l’importanza di organizzare un
programma formativo per la promozione
dell’igiene delle mani,
la formazione del
personale sanitario è una componente essenziale del lavoro del gruppo di
controllo delle infezioni.
Attraverso
la formazione, il gruppo di controllo delle infezioni può modificare le
pratiche sanitarie inefficaci e, tradizionalmente, i programmi di formazione
ufficiali promuovono l’introduzione nell’assistenza sanitaria di nuove
politiche di controllo delle infezioni.
Tuttavia, la sola formazione può non essere sufficiente.
Gli atteggiamenti e l’adesione all’igiene
del personale sanitario sono molto complessi e multifattoriali, e gli studi
hanno indicato che i programmi di successo avrebbero dovuto essere
multidisciplinari e vari. Inoltre, va sottolineato che sono ora disponibili in
tutto il mondo valide Linee guida sull’igiene delle mani destinate ai gruppi di
controllo delle infezioni. Si tratta di un chiaro vantaggio, perché è stato
dimostrato che le Linee guida rappresentano di per sé un mezzo efficace per
influenzare il comportamento”
.
Nel documento si ribadisce anche l’importanza di fornire informazioni al
pubblico. L’informazione al pubblico “
implica
l’adozione di procedimenti e strategie per diffondere informazioni specifiche.
(...) Molti autori attivi nel settore dell’igiene delle mani hanno suggerito la
necessità delle strategie multimodali e multidisciplinari per migliorare le
pratiche relative all’igiene delle mani nelle strutture sanitarie. La
comunicazione delle informazioni al pubblico può essere considerata una delle tante
strategie e un fattore chiave nel quadro generale della promozione all’igiene
delle mani.
Se tuttavia risulta evidente come
gli ospedali, gli istituti di
cura, di ricovero debbano essere “oggi, come nel passato, oggetto di grande
attenzione ai fini della prevenzione della trasmissibilità degli agenti
biologici”, bisogna sottolineare “che il rischio biologico non è presente
solo in tali ambiti e non interessa solo gli operatori sanitari”.
L’autrice ricorda che ad esempio
nell’
allegato XLIV del D.Lgs.
81/2008 è presente un
Elenco
esemplificativo di attività lavorative che possono comportare la presenza di
agenti biologici. Ad esempio è necessario considerare anche le attività
nelle industrie alimentari, in agricoltura, nelle attività in cui ci sono
contatti con animali, nello smaltimento e la raccolta di rifiuti
speciali, ...
Ed è proprio pensando a tutti i
possibili ambiti occupazionali interessati dal rischio biologico che diventa
importante, tanto quanto negli ambiti ospedalieri, “la promulgazione, la
diffusione, l’attuazione, la condivisione della più semplice tra le misure di
prevenzione del rischio biologico: il lavaggio delle mani”.
Se dunque il diciannovesimo
secolo può annoverare “la geniale intuizione di un suo illustre protagonista,
il ventunesimo secolo pone in atto diverse azioni pratiche, procedurali,
organizzative della sua geniale intuizione”.
Oggi i CDC “riconoscono il
lavaggio delle mani quale singola e più efficace via per prevenire la
trasmissione delle infezioni; l’OMS non solo rafforza tale principio, ma lancia
iniziative a livello mondiale per favorire la pratica dell’igiene delle mani,
la condivisione delle procedure e dei momenti importanti alla sua attuazione”.
Dunque molto è cambiato, ma è ora
importante “
attuare e rendere
diffusibili e condivisibili alcune regole comportamentali semplici ma
insostituibili, ai fini della prevenzione del rischio da agenti biologici”.
Il D.Lgs. 81/2008 (Titolo I)
indica quanto sia importante attuare un processo educativo attraverso il quale
trasferire ai lavoratori ed agli altri
soggetti del sistema di prevenzione e protezione aziendale conoscenze e
procedure utili alla acquisizione di competenze per lo svolgimento in sicurezza
dei rispettivi compiti in azienda e alla identificazione, alla riduzione e alla
gestione dei rischi. Ed è evidente quanto tale processo educativo,
formativo e informativo sia necessario nell’ambito della gestione della
prevenzione nei luoghi di lavoro in generale e del rischio
biologico in particolare.
Come incentivare la pratica dell’igiene delle mani in ambito occupazionale?
Un primo passo può essere quello
di sottolineare “che le mani rappresentano un importante veicolo di
trasmissibilità delle malattie infettive; ricordare inoltre il lavoro svolto da
numerose persone; le tappe, non sempre facili, che hanno contribuito a questo
grande riconoscimento. La consapevolezza rappresenta infatti una delle basi di
partenza che possono portare all’approfondimento di qualsiasi problematica;
approfondimento che necessariamente deve tener conto delle esigenze
organizzative del proprio ambito occupazionale, delle proprie competenze, della
propria formazione”.
Oggi le nuove strategie per la
promozione dell’igiene delle mani
“dovrebbero essere appropriate alle differenti necessità sociali e culturali e
dovrebbero includere la formazione di partnerships di varia origine”. Infatti
“attualmente, la disponibilità di canali informativi/ comunicativi non manca, a
partire dai lavori scientifici fino ad arrivare a quelli più divulgativi,
passando attraverso la consultazione on-line di siti istituzionali nazionali ed
internazionali”.
Per concludere riprendiamo una
frase di Maria Concetta D’Ovidio che, in qualche modo può riguardare anche il
lavoro di un giornale di informazione come PuntoSicuro, e
che è importante sottolineare proprio per rimarcare le responsabilità dei vari
canali divulgativi odierni.
La
divulgazione “deve essere intesa come strumento finalizzato alla
conoscenza, all’approfondimento, alla ricerca di nuovi canali di informazione/
comunicazione in un contesto multidisciplinare che possa favorire sempre più la
condivisione di norme, procedure, misure tecniche/organizzative/procedurali ai
fini di una tutela della salute e sicurezza, che possa essere attuata non soltanto
degli ‘attori classici del sistema prevenzione’ ma anche da ‘nuovi attori’ che
possano apportare il proprio contributo, anche in considerazione
dell’innovazione di mezzi e tecnologie di comunicazione, della propria
professionalità, competenza e stimolo verso la curiosità e la verifica
scientifica”.
“ La semplice misura del lavaggio delle mani per la prevenzione
del rischio da agenti biologici: cosa è cambiato dalle teorie di Semmelweis”,
a cura di Maria Concetta D’Ovidio (INAIL - Istituto Nazionale per
l’Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro - Settore Ricerca -
Dipartimento di Medicina del Lavoro), in Giornale Italiano di Medicina del
Lavoro ed Ergonomia, volume XXXV - N. 2 - aprile/giugno
2013 (formato PDF, 91 kB).
Tiziano Menduto
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