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"Ergonomia: la valutazione del rischio e le norme tecniche ISO"
fonte www.puntosicuro.it / Salute
23/10/2013 - Con riferimento al continuo incremento di casi di patologie muscolo-scheletriche nel mondo del lavoro, il Servizio Informativo per i Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza ( SIRS)
continua a organizzare seminari con l'obiettivo di fornire a RLS, RLST e
RLSS punti di riferimento sulla gestione del proprio ruolo nel processo
di
valutazione dei rischi di natura ergonomica e da sovraccarico biomeccanico.
Ci soffermiamo oggi sul seminario “
Il ruolo del RLS nella prevenzione dei rischi di natura ergonomica e da sovraccarico biomeccanico”,
organizzato dal SIRS Rimini il 23 novembre 2012, e in particolare su un
intervento che può essere di utilità per conoscere e applicare
correttamente le metodologie di valutazione.
In “
Gli elementi cardine della valutazione del rischio alla luce delle
norme tecniche ISO”, intervento a cura del Dott. Simone Capogrossi (Dirigente Medico SPSAL AUSL Rimini), si
ricorda che la valutazione dei rischi nel mondo del lavoro deve riguardare
“tutti i rischi per la sicurezza e la salute dei lavoratori” e deve contenere:
- “una relazione nella quale
siano specificati i criteri adottati per la valutazione stessa;
- l’indicazione delle misure di
prevenzione e di protezione attuate e dei DPI;
- il programma delle misure
ritenute opportune per garantire il miglioramento nel tempo dei livelli di
sicurezza”.
L’intervento si sofferma in
particolare sul Titolo VI “Movimentazione manuale dei carichi” del D.Lgs.
81/2008 con riferimento alle
attività
lavorative di movimentazione manuale dei carichi che comportano per i
lavoratori rischi di patologie da sovraccarico biomeccanico, in particolare
dorso-lombari. Ricordiamo, a questo proposito, che con movimentazione
manuale dei carichi si intendono
le
operazioni di trasporto o di sostegno di un carico ad opera di uno o più
lavoratori, comprese le azioni del sollevare, deporre, spingere, tirare,
portare o spostare un carico.
In riferimento agli
obblighi del datore di lavoro si indica
poi che (art. 168),
le norme tecniche
costituiscono criteri di riferimento per le finalità del presente articolo e
dell’ALLEGATO XXXIII, ove applicabili.
Negli
altri casi si può fare riferimento alle buone prassi e alle linee guida.
E nell’Allegato XXXIII, di cui
l’intervento riporta i vari
elementi di
riferimento (caratteristiche del carico e dell’ambiente di lavoro, sforzo fisico
richiesto, esigenze connesse all’attività) si specifica che
le norme tecniche della serie ISO 11228
(parti 1-2-3) relative alle attività di movimentazione manuale (sollevamento,
trasporto, traino, spinta, movimentazione di carichi leggeri ad alta frequenza)
sono da considerarsi tra quelle previste all’art. 168, comma 3.
Veniamo dunque a parlare delle
norme ISO 11228 e dei metodi di più
conosciuti e utilizzati per la misura del rischio:
-
Norma 11228-1 -
Sollevamento
e trasporto, con riferimento all’
Equazione
del NIOSH (“equazione che permette di calcolare il peso di riferimento da
adottare in caso di movimentazione in condizioni non ideali e successivamente
di verificare se l’indice di sollevamento è accettabile);
-
Norma 11228-2 - Spinta e traino, con riferimento alle
Tabelle di SNOOK E CIRIELLO: “tabelle
che forniscono i valori limite di riferimento del peso (azioni di trasporto) o
della forza esercitata nella fase iniziale e di mantenimento dell’azione
(traino e spinta), in base a frequenza, altezza da terra, metri di trasporto,
per sesso e per diversi percentili di ‘protezione’ della popolazione
sana”;
-
Norma 11228-3 - Movimentazione di bassi carichi ad alta frequenza,
con riferimento alla
Check List OCRA
che “considera in modo semplificato gli stessi fattori di rischio di OCRA
(frequenza azioni
tecniche, ripetitività, posture incongrue, forza, fattori addizionali,
tempo di recupero, durata compiti ripetitivi); il livello di esposizione è a 3
zone; applicabile anche a lavoro multi compito”.
Ci soffermiamo in particolare
sulla
Norma ISO 11228-1 che:
- si applica alla movimentazione
manuale di carichi > o uguale a 3 kg;
- “si applica a velocità di
cammino (0,5 m/s < x < 1,0 m/s) su una superficie piana livellata;
- si basa su una giornata
lavorativa di 8 h;
- non tratta le azioni di
mantenimento di oggetti (senza camminare), l’azione di spinta e traino, il
sollevamento con una mano, la movimentazione da seduti e il sollevamento da
parte di due o più lavoratori”.
Rimandando i lettori al diagramma
di flusso (valutazione del rischio come processo fase per fase) presente nel
documento agli atti – relativo all’intervento in esame – fermiamo la nostra
attenzione su alcune “
variabili
principali (equazione): peso dell’oggetto; distanza orizzontale (tra punto
mediano che unisce le caviglie e punto mediano nel quale le mani afferrano
l’oggetto); posizione verticale (tra pavimento e punto nel quale le mani
afferrano l’oggetto); spostamento verticale (tra origine e destinazione
sollevamento); frequenza sollevamento (atti al minuto); durata sollevamento
(ore); angolo di asimmetria (gradi); presa (qualità).
Con l’
Equazione del NIOSH (National Institute of Occupational Safety and
Health) è dunque possibile calcolare il “
Peso
raccomandato” (PR).
Infatti tale equazione si basa
sull'assunto che esiste un massimo peso sollevabile in condizioni ideali, o
Costante di Peso (CP), e che sia possibile valutare i vari elementi sfavorevoli
(altezza, distanza, rotazione del tronco, ...) che impediscono l'utilizzo di
tale peso massimo.
Ricordando che il peso
raccomandato si ottiene attraverso il calcolo di CP x FA x FB x FC x FD x FE x
FF, diamo alcune informazioni sui vari
fattori:
-
costante di peso (CP): nel documento è presente la tabella con la
massa di riferimento per la popolazione lavorativa;
-
fattore altezza da terra (FA): “l’altezza da terra delle mani (A) è
misurata verticalmente dal piano di appoggio dei piedi al punto di mezzo tra la
presa delle mani. Gli estremi di tale altezza sono dati dal livello del suolo e
dall’altezza massima di sollevamento (pari a 175 cm). Il livello ottimale con
FA = 1 è per un’altezza verticale di 75 cm (altezza nocche). Il valore di FA
diminuisce allontanandosi (in alto o in basso) da tale livello ottimale. Se
l’altezza supera 175 cm. FA = 0”;
-
fattore dislocazione verticale (FB): “la dislocazione verticale di
spostamento (B) è data dallo spostamento verticale delle mani durante il
sollevamento. Tale dislocazione può essere misurata come differenza del valore
di altezza delle mani fra la destinazione e l’inizio del sollevamento. Nel caso
particolare in cui l’oggetto debba superare un ostacolo, la dislocazione
verticale sarà data dalla differenza tra l’altezza dell’ostacolo e l’altezza
delle mani all’inizio dei sollevamento”. “La minima distanza B considerata è di
25 cm (FB = 1). Se la distanza verticale è maggiore di 170 cm (FB = 0)”. Nel
documento sono riportati alcuni esempi;
-
fattore dislocazione orizzontale (FC): “la distanza orizzontale (C)
è misurata dalla linea congiungente i malleoli interni al punto di mezzo tra la
presa delle mani (proiettata sul terreno). Se la distanza orizzontale e’
inferiore a 25 cm. considerare comunque il valore di 25 (fattore = 1) Se la
distanza orizzontale è superiore a 63 cm. Il relativo fattore assume valore =
0;
-
fattore dislocazione angolare (FD): “l’angolo di asimmetria (D) e’
l’angolo fra la linea di asimmetria e la linea sagittale. La linea di
asimmetria congiunge idealmente il punto di mezzo tra le caviglie e la
proiezione a terra del punto intermedio alle mani all’inizio (o in subordine
alla fine) del sollevamento. La linea sagittale è la linea passante per il
piano sagittale mediano (dividente il corpo in due emisomi eguali e considerato
in posizione neutra). L’angolo di asimmetria non è definito dalla posizione
dei piedi o dalla torsione
dei tronco del soggetto, ma dalla posizione del carico relativamente al
piano sagittale mediano del soggetto. Se anche il soggetto per compiere il
gesto gira i piedi e non il tronco, ciò non deve essere considerato. L’angolo
(D) varia tra 0° (FD = 1) e 135° (FD = 0,57). Per valori dell’angolo D° >
135° porre FD = 0;
-
fattore presa (FE): “la presa dell'oggetto può essere classificata
sulla scorta di caratteristiche qualitative in buona (FE = 1), discreta (FE =
0,95), scarsa (FE = 0,9)”;
-
fattore frequenza: nel documento è presente una tabella per
calcolare il fattore in relazione alla frequenza delle azioni lavorative.
Per verificare se l’
indice di sollevamento è accettabile,
nel documento è presente una tabella che rapporta l’indice alla tipologia di
rischio.
Ricordiamo poi le
condizioni di applicabilità della Norma ISO
11228-2:
- “forza esercitata in posizione
eretta/si cammina;
- azioni eseguite da una persona;
- forze applicate con due mani;
- forze usate per spostare o
trattenere un oggetto;
- forze applicate in modo fluido
e controllato;
- forze applicate senza uso di
ausili;
- forze applicate su oggetti
posizionati di fronte all’operatore”.
Nel documento è presenta una
tabella SNOOK e CIRIELLO relativa alle azioni di traino.
Mentre riguardo alla Norma ISO
11228-3 l’intervento si sofferma sulla checklist
OCRA con riferimento a:
- “determinazione moltiplicatore
durata (dei compiti ripetitivi/giorno);
- determinazione del periodo di
recupero (pause ufficiali e non, pausa pranzo, attività non ripetitive);
- calcolo della frequenza delle
azioni tecniche per minuto e del numero complessivo di azioni tecniche nel turno
per ciascun arto superiore;
- determinazione del
moltiplicatore per la forza;
- determinazione del moltiplicatore
postura (spalla, gomito, polso, presa);
- determinazione del
moltiplicatore fattori complementari (strumenti vibranti, contraccolpi…)”.
Infine il relatore si sofferma
anche sulla
movimentazione manuale dei
pazienti con riferimento:
- all’ indice
MAPO (movimentazione assistita pazienti ospedalizzati);
- agli aspetti organizzativi e
formativi;
- agli aspetti strutturali e
logistici.
RTM
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