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"Movimentazione merci: prevenzione e gestione degli incendi"
fonte www.puntosicuro.it / Rischio incendio
24/10/2013 - Ogni lavoratore addetto alla
movimentazione di merci pericolose deve
essere formato e addestrato non solo per affrontare i rischi
direttamente correlati alle attività di sollevamento, movimentazione e
trasporto, ma anche per affrontare le eventuali emergenze che si possono
verificare. Ed una delle emergenze più frequenti è l’
incendio della merce.
A questo proposito la pubblicazione “
Movimentazione
merci pericolose. Carico, scarico, facchinaggio di merci e materiali.
Manuale sulla sicurezza destinato agli addetti al carico, scarico,
facchinaggio di merci e materiali pericolosi”, realizzata dalla Direzione Centrale Prevenzione dell’Inail in collaborazione con Parsifal Srl, riporta una breve
guida ai
comportamenti da assumere in caso di emergenze.
Innanzitutto il documento
sottolinea l’importanza della
prevenzione
degli incendi per evitare sia danni diretti (incendio), che indiretti
(sviluppo di sostanze pericolose in seguito all’incendio).
Queste le principali categorie di
interventi di prevenzione, contro i
prodotti infiammabili (o combustibili):
-
misure tecniche: “realizzazione di impianti e depositi sicuri con
misure di inertizzazione, adozione di cicli chiusi prevenendo la formazione di
miscele pericolose, all’interno del campo di infiammabilità; accurata e
periodica manutenzione
degli impianti; impiego di materiali, di sistemi di messa a terra ed
equipotenzialità, di impianti elettrici, di sistemi di movimentazione, volti a
evitare la formazione di cariche elettrostatiche, scintille o fonti
di innesco; ricambio dell’aria, ventilazione naturale e realizzazioni
ambientali volte a evitare l’accumulo di gas, vapori o polveri infiammabili in
concentrazioni pericolose; protezione dalle scariche atmosferiche e messa a
terra;
-
misure organizzative, procedurali, comunicative: minimizzazione dei
quantitativi di sostanze pericolose presenti; rispetto dell’ordine e pulizia;
divieto di fumare e impiegare fiamme libere; procedure e permessi di lavoro;
gestione e sorveglianza dei lavori in appalto o subappalto; adozione di
regolamenti interni di sicurezza e sorveglianza sulle misure adottate;
informazione, formazione e addestramento dei lavoratori”.
Vi sono poi
interventi di protezione o contenimento, misure di sicurezza per la
riduzione delle conseguenze di un incendio:
-
misure tecniche: “ compartimentazione
e separazione delle aree a rischio, in strutture resistenti al fuoco;
impiego di rivestimenti e arredi realizzati con materiali ignifughi, o non
partecipanti alla combustione; adozione di sistemi di rilevazione, allarme e
spegnimento automatici, e delle attrezzature antincendio; realizzazione e
mantenimento in perfetta efficienza di percorsi di esodo, porte e scale di
emergenza; installazione di sistemi di illuminazione di emergenza e gruppi di continuità
per le attrezzature e gli impianti critici;
-
misure organizzative, procedurali, comunicative: manutenzione dei
sistemi di allarme e di sicurezza e delle attrezzature antincendio; adozione di
segnaletica; divieto di fumare e impiegare fiamme libere; organizzazione delle
squadre di pronto intervento, definizione dei piani di emergenza e dei
collegamenti con i mezzi di intervento esterni; informazione, formazione e
addestramento dei lavoratori”.
Se poi, malgrado gli interventi
di prevenzione e/o protezione adottati, la merce pericolosa movimentata è
coinvolta in un incendio, “occorre che i lavoratori adottino
comportamenti atti a proteggere loro stessi
dagli effetti dell’incendio e, laddove possibile, a limitarli”.
A tal fine, è “fondamentale la
preliminare lettura della scheda
dati di sicurezza del prodotto”; infatti dalla scheda sono rilevabili le
informazioni sulle adeguate misure antincendio (Sezione 5) e sui prodotti di
decomposizione in seguito a incendio (Sezione 10), prodotti che possono avere
caratteristiche di pericolosità (tossici, corrosivi…), per le quali è
necessario sottrarsi all’esposizione o adottare opportuni dispositivi di
protezione individuale.
Veniamo ora brevemente a parlare
degli
interventi di estinzione degli
incendi.
Sappiamo che gli estintori
portatili “sono i mezzi più diffusi per contrastare l’insorgere degli incendi,
grazie alla facilità e prontezza di impiego”.
Il documento, che vi invitiamo a
leggere integralmente, si sofferma su vari aspetti: le condizioni che originano
un incendio, le caratteristiche e le tipologie degli estintori, il
posizionamento e la manutenzione degli estintori, le indicazioni su come
intervenire correttamente in caso di incendio.
Tutti argomenti più volte
trattati da PuntoSicuro in vari articoli dedicati all’ ABC degli
incendi.
Ci soffermiamo dunque su alcuni
singoli aspetti rilevanti per l’ impiego di
un estintore.
Ad esempio sulla
capacità di estinzione.
Infatti non tutti gli estintori
sono uguali e la capacità di estinzione, “indicata con una sigla (es.
13A 89BC), individua il ‘focolare
convenzionale massimo’ che l’estintore è in grado di spegnere”. Il valore è
determinato attraverso “prove di spegnimento di focolari ‘tipo’, cioè
realizzati secondo determinate caratteristiche e specifiche dimensionali
fissate dalla norma”.
All’aumentare dei numeri
identificativi cresce anche la capacità di estinzione, tenendo conto che le
lettere in maiuscolo indicano invece le
classi
di incendio compatibili con l’impiego, ovvero per quali tipi di fuochi l’estintore
può essere utilizzato:
-
classe A: incendi di materiali solidi, usualmente di natura
organica, con formazione di braci (carta, legno…);
-
classe B: incendi di materiali liquidi o solidi liquefacibili
(petrolio, paraffina, vernici, oli, grassi …);
-
classe C: incendi di gas;
-
classe D: incendi di sostanze metalliche;
-
classe E: incendi di materiale elettrico (impianti in tensione).
Diamo brevemente qualche
indicazione relativa all’uso delle varie
tipologie
di estintori:
-
estintore ad acqua: il suo impiego è “generalmente riservato agli
impianti di spegnimento fissi”. Nel corso degli anni, “le ricerche svolte
dall’ingegneria antincendio hanno dimostrato che l’aggiunta di alcune sostanze
nell’acqua - quali i tensioattivi - ne aumenta l’efficacia estinguente
potenziandone l’azione ‘bagnante’, riducendo la tensione superficiale” e
permettendo all’acqua “di distribuirsi uniformemente e penetrare negli
interstizi, raffreddando le parti incandescenti più profonde. Grazie alla
riduzione della tensione superficiale, alcuni tipi di fuochi di classe A, quali balle di
cotone o di fieno, normalmente difficili da estinguere mediante la semplice
acqua, possono essere spenti più facilmente attraverso l’uso di un adeguato
agente tensioattivo. Gli estintori ad acqua NON possono essere utilizzati su
impianti elettrici in tensione”;
-
estintore ad anidride carbonica: la CO2 “è adatta a
tutti i fuochi di classe C; essa non conduce elettricità, indi è raccomandata
per i fuochi in presenza di un conduttore (classe E): trasformatori, centrali
telefoniche, pannelli elettrici, computer, motori, etc. NON si può invece
considerare validamente efficace su incendi di classe A, per la difficoltà di
spegnimento delle braci. L’erogazione del gas avviene tramite un ampio cono,
che protegge la mano dell’operatore dal repentino abbassamento della
temperatura. Gli estintori sono dotati di una valvola di sicurezza che assicura
il rilascio della CO2, in caso di sovrappressione, possibile nel
caso di una prolungata esposizione a temperature superiori ai 60°”;
-
estintore a polvere: questo tipo di estintore è chiamato anche
universale. Infatti gli estintori a
polvere “sono idonei su tutte le classi di incendio, salvo mettere in
evidenza che i residui di polvere potrebbero danneggiare le apparecchiature
elettriche. La polvere deve essere indirizzata alla base dell’incendio, con
direzione concorde al vento prevalente. Sugli incendi di classe B (liquidi
infiammabili), occorre verificare che la quantità di estinguente sia
sufficiente a spegnere l’incendio; diversamente, con l’affondamento della
polvere nel liquido stesso, l’incendio può riattivarsi”;
-
estintore a schiuma: la schiuma “è idonea a estinguere i fuochi di
classe A (solidi) e B (liquidi). NON è utilizzabile su apparecchi elettrici in
tensione. La schiuma è l’estinguente più usato nel settore industriale, in
ambienti quali raffinerie, depositi di materiali infiammabili… Sul mercato,
esistono diversi tipi di schiumogeni. L’uso e la scelta delle schiume dipendono
dalla compatibilità con esse del prodotto da proteggere e spegnere”;
-
estintore a estinguenti gassosi: le sostanze utilizzate “possono
essere di natura diversa (principalmente Clorofluorocarburi o CFC); nella
scelta, è importante preferire gli estinguenti gassosi a bassa tossicità per
l’uomo e a impatto ambientale limitato. Per prestazioni e utilizzo, sono simili
agli estintori a CO2; possono quindi essere usati su apparecchi in
tensione”.
Ricordando che l’incendio è una
“reazione chimica incontrollata, in condizioni continuamente variabili, che
dipendono dalla tipologia e dall’entità dei materiali coinvolti, oltre che dai
fattori ambientali”, l’
impiego degli
estintori può essere utile:
- “nella fase iniziale di un
incendio, per un primo intervento;
- negli incendi più gravi, per
contrastare la propagazione
delle fiamme, in attesa dell’utilizzo dei mezzi antincendio più potenti”.
Per domare piccoli incendi può
essere sufficiente l’utilizzo di uno o due estintori, “ma è sempre necessario
agire in sicurezza, qualunque sia l’entità del focolare”.
Veniamo infine alle
indicazioni per l’impiego di un estintore:
- “prelevare l’estintore;
- togliere il fermo di sicurezza;
- impugnare con la mano sinistra
l’estintore, e con la destra l’erogatore;
- operare sempre sopravvento
rispetto al focolare;
- dirigere il getto alla base
delle fiamme, avvicinandosi progressivamente;
- durante l’erogazione, muovere
leggermente a ventaglio l’estintore;
- evitare di colpire la fiamma
dall’alto in basso;
- avanzare mantenendo le spalle
verso la via di fuga più libera vicina;
- se si interviene in due,
avanzare sullo stesso fronte, con un angolo di circa 90° per non ostacolarsi o
contrapporsi;
- al termine dell’intervento,
verificare che il focolaio sia effettivamente spento e che non ci siano braci
accese”.
Ma soprattutto, conclude il
paragrafo relativo alle indicazioni d’uso, “
intervenire solo se si è in grado di spegnere l’incendio, operando alla
giusta distanza di sicurezza! Se la situazione diviene incontrollabile,
abbandonare immediatamente il luogo dell’incendio, in particolare se al chiuso
(la causa prima di decesso, in conseguenza degli incendi, è costituita dalle
intossicazioni originate dai fumi di combustione)”.
“ Movimentazione merci pericolose. Carico, scarico, facchinaggio
di merci e materiali. Manuale sulla sicurezza destinato agli addetti al carico,
scarico, facchinaggio di merci e materiali pericolosi”, pubblicazione
realizzata dalla Direzione Centrale Prevenzione dell’Inail in collaborazione
con Parsifal Srl, versione 2012 (formato PDF, 3.27 MB).
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Merci Pericolose - Carico, scarico, facchinaggio di merci e materiali”.
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