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"Il sovraccarico biomeccanico della colonna vertebrale nel settore edile"
fonte www.puntosicuro.it / Salute
27/11/2013 - Il continuo
aumento delle
patologie
muscoloscheletriche, dovute ad attività lavorative, è evidente. L’INAIL nel
2011 ha evidenziato come le malattie osteoarticolari e muscolo tendinee siano
le responsabili di oltre 30.000 denunce di malattie professionali (MP), un
numero pari al
65% di tutte le denunce
di MP e con un incremento del 165,7 % rispetto al 2007.
Riguardo poi in specifico al
settore edile, si valuta come le patologie
del rachide lombo-sacrale interessino oltre il 46% dei lavoratori europei. E
inoltre questo settore è caratterizzato in Italia sia da una notevole
dispersione della forza lavoro in piccole
e piccolissime imprese, sia da una grande varietà delle modalità di
lavorazione e delle modalità di esposizione ai diversi rischi professionali.
Circostanze che rendono difficile sia la valutazione del rischio che la stima
delle conseguenze dell’esposizione ai rischi lavorativi.
È proprio a partire da queste considerazioni
che nasce una nuova pubblicazione dell’Inail “
Il sovraccarico biomeccanico della colonna vertebrale nel settore
edile: schede di rischio per mansione, per settore produttivo e per singoli
compiti lavorativi. Proposta di un metodo semplificato per la valutazione del
rischio nelle imprese edili”, pubblicazione realizzata da INAIL Direzione Regionale Basilicata in collaborazione con Edilcassa
di Basilicata.
Questa collaborazione, che si è
concretizzata in un progetto di prevenzione dedicato al rischio di sovraccarico
biomeccanico della colonna vertebrale, ha la finalità di “individuare
strumenti operativi semplici ed efficaci per la valutazione e per la gestione
del rischio, superando così le difficoltà legate alle caratteristiche
intrinseche del settore”.
Infatti il progetto ha consentito
di “effettuare un’analisi dettagliata dei diversi rischi professionali ( movimentazione
manuale dei carichi, trasporto manuale, traino e spinta), di stimare la
prevalenza (fra i lavoratori delle imprese edili iscritte ad Edilcassa) delle
patologie correlate a questi rischi e di condurre una iniziativa di formazione
ed informazione per gli operatori edili, finalizzata ad una migliore gestione
del rischio”. E la pubblicazione mette a disposizione dei tecnici del settore i
“risultati dettagliati relativi alla valutazione dei rischi, con la finalità di
agevolarne la valutazione e di favorirne la corretta gestione”.
Infatti – come indica il
documento – “per quanto si possa descrivere qualunque cantiere come una
successione ordinata di fasi lavorative note, dalla recinzione del cantiere, ai
tracciamenti per gli scavi fino alla sistemazione finale degli esterni ed
eventualmente degli spazi verdi”, tutto ciò “non è sufficiente a definire un
ciclo produttivo che faccia da base per la valutazione dei rischi, perché in
ogni cantiere sono diversi i singoli parametri che concorrono alla valutazione:
per il caso specifico del sovraccarico
della colonna vertebrale, sarebbe necessario standardizzare entità dei pesi,
modalità di movimentazione, tipologia di percorso, durata dell’attività, ecc.”.
È dunque difficile “valutare i
rischi (e non solo quelli ergonomici) in maniera oggettiva”. Con la conseguenza
che, nella maggior parte dei casi, la valutazione dei rischi in edilizia si
limiti “alla classica stima dei due parametri ‘probabilità dell’evento’ e
‘magnitudo dell’evento’ (con qualche dubbio di legittimità per quei rischi
professionali per cui il D.lgs. 81/08 individua una specifica norma tecnica di
riferimento)”.
Difficoltà che sono state ben
evidenziate proprio in un’
indagine
condotta fra le imprese edili lucane nel 2009 “i cui risultati possono
essere riassunti in poche considerazioni:
- lo strumento di valutazione
largamente prevalente in edilizia (in oltre il 50 % dei casi) è l’
autocertificazione (consistente in una
semplice ‘dichiarazione’ di aver proceduto all’analisi, senza alcun riferimento
ai criteri ed agli strumenti utilizzati);
- nei casi in cui è stato redatto
un formale Documento di Valutazione dei rischi, la stima del rischio Movimentazione
Manuale dei Carichi è stata effettuata nella stragrande maggioranza dei casi
(oltre il 75%) con una metodica diversa dalla norma tecnica citata nel D.lgs
81/08, valutando i parametri ‘probabilità dell’evento’ e ‘gravità delle
conseguenze’; inoltre, in nessun caso la stima dei due parametri è stata
effettuata sulla base di elementi oggettivi (riferimento a banche dati
loco-regionali o ai dati biostatistici forniti dal Medico Competente con la
relazione sanitaria);
- i Documenti di Valutazione dei
rischi che in qualche modo fanno riferimento al metodo NIOSH (e quindi alla norma
tecnica UNI ISO 11228), si limitano quasi sempre alla stima di uno o più ‘compiti
semplici’, senza l’integrazione dei singoli compiti in un unico Indice di
Sollevamento Complesso, con una evidente sottostima del rischio”.
E dunque nel complesso dall’esperienza
dell’indagine “si ricava la sensazione che la valutazione dei rischi (e
probabilmente non solo del rischio MMC)
sia
finalizzata più ad un adempimento formale che ad un reale percorso di gestione
del rischio stesso”.
Alla luce di queste
considerazioni risulta ancora più rilevante la collaborazione fra l’Edilcassa
di Basilicata e la Direzione Regionale dell’INAIL che, per la per gestione del
progetto, ha coinvolto anche la Società Nazionale degli Operatori della
Prevenzione (SNOP) e l’unità di ricerca Ergonomia della Postura e del Movimento
(EPM – CEMOC - Fondazione IRCCS Cà Granda - Ospedale Policlinico di Milano).
L’algoritmo utilizzato in questo
progetto per la
valutazione del rischio
MMC è un “tentativo di dare basi solide alla valutazione dei rischi”,
poggiandola su una stima statistica relativa a giornate di lavoro “reali” consentendo
di raggiungere “due risultati concreti: facilitare l’assolvimento all’obbligo
normativo della valutazione del rischio e nel contempo spostare l’attenzione e
le risorse sugli aspetti di gestione del rischio”.
La pubblicazione riporta nello
specifico i dati relativi al rischio di sovraccarico
biomeccanico della colonna vertebrale nelle
diverse mansioni e nei
diversi
compiti del lavoro edile e la lettura delle schede evidenzia un’
esposizione importante e significativa a diversi
rischi valutati. Un’esposizione “addirittura superiore ai valori espressi
dagli indici sintetici (VLI ed Indice di Rischio per il Trasporto Manuale), che
non possono tener conto di tutti quei determinanti di rischio aggiuntivi che caratterizzano
l’edilizia (geometrie critiche, trasporto a spalla, condizioni oggettive di
disagio ambientale, ecc.)”.
Il progetto ha permesso di
avviare “un’attività di valutazione del rischio (MMC, Traino e Spinta e
Trasporto Manuale), una rilevazione epidemiologica sulla prevalenza dei
disturbi e delle patologie correlate al rischio ed un’attività di formazione e
informazione finalizzata alla prevenzione. Nel complesso si è delineato un
modello di gestione globale del rischio,
aderente allo spirito e nella forma al D.lgs. 81/08”. È questo è stato
possibile proprio perché si “proposto alle imprese edili una propria
progettualità ed un proprio modello di attuazione del D.lgs. 81/08”.
In questo senso, conclude il
documento in merito ai risultati del progetto, l’apertura di altri “cantieri”
simili, dedicati ai diversi rischi professionali, “potrebbe consentire, nel tempo,
non solo la mappatura dei rischi ma un vero e proprio progetto nazionale
dedicato alla prevenzione delle Malattie Professionali in edilizia”
L’
indice generale del documento:
INTRODUZIONE
MATERIALI E METODI
I RISULTATI DEL PROGETTO: UNA
VISIONE D’INSIEME
IL RISCHIO DI SOVRACCARICO
BIOMECCANICO DELLA COLONNA VERTEBRALE NELLE DIVERSE MANSIONI
Muratore settore Nuove
Costruzioni Civili
Muratore settore Ristrutturazioni
Muratore altri settori produttivi
Muratore tutti i settori
Manovale settore Nuove
Costruzioni Civili
Manovale settore Ristrutturazioni
Manovale altri settori produttivi
Manovale tutti i settori
Carpentiere e ponteggista settore
Nuove Costruzioni Civili
Carpentiere e ponteggista settore
Ristrutturazioni
Carpentiere e ponteggista altri
settori produttivi
Carpentiere e ponteggista tutti i
settori
Idraulico tutti i settori
Piastrellista tutti i settori
Intonacatore tutti i settori
Cartongessista tutti i settori
Capo Cantiere tutti i settori
Mansioni varie tutti i settori
IL RISCHIO DI SOVRACCARICO
BIOMECCANICO DELLA COLONNA VERTEBRALE NEI DIVERSI COMPITI
Movimentazione con Pala o Badile
Movimentazione con secchio
Movimentazioni e trasporto sacchi
Gestione Materiali di risulta
Carico e scarico di attrezzature
dal camion o dal furgone
Murature in mattoni o tufi:
movimentazione materiali e posa in opera
Murature e controsoffittature in
cartongesso: posa in opera
Ponteggi: movimentazione
materiali e posa in opera
Casseri: rimozione, pulizia e
posa in opera
Armatura: movimentazione ferri e
posa in opera
Movimentazione e posa in opera di
rete elettrosaldata e gabbie
Movimentazione e trasporto
trabattello
Uso continuato di martello
demolitore
Uso continuato di altri attrezzi
vibranti (scanalatrice, flex, ecc.)
Posa in opera di pavimentazioni
Posa in opera di pavimentazione
stradale
Movimentazione e trasporto pacchi
(pavimenti, rivestimenti, tegole, ecc.)
Montaggio recinsioni e cancelli
Finiture interne: posa in opera
di arredo camino
Demolizione tetto: movimentazione
e trasporto travetti, tavole, ecc.
Tegole e coppi: rimozione e posa
in opera
Infissi: rimozione e montaggio
Rimozione e posa in opera di
sanitari
Posa in opera di caloriferi,
caldaie, macchine condizionatrici
Attivazione cantiere: recinsione,
tracciamenti, messa in sicurezza, ecc.
Allacciamenti alla rete fognaria
Assemblaggio e movimentazione di
strutture in legno (coperture)
Cantieristica stradale:
movimentazione materiali vari
Impermeabilizzazioni
Posa in opera di manufatti in
cemento armato
Posa in opera di rivestimenti
LA VALUTAZIONE DEL RISCHIO DI
SOVRACCARICO BIOMECCANICO DELLA COLONNA VERTEBRALE NELLA SINGOLA IMPRESA EDILE
PROSPETTIVE FUTURE DEL PROGETTO
Bibliografia
INAIL Direzione Regionale
Basilicata, Edilcassa di Basilicata, “ Il sovraccarico biomeccanico della colonna vertebrale nel settore
edile: schede di rischio per mansione, per settore produttivo e per singoli
compiti lavorativi. Proposta di un metodo semplificato per la valutazione del
rischio nelle imprese edili”, 2013 (formato PDF, 8.0 MB).
Tiziano Menduto
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