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"Inail: rischi e prevenzione per chi lavora negli anni della maturità"
fonte www.puntosicuro.it / Sicurezza sul lavoro
25/02/2014 - In Europa, anche per i cambiamenti nella politica pensionistica di molti paesi, il
tasso occupazionale dei lavoratori ultracinquantenni è
destinato a crescere e rappresenterà sempre più un segmento importante
della forza lavoro. Di fronte a questi cambiamenti è necessario
modificare gli atteggiamenti nei confronti dell’invecchiamento e
“migliorare le condizioni di lavoro soprattutto per chi è in età più
avanzata, valorizzando buone prassi esistenti o creandone di nuove in
materia di salute e sicurezza perché solo così sarà possibile rendere le
competenze, l’esperienza e la maturità di questa categoria un
asset di primaria importanza nel mercato e un valore aggiunto nei processi produttivi”.
A presentare questi suggerimenti
è una pubblicazione del Settore Ricerca, Certificazione e Verifica -
Dipartimento Processi Organizzativi dell’Inail che ha realizzato un documento
dal titolo “
Lavorare negli anni della
maturità - Invecchiamento attivo, salute e sicurezza dei lavoratori
ultracinquantenni”, a cura di Valeria Rey, Giancarlo Sozi e Maria
Castriotta.
Il manuale presenta un quadro
delle tematiche più rilevanti inerenti la categoria dei
lavoratori ultracinquantenni e si rivolge ad un pubblico ampio, “perché
tutti, inevitabilmente, sono o saranno parte di questo scenario”.
Si parte dalla distinzione tra il
“concetto di anzianità e quello di maturità per soffermarsi sulla nuova
concezione di invecchiamento attivo, o
Active
Ageing, che sta a significare una maturità da vivere in un contesto vitale
e dignitoso all’interno di una società solidale”.
Se nel
primo capitolo si affrontano le ricadute dell’invecchiamento della
popolazione sul sistema previdenziale e sul mercato del lavoro, nel
secondo capitolo si riportano
indicazioni, a partire dalle fragilità degli over 50, per una migliore gestione
in termini di prevenzione delle patologie e degli infortuni partendo da una
corretta valutazione dei rischi che tenga conto dell’età.
Infine la salute e il benessere,
la prevenzione e l’inclusione sociale sono i temi centrali sviluppati nel
terzo capitolo: è evidenziata la
stretta connessione tra benessere psico-fisico generale dell’individuo e
rendimento sul lavoro.
Ci soffermiamo sul secondo
capitolo, dal titolo “
Rischi e
prevenzione sul lavoro”.
Si sottolinea che una
“valutazione dei rischi sensibile all’evoluzione demografica dovrebbe tener
conto degli aspetti legati all’età dei vari gruppi dei lavoratori, fra cui i
possibili cambiamenti delle capacità funzionali e dello stato di salute nel
caso degli appartenenti alla fascia con più di 50 anni. Ad esempio, per questi
ultimi dovrebbe essere prestata maggiore attenzione ai requisiti di capacità
fisica in relazione lavoro svolto, ai pericoli connessi al lavoro a
turnazione, al lavoro in condizioni di temperatura elevata, al rumore
ecc.”.
Se la grande maggioranza degli
over 50 gode di buona salute fisica e mentale e può svolgere “un’ottima
attività fino a 65-70 anni”, bisogna tuttavia tener conto più che della salute,
delle “capacità di svolgere il lavoro che cambia con l’età”.
Se, ad esempio, i cambiamenti
fisiologici legati all’invecchiamento riguardano principalmente i
sistemi cardiovascolare e
muscolo-scheletrico, esiste il rischio
reale di mettere il lavoratore over 50 “in situazioni di sovraccarico durante
lo svolgimento di lavoro fisico, come ad esempio la movimentazione o il
sollevamento di carichi pesanti, oppure nello svolgimento di compiti fisici in
posture non idonee”. Inoltre i lavoratori più anziani “possono anche soffrire
dei cambiamenti nelle
capacità visive,
riscontrando una perdita di diottrie, o una incapacità di mettere a fuoco a
distanza o la modifica del visivo periferico in particolare durante il lavoro in
condizioni di scarsa illuminazione o in prossimità di fonti di luce
abbagliante. Molte attività lavorative prevedono la presenza di oggetti in
movimento, sforzando sulla cosiddetta acuità visiva dinamica che è la capacità
di mettere a fuoco oggetti in movimento. A partire dai 65 anni, si è meno
capaci di vedere di notte, quando la leggibilità a distanza si riduce del 35%”.
E dunque “per l’esecuzione di
lavori in una catena di montaggio, con gli oggetti su un nastro trasportatore,
o lo spostamento dei dati sullo schermo di un
computer, è necessario allora verificare il livello di acuità visiva
dinamica per garantire il livello di sicurezza delle operazioni” In questo
senso “un’appropriata illuminazione, così come il design dell’ambiente di
lavoro o una ben congegnata struttura dei documenti da elaborare su uno schermo
del computer sono ad esempio delle misure che possono senz’altro ridurre le
difficoltà delle operazioni sopra menzionate aumentandone il livello di
sicurezza”.
Il
D.Lgs. 81/2008 specifica che la valutazione dei rischi deve
riguardare tutti i rischi per la sicurezza e la salute dei lavoratori, ivi
compresi quelli connessi all’età e
viene indicato, a titolo esemplificativo, come il fattore età possa incidere
(norme ISO) sul peso massimo sollevabile.
Riguardo in particolare alle
patologie correlate all’età, si
sottolinea che le
patologie
muscolo-scheletriche rappresentano la causa più comune di disabilità tra i lavoratori
anziani.
È infatti la categoria di
lavoratori “più esposta allo sviluppo di questo tipo di patologie a causa del
naturale processo di invecchiamento che riduce la forza muscolare e il numero
di movimenti delle giunture”. E anche altri tipi di patologie legate
all’invecchiamento, come l’artrite o una compromessa capacità visiva, “possono
portare allo sviluppo anche di patologie
muscolo-scheletriche dovute all’uso del computer”.
Tuttavia – è bene sottolineare –
“l’età porta anche i suoi vantaggi: alcuni lavoratori anziani sfruttano
l’esperienza degli anni per rendere minima la loro esposizione ai carichi più
pesanti”.
Riguardo poi agli infortuni gli
studi indicano che sebbene i lavoratori più anziani incorrano in un minor
numero di infortuni, “i danni riportati sono generalmente più gravi e
richiedono un maggior tempo di recupero. Inoltre, anche la tipologia di danno
risulta differente a seconda dell’età: i più giovani tendono a ferirsi più alle
mani o agli occhi, mentre la schiena è il punto più debole dei lavoratori in
età avanzata. Per tutti, invece, scivolate, inciampi
e cadute restano le cause più comuni di infortunio in tutti i settori, dal
lavoro pesante a quello di ufficio”.
Questi i danni e le malattie
tipicamente riportate dai lavoratori anziani:
- “cadute, dovute a scarso
equilibrio, tempi di reazione ridotti, problemi di vista o mancanza di
concentrazione;
- storte e strappi dovuti alla
perdita di forza, resistenza e flessibilità;
- danni cardiopolmonari dovuti a
sovrasforzo, perdita di tolleranza agli sbalzi di temperatura, lavori svolti ad
elevate altitudini o all’interno di spazi angusti;
- patologie quali diabete,
cancro, osteoporosi, problemi alle coronarie e ipertensione;
- effetti dell’accumulo di vari
danni subiti nel corso degli anni”.
Rimandando ad una lettura
integrale del documento (ricco di informazioni anche su altre problematiche:
aspetti psico-sociali, rumore, temperature, ergonomia, posture, ...),
concludiamo riportando un
elenco di
proposte operative relative a idonee politiche aziendali per una gestione
attiva del fattore età e per la creazione di un ambiente favorevole al
prolungamento della vita lavorativa:
- “impegno dell’alta dirigenza e
dei supervisori per la sensibilizzazione a livello aziendale sul tema dell’età,
con il coinvolgimento dei rappresentanti dei lavoratori;
- ergonomia e buone condizioni di
sicurezza sul lavoro;
- miglioramento dell’ambiente,
delle attrezzature e dei metodi di lavoro;
- periodicità della sorveglianza
sanitaria mirata;
- cambio orizzontale dei compiti
ed assegnazione ad attività di tutoraggio;
- modifiche e/o riduzioni di
orario;
- informazione e formazione
continua;
- counseling e training cognitivo
e sociale;
- attenzione alle innovazioni
tecnologiche e di organizzazione del lavoro suscettibili di favorire
l’emarginazione e di creare le condizioni psicologiche per la fuoriuscita dal
mercato del lavoro”.
L’
indice del documento:
Introduzione
Capitolo 1. I lavoratori ultracinquantenni
1.1 Anziani o maturi
1.2 L’Invecchiamento attivo
Scheda di approfondimento: - Parola chiave: Active Ageing
1.3 Percepire la maturità
Scheda di approfondimento: - La proposta di Legge Treu
1.4 Per un invecchiamento attivo, vitale e dignitoso in una
società solidale
Scheda di approfondimento: - Buone pratiche
1.5 Punti di forza e punti di debolezza dei lavoratori
maturi
1.6 Gestire l’età sui luoghi di lavoro
Scheda di approfondimento: - Buone pratiche
1.7 La Formazione continua
Scheda di approfondimento: - Parola chiave: flessicurezza
Capitolo 2. Rischi e Prevenzione sul lavoro
2.1 Valutazione dei rischi: l’età intesa come diversità
Scheda di approfondimento: - Parola chiave: ageism
2.2 Incidenti e patologie correlate all’età
2.3 Ridurre gli infortuni: consigli per i datori di lavoro
2.4 Focus: l’importanza dell’ergonomia
2.5 Il medico del lavoro e il lavoratore over 50
Capitolo 3. Salute e benessere degli ultracinquantenni
3.1 Invecchiare bene: un approccio multidimensionale
Scheda di approfondimento: - Buone pratiche
3.2 La prevenzione
3.3 Un sano stile di vita
Schede di approfondimento:
- Parola chiave: binge drinking
- Le indicazioni del Ministero della Salute
- Le raccomandazioni dell’Osservatorio Epidemiologico
Nazionale sulle condizioni di salute e sicurezza negli ambienti di vita
3.4 Le nuove tecnologie per una vita attiva
INAIL - Settore Ricerca, Certificazione
e Verifica - Dipartimento Processi Organizzativi, “ Lavorare negli anni della maturità - Invecchiamento attivo,
salute e sicurezza dei lavoratori ultracinquantenni”, documento curato da Valeria
Rey, Giancarlo Sozi e Maria Castriotta, dicembre 2013 (formato PDF, 5.91 MB).
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negli anni della maturità”.
RTM
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