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"Inail: lavoro, sicurezza e benessere al femminile"
fonte www.puntosicuro.it / Sicurezza
03/03/2014 - Con riferimento all’impegno dell’Unione Europea sul duplice fronte della sicurezza sul lavoro e dell’eliminazione delle discriminazioni di genere, nel nostro paese sono stati pubblicati in questi anni diversi documenti sulle
diversità di genere in ambito lavorativo.
Su questo tema, e su altri correlati al miglioramento della qualità
della vita delle donne, si è soffermata anche una recente pubblicazione
del Settore Ricerca, Certificazione e Verifica - Dipartimento Processi
Organizzativi dell’Inail, dal titolo “
Lavoro, sicurezza e benessere al femminile. Il fattore donna al centro delle nuove sfide nel mercato del lavoro”, a cura di Emma Pietrafesa, Chiara Brunetti e Maria Castriotta.
Il manuale è articolato in
tre capitoli:
- il
primo capitolo è dedicato alle donne lavoratrici alle prese con le
difficoltà di conciliare impegni familiari, come la cura dei figli e dei
genitori anziani con l’attività professionale, delineando alcuni strumenti che
possono aiutare e sostenere in questo compito. Si affrontano anche temi come
l’esperienza della maternità o le difficoltà legate agli orari atipici del lavoro
notturno;
- il
secondo capitolo affronta la questione della sicurezza delle donne
nei luoghi di lavoro richiamandosi principalmente alla novità introdotta dal
D.Lgs. 81/2008;
- il
terzo capitolo è dedicato alla cura e al benessere delle donne.
Illustra stili di vita sani e modalità opportune con cui impiegare il tempo
libero limitando al minimo i rischi per la salute.
Ci soffermiamo sul secondo
capitolo, dal titolo “
Donna, lavoro e
sicurezza”.
Con il D.Lgs. 81/2008, a
differenza di quanto accadeva con il Decreto 626/1994, ci si propone
l’obiettivo di garantire
l’uniformità
della tutela delle lavoratrici e dei lavoratori sul territorio nazionale
attraverso il rispetto dei livelli essenziali delle prestazioni concernenti i
diritti civili e sociali, anche con riguardo alle differenze di genere, di età
e alla condizione delle lavoratrici e dei lavoratori immigrati (art.1). E
tanto la valutazione dei rischi quanto i rapporti dei medici del lavoro devono
tenere conto
delle differenze di genere
(artt. 28 e 40). Viene dunque riconosciuta “l’esistenza di una componente
squisitamente femminile all’interno della disciplina del diritto alla sicurezza
dei lavoratori, che segna
il passaggio
da un atteggiamento verso la donna lavoratrice di protezione paternalistica o
comunque limitato al periodo della maternità, ad una concezione nuova, non più
neutrale rispetto alle differenze di genere ma inclusiva delle stesse,
sintetizzabile nella formula: ‘proteggere efficacemente senza discriminare’”.
Un approdo frutto anche della “massiccia femminilizzazione del mondo del lavoro
verificatosi negli ultimi decenni”. Ed è evidente che “uomini e donne (e non
solo le lavoratrici
in gravidanza), reagiscono in modo differente all’esposizione ad agenti
tossici o nocivi, a vibrazioni e a tutta una seria di fattori fisici ma anche
organizzativi dei tempi e dei modi del lavoro: proprio di tali differenti
reazioni devono occuparsi le politiche di salute e sicurezza sul lavoro
elaborate in ogni ambito professionale”.
In particolare l’inclusione delle differenze
di genere nella
valutazione dei
rischi “è un’operazione complessa, che deve considerare molti fattori: i
rischi tradizionali nelle diverse situazioni lavorative, ma anche i conflitti
tra lavoro e sfera personale, le discriminazioni nei luoghi di lavoro, le
differenze contrattuali e di trattamento economico tra uomini e donne”.
Se è vero che gli uomini
subiscono più infortuni sul lavoro rispetto alle donne, bisogna tener conto che
queste “hanno però maggiori probabilità di manifestare patologie legate
all’attività lavorativa, in particolare disturbi agli
arti superiori,
stress lavoro-correlato, malattie infettive e affezioni cutanee, a fronte
invece di una maggiore insorgenza nei lavoratori uomini di malattie cardiache,
disturbi dell’udito e affezioni polmonari”.
Il manuale si sofferma in
particolare su alcuni rischi “tradizionali” presenti in settori ad alta
occupazione femminile, ad esempio sui
rischi
legati all’ergonomia e al lavoro ai videoterminali.
Diverse attività ad alta
concentrazione femminile consistono proprio nel trascorrere molte ore davanti
al monitor sedute ad una scrivania: attività di segreteria e data-entry,
centralinista, addetta allo sportello al pubblico, attività amministrativa e di
contabilità, ecc.
Suesto tipo di lavoro è correlato
ai “seguenti
fattori di rischio:
- da posture incongrue e movimenti
ripetitivi, come le operazioni di digitazione sulla tastiera, possono
derivare disturbi cronici alla colonna vertebrale e infiammazioni di muscoli e
tendini; a questo proposito la normativa contiene specifiche indicazioni sulle
caratteristiche che devono avere le scrivanie e le sedie dei lavoratori; una
qualità dell’aria malsana all’interno dell’ufficio - dovuta per esempio alla
scarsa manutenzione degli impianti di condizionamento in cui possono
svilupparsi funghi, batteri e virus - può provocare affezioni respiratorie
(asma, polmoniti, ecc.); - l’eccessiva monotonia e ripetitività di alcuni
lavori, oppure il contatto con il pubblico previsto in altri, possono essere
causa di stress;
- condizioni scorrette di
illuminazione, come la presenza di riflessi sullo schermo e abbagliamenti, può
provocare affaticamento visivo ed andare ad aggravare difetti visivi già
preesistenti”.
Il manuale si sofferma anche sui
rischi legati alla movimentazione dei carichi e alle posture, sulle cadute in
piano, i rischi chimici, biologici e psico-sociali (stress lavoro-correlato, molestie
e violenze sul lavoro).
Tra i rischi “nuovissimi”, legati
alle nuove forme contrattuali di lavoro, sono anche analizzati i rischi
derivanti dai
lavori multipli.
Infatti la crisi finanziaria “ha
innescato negli ultimi anni un trend di occupazione multipla, legato alla
necessità di sopperire alle scarse entrate di lavori a termine, occasionali o
part-time. Il lavoro multiplo e i mini lavori costituiscono nuovi tipi di
occupazione molto diffusi, soprattutto tra le lavoratrici. Si tratta di un tema
assolutamente rilevante per la SSL, se si pensa anche soltanto alla difficoltà
di una formazione specifica per i diversi settori lavorativi”.
E anche i cosiddetti
rischi combinati “costituiscono un
fattore di grande attenzione, evidenziato da analisi e ricerche recenti, che
hanno messo in relazione, ad esempio come l’esposizione combinata al rumore e a
sostanze chimiche può portare ad effetti neurotossici; oppure come i turni di
lavoro in orari particolari possono portare ad un maggior rischio di infortuni
dovuti a stanchezza
e disattenzione”.
Concludiamo riportando il contenuto
di una
tabella relativa ad alcuni
fattori di rischio rilevanti in ottica di
genere, con riferimento anche alle possibili conseguenze sulla salute.
Questi i
fattori di rischio e le condizioni di lavoro:
- “lavoro nel settore terziario;
- lavoro non protetto dalla
legislazione in SSL;
- lavoro prolungato nella
posizione in piedi e/o seduti;
- postura statica;
- lavoro monotono e ripetitivo;
- ripetitiva movimentazione di
carichi e sollevamento di pazienti;
- esposizione agli agenti chimici
e biologici;
- contatto con il cliente e
rapporto con il paziente;
- lavorare su richiesta del
cliente;
- attività multiple;
- carenza di informazione e
formazione;
- poco controllo, autonomia e
supporto”.
Queste, infine, le
conseguenze, gli effetti negativi:
- “stress e problemi mentali;
- infortuni differenti:
scivolamenti, inciampamenti, cadute, violenze e molestie, ferite accidentali da
aghi, tagli e lesioni da ago, distorsioni;
- affaticamento e disturbi
cognitivi;
- disturbi muscolo-scheletrici;
- malattie infettive;
- disturbi della pelle, asma”.
L’
indice del documento:
Introduzione
Capitolo 1. La tutela della
donna: dal sesso al genere
1.1 Caratteristiche sessuali o di
genere?
1.2 La conciliazione dei tempi di
vita e di lavoro
1.3 Il telelavoro
1.4 I congedi
1.5 Maternità e allattamento
1.6 Il lavoro notturno
1.7 Il fattore economico
Schede di approfondimento:
- Le pari opportunità
- Donne al PIT-STOP
Capitolo 2. Donna, lavoro e
sicurezza
2.1 La sicurezza sul lavoro
2.2 L’esposizione ai rischi: una
piccola premessa
2.3 La salute e sicurezza nei
luoghi di lavoro: il rischio non è più neutro
Scheda di approfondimento: Lo
stalking
2.4 I fattori di rischio nuovi ed
emergenti in ottica di genere
2.5 Il lavoro non retribuito
2.6 La catena dell’assistenza,
l’immigrazione
2.7 Come tutelarsi dai rischi
domestici?
Scheda di approfondimento: Gli
aspetti assicurativi
2.8 I rischi nel tragitto
casa-lavoro
Capitolo 3. Donne e benessere
3.1 Gli stili di vita e i fattori
di rischio per la salute
3.2 Il tempo libero
INAIL - Settore Ricerca,
Certificazione e Verifica - Dipartimento Processi Organizzativi, “ Lavoro, sicurezza e benessere al femminile. Il fattore donna al
centro delle nuove sfide nel mercato del lavoro”, documento curato da Emma
Pietrafesa, Chiara Brunetti e Maria Castriotta, dicembre 2013 (formato PDF,
3.16 MB).
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sicurezza e benessere al femminile”.
RTM
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