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"L’importanza dei modelli organizzativi e delle procedure semplificate"
fonte www.puntosicuro.it / Sicurezza
11/03/2014 -
È stato pubblicato il Decreto
Ministeriale 13 febbraio 2014 nel quale sono state recepite le
procedure semplificate, approvate dalla
Commissione Consultiva nella seduta del 27 novembre 2013, per l'adozione e la
efficace attuazione dei modelli
di organizzazione e di gestione della sicurezza nelle piccole e medie imprese
ai sensi dell'art. 30, comma 5-bis, del Decreto Legislativo n. 81/2008.
Il Decreto è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale n. 45
del 24 febbraio u.s.
Scopo delle procedure semplificate è quello di fornire
alle piccole e medie imprese che decidono di adottare un modello
di organizzazione e gestione della salute e della sicurezza, indicazioni
organizzative e procedurali utili alla predisposizione e alla efficace
attuazione di un sistema aziendale idoneo a prevenire le conseguenze dei reati
previsti dall'art. 25-septies, del Decreto
Legislativo n° 231 dell’8 giugno dell’anno 2001. Allegata al Decreto è
presente la modulistica con la quale le piccole e medie imprese potranno
determinare le procedure per l'adozione e l'efficace attuazione di un idoneo
modello di organizzazione e gestione della sicurezza. La stessa, verosimilmente
da parte del Datore di Lavoro, potrà essere integrata ed adattata in ragione
della complessità tecnico - organizzativa della struttura al fine di permearla
nel “clima” aziendale.
Ma perché tutto questo? Perché adottare in azienda un
modello di organizzazione e gestione della salute e della sicurezza? Non
bastava gestire il Documento di Valutazione dei Rischi? Ancora un altro
documento che va ad aggiungersi agli innumerevoli documenti che spesso, invece
di semplificare il nostro lavoro, lo rende più difficoltoso?
Certo che se non fossi un fautore dei sistemi di gestione
mi sarei posto tali domande.
Provo ad immaginarmi Datore di Lavoro e tento di cercare
nelle procedure semplificate recepite nel Decreto la parte positiva,
propositiva e ancor meglio, immaginandomi imprenditore, cerco di ricavare anche
la parte opportunistica.
Perchè l’adozione
di un modello di organizzazione e di gestione
I dati statistici parlano chiaro. L’innovazione
tecnologica degli ultimi decenni ha giocato in azienda un ruolo determinante e
fondamentale per abbattere il fenomeno infortunistico. Fonti autorevoli
(Sincert ora Accredia, INAIL, ….) indicano che se l’innovazione tecnologica non
fosse stata affiancata dall’introduzione di modelli organizzativi e gestionali
in grado di sostenere un percorso di miglioramento continuo e consapevole della
performance prevenzionale, non avrebbe da sola comportato il raggiungimento di
simili traguardi.
Adottare e quindi attuare in azienda un modello
di organizzazione e di gestione significa agire sulla componente
cromosomica aziendale, quella cioè che ruota attorno alla risorsa umana nonché
alla struttura organizzativa che la governa, ovvero, alla gestione dello
sviluppo delle competenze e delle capacità ed al grado di compartecipazione e
di coinvolgimento della stessa.
Per ridurre gli infortuni, le malattie professionali e
quindi di conseguenza migliorare le performance aziendali i sistemi di gestione
sono, nell’attuale contesto prevenzionale, uno
strumento efficace ed appropriato da spingere e rafforzare. Il
problema della salvaguardia della salute e della sicurezza sul lavoro
rappresenta infatti, un fattore che ha un’importanza strategica per
un’organizzazione aziendale in quanto influenza direttamente i risultati
economici della stessa e, non ultimo, proietta la sua immagine all’esterno.
Quindi l’adozione di un modello di organizzazione e di gestione ha lo scopo di
razionalizzare ed armonizzare il modus operandi aziendale, di definire modalità
operative univoche, condivise e ripetibili nel tempo in modo da poter
affrontare e tenere sotto controllo il rischio residuo valutato e classificato
nel Documento di Valutazione dei Rischi (rif. Art. 28 e 29 T.U. ).
Le procedure
semplificate
Siamo oltre gli obblighi di legge.
Le procedure hanno quale fondamento la libera volontà del
Datore di Lavoro di attivare un circolo virtuoso attraverso il quale migliorare
continuamente le proprie prestazioni prevenzionali e di competitività: quindi
libertà e volontarietà di scelta risultano elementi cruciali per condurre
l’azienda alla reale gestione.
Il raggiungimento degli scopi prefissati passa,
ovviamente, attraverso la formalizzazione degli impegni che ci si assume,
l’esplicitazione degli obiettivi da raggiungere e i risultati cui tendere, accettando
le responsabilità, facendo proprio un modello basato sulla prevenzione e sul miglioramento
continuo. Pertanto, abbandonando il retaggio culturale del mero adempimento
normativo, purtroppo ancora oggi dominante, questo è il compito, anzi la
mission, del Datore di Lavoro - manager basato su obiettivi pianificati e
risultati raggiunti in termini di prevenzione.
Questa, a mio avviso, si chiama
cultura manageriale della sicurezza.
La struttura delle
procedure semplificate
1. Premessa
2. Introduzione
3. Politica aziendale di salute e sicurezza, obiettivi e
piano di miglioramento;
3.1. Piano di miglioramento
4. Rispetto degli standard tecnico strutturali di legge
relativi ad attrezzature, impianti, luoghi di lavoro, agenti chimici, fisici e
biologici;
5. Attività di valutazione dei rischi e di predisposizione
delle misure di prevenzione e protezione conseguenti;
6. Attività di natura organizzativa, quali gestione delle
emergenze e primo soccorso;
7. Gestione appalti;
8. riunioni periodiche di sicurezza e consultazione dei
rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza;
8.1. Comunicazione e rapporto con l’esterno
8.2. Consultazione e partecipazione
9. Attività di sorveglianza sanitaria;
10. Attività di informazione e formazione dei lavoratori;
11. Attività di vigilanza
12. Acquisizione di documentazioni e certificazioni
obbligatorie per legge
13. Periodiche verifiche
13.1. sorveglianza/monitoraggio o misurazione
dell’adozione delle procedure/modelli
13.2. indagine su infortuni, incidenti e situazioni
pericolose
13.3. non conformità, azioni correttive ed azioni
preventive
14. Sistemi di registrazione
15. Articolazione di funzioni per la verifica,
valutazione, gestione e controllo del rischio
16. Sistema disciplinare
17. Sistema di controllo e riesame
17.1. Audit interno di sicurezza
17.2. Programmazione dell’audit
17.3. Identificazione degli auditor interni
17.4. Conduzione dell’audit
17.5. Riesame
ALLEGATI
Allegato 1 – Scheda analisi iniziale;
Allegato 2 – Piano di miglioramento – Modulo pianificazione
obiettivi e attuazione della politica;
Allegato 3 – Elenco normativa applicabile;
Allegato 4 - scheda manutenzione macchina;
Allegato 5 - scheda consegna/gestione DPI;
Allegato 6 - Programma annuale di formazione, informazione
e addestramento;
Allegato 7 - Registro presenze partecipanti;
Allegato 8 - Scheda formazione/informazione/addestramento
lavoratore;
Allegato 9 - Registro addestramento lavoratore;
Allegato 10 - Elenco documentazione obbligatoria;
Allegato 11 – Modulo rilevazione: situazione pericolosa –
incidente – non conformità;
Allegato 12 - Modulo rilevazione infortunio;
Allegato 13 - Piano di Monitoraggio;
Allegato 14 – Programma degli/dell’audit interno;
Allegato 15 – Piano di audit;
Allegato 16 – Verbale di audit;
Allegato 17 – Riesame periodico del modello organizzativo;
Allegato 18 – Riunione periodica.
Conclusioni
Seppur con fatica iniziamo a poter misurare i progressi
prevenzionali non solo attraverso gli usuali indici di frequenza e di gravità
degli infortuni ma anche attraverso
indicatori
proattivi con i quali determinare l’impegno delle organizzazioni nel tempo.
Si sta pian piano transitando dalla fase di implementazione tecnica e
tecnologica a quella, seppur più difficile e complessa, di organizzazione e
gestione, da raggiungersi attraverso scelte e decisioni di politica aziendale
compiute dal management e sostenute attraverso la partecipazione e la
condivisione con i lavoratori, la cui consapevolezza e le cui capacità e
competenze vengono progressivamente implementate attraverso una continua,
efficace ed appropriata attività di formazione/addestramento.
Il merito della
crescente
cultura prevenzionale spetta di diritto al Decreto Legislativo 81/08 e
s.m.i. nel quale, per la prima volta in modo esplicito viene definito che
l’adozione e l’attuazione di un modello di gestione e di organizzazione
aziendale contribuiscono a prevenire i rischi per la sicurezza e per la salute
dei lavoratori ed al miglioramento delle performance aziendali. Come dire: da
un lato si premia il lavoratore (art. 32 della Costituzione) e dall’altro, come
è giusto che sia, viene premiato anche il Datore di Lavoro – imprenditore (art.
41 della Costituzione).
Quindi, seppur la realizzazione del modello
di organizzazione e di gestione ad oggi, da parte del Legislatore non sia
stata resa ancora obbligatoria, risultano auspicabili, lungimiranti e peraltro
opportunistiche l’adozione e l’attuazione dello stesso in particolar modo nella
piccola azienda, nella quale spesso il Datore di Lavoro risulta essere l’unico
centro decisionale e di responsabilità impegnato, finanche in prima persona,
nelle attività lavorative e nella quale spesso, purtroppo, avvengono più
accadimenti infortunistici.
Credo che in futuro, quando verrà nuovamente revisionata
la normativa in materia di sicurezza e salute nei luoghi di lavoro, il
Legislatore accortosi della cresciuta cultura prevenzionale, inserirà in modo
automatico la obbligatorietà dell’adozione dei modelli di organizzazione e di
gestione ma nulla spaventerà il Datore di Lavoro divenuto, nel frattempo,
manager in quanto culturalmente e tecnicamente pronto al nuovo compito.
Carlo Zamponi
Consigliere
Nazionale AiFOS – Componente Comitato 4 della Commissione Consultiva Permanente
per i Modelli di Gestione della Sicurezza
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