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"Imparare dagli errori: anidride carbonica e monossido di carbonio"
fonte www.puntosicuro.it / Sicurezza sul lavoro
20/03/2014 - Riprendiamo a parlare di
luoghi di lavoro confinati e di sostanze inquinanti convinti
che gli incidenti dipendano anche da una scarsa consapevolezza dei
rischi e pericoli correlati al contatto con alcuni agenti chimici
pericolosi.
Per conoscere esempi di incidenti i rischi di alcune sostanze
riprendiamo a parlare di un documento - correlato ad una campagna di
prevenzione del rischio chimico negli ambienti confinati promossa dall’
ULSS 5 dell’Ovest vicentino - dal titolo “
La
valutazione e la prevenzione del rischio chimico negli ambienti
confinati: un caso storico di rischio chimico per la sicurezza”
a cura di Lucio Ros (SPISAL ULSS 9), Alberto Brocco (SPISAL ULSS 21),
Celestino Piz (SPISAL ULSS 6) e Franco Zanin (SPISAL ULSS 6).
Se in una precedente puntata di “Imparare dagli errori” abbiamo utilizzato il documento con riferimento ai problemi dell’impiego dell’azoto, ci soffermiamo oggi sui rischi relativi all’
esposizione ad anidride carbonica e monossido di carbonio.
Gli incidenti
Il documento riporta una
casistica esemplificativa di incidenti relativi all’
anidride carbonica:
- nel
primo caso due operai “scendono nella stiva di una nave in porto
per recuperare, utilizzando un mezzo cingolato, delle granaglie di cereali
sversate e sparse sul fondo. La fermentazione delle stesse aveva provocato una
concentrazione di CO2 sufficiente a rendere l’ atmosfera
asfissiante. I due lavoratori muoiono per asfissia; un soccorritore sviene
ma è tratto in salvo”.
- nel
secondo caso “un operaio in una cantina, salito con una scala a
pioli sulla sommità di una cisterna contenente mosto in fermentazione, sveniva
a seguito delle esalazioni di CO2. Rimanendo con il capo reclinato
all’interno del recipiente moriva per asfissia prima di essere soccorso”;
- nel
terzo caso viene presentata la “discesa di un lavoratore in una
fossa di servizio agli impianti di trasporto automatico ove si era accumulata,
per gravità, CO2 sviluppatasi dalla fermentazione del mais stoccato
nel capannone in prossimità della fossa stessa. Evento mortale”.
Sono presenti anche due casi
relativi all’esposizione al
monossido di
carbonio:
- nel
primo caso in una fonderia di ghisa “un lavoratore entrato in un
cubilotto spento per il rifacimento del refrattario, rimane intossicato da CO
richiamato all’interno del forno, per tiraggio naturale, dal cubilotto attiguo
che era in funzione. Il lavoratore viene soccorso tempestivamente”;
- nel
secondo caso “durante l’installazione di dispositivi di rilevazione
e di allarme in alcune aree, all’interno di una fonderia di ghisa, soggette a
inquinamento da CO, due operatori della ditta incaricata dell’intervento
rimangono intossicati gravemente perché soccorsi tardivamente”.
Le sostanze
L’
Anidride Carbonica (CO2) è una gas incolore e inodore
più pesante dell’aria e “tende a stratificarsi verso il basso”. Il gas, “utilizzato
intenzionalmente nell’industria alimentare come conservante e congelante, è
usato “anche come estinguente, nel trattamento dell’acqua e in applicazioni
medicali”. Si può inoltre formare, non voluto, “da fenomeni di combustione, di
putrefazione, di fermentazione (granaglie in presenza di acqua), da
dissociazione del bicarbonato di calcio, nel sottosuolo, con formazione di carbonato
(lavori svolti nel sottosuolo).
Vengono normalmente segnalati
incidenti in ambienti dove avvengono fermentazioni di sostanze alimentari”.
Il
Monossido di Carbonio (CO) è una gas incolore e inodore, di densità
simile all’aria, che “forma facilmente miscele esplosive”. In particolare si produce
“da combustione in difetto di ossigeno. Gli incidenti determinati da questo
gas, che avendo un’affinità per l’emoglobina 200 volte superiore a quella
dell’ossigeno provoca anossia anemica, avvengono soprattutto in ambiente
domestico per malfunzionamento di stufe, camini otturati, ecc”…
Di anidride carbonica parla anche
il “ Manuale
illustrato per lavori in ambienti sospetti di inquinamento o confinati ai sensi
dell’art. 3 comma 3 del dpr 177/2011” nell’allegato 6 “
Sostanze tossiche e asfissianti e incidenti tipo”.
Allegato che ricorda come, tra gli effetti del
gas, ci siano: “vertigine, mal di testa, tachicardia, senso di soffocamento,
stato d’incoscienza”.
La prevenzione
Per la prevenzione dei rischi chimici
rimandiamo innanzitutto ai molti articoli di PuntoSicuro e in particolare alle
diverse puntate di “ Imparare
dagli errori” dedicate a questo rischio negli spazi confinati.
Concludiamo tuttavia questa puntata
di “Imparare dagli errori” cercando tuttavia di sottolineare come i fattori di
rischio riscontrabili negli spazi confinati
non siano solo correlati alle sostanze inquinanti.
Nel documento “
La valutazione e la prevenzione del rischio
chimico negli ambienti confinati: un caso storico di rischio chimico per la
sicurezza” si ricorda che molti fattori di rischio riscontrabili in un
luogo di lavoro “normale” – pensato per la presenza continuativa di lavoratori
- possono essere presenti anche in un ambiente confinato e possono includere:
- “operazioni in quota;
- presenza di parti meccaniche in
movimento;
- presenza di reti elettriche;
- presenza di atmosfere
sotto-ossigenate;
- presenza di atmosfere
infiammabili/esplosive;
- presenza di atmosfere inquinate
da gas, fumi o vapori tossici derivanti dai prodotti contenuti e dai materiali
introdotti, formatisi a seguito di reazioni impreviste, introdotti dalle
utilities, diffusi da stoccaggi contigui, liberatisi dal terreno, ecc.;
- presenza di atmosfere
sovra-ossigenate;
- ingresso o presenza di liquidi;
- presenza di materiali solidi di
piccola pezzatura che possono riversarsi o creare ‘ponte’ e franare;
- presenza di calore o di freddo
eccessivi, umidità elevata;
- correnti elettriche o
elettricità statica;
- presenza di microorganismi
patogeni;
- scarsa visibilità”.
E nella fase di
identificazione e valutazione dei pericoli
potenziali “ci si deve far carico non solo delle particolari
caratteristiche strutturali del luogo ma anche del fatto che le condizioni
iniziali possono cambiare rapidamente, certe volte sotto l’influenza
dell’ambiente circostante”. Ad esempio “possono verificarsi combinazioni
imprevedibili per presenza di più agenti con effetto concomitante o sequenziale
(gas inerte, acqua, calore, ecc…). Certi locali di normale uso possono
diventare accidentalmente ambienti
confinati inquinati, come nel caso di interventi di fumigazione, di
bonifica o di uso di estinguenti”.
Link relativo allo spazio web dell’ULSS 5 con i materiali per la prevenzione negli
ambienti confinati.
Tiziano Menduto
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