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"Rischio rumore: effetti uditivi e sintomi della riduzione dell’udito"
fonte www.puntosicuro.it / Rischio Rumore
20/03/2014 - Spesso il nostro giornale presenta documenti sui
rischi di esposizione lavorativa al rumore con informazioni sulla valutazione dei rischi e sulle attività di prevenzione con riferimento alle misure di riduzione alla fonte e alle misure di protezione individuale.
Più raramente ci occupiamo invece degli
effetti uditivi dell’esposizione, informazioni importanti per favorire la consapevolezza nei lavoratori della necessità di proteggersi.
Per ovviare a questa carenza torniamo a soffermarci su alcune “note
informative” - a cura dell’Ing. Ezio Meineri e pubblicate sul sito
dell’ IIS “Giancarlo Vallauri”, Istituto di Istruzione Secondaria superiore di Fossano (CN) – dal titolo “
Rischi
di esposizione al rumore durante il lavoro - Informazioni per la tutela
della salute dei lavoratori a norma dell’art. 195 del D.Lgs. 9.04.2008
n. 81”.
Nel documento si sottolinea che
gli effetti che il rumore può provocare sulla salute umana sono distinti in:
- effetti uditivi;
- effetti sull’attività
lavorativa.
Dopo aver parlato, nell’articolo
di presentazione del documento, degli effetti
sull’attività lavorativa ci soffermiamo oggi sugli effetti uditivi
ricordando che il danno provocato a carico dell'apparato uditivo “può essere di
tipo acuto se si realizza in un tempo brevissimo, in seguito ad una
stimolazione acustica particolarmente intensa, oppure di tipo cronico quando
evolve lentamente a seguito dell' esposizione
al rumore protratta nel tempo come accade, ad esempio, ad operai che
lavorano per giorni con il martello pneumatico”. E la perdita uditiva viene
chiamata, in termini medici,
ipoacusia.
In particolare gli effetti
dannosi sull’apparato uditivo possono manifestarsi in due modi:
-
effetti uditivi temporanei: “sono alterazioni temporanee
reversibili da trauma acustico acuto. È chiamato “
fatica uditiva” l’innalzamento temporaneo e reversibile della
soglia di percezione che si verifica in soggetti normali dopo occasionale
esposizione al rumore; tale fenomeno è anche indicato con la sigla
STS (Spostamento Temporaneo di
Soglia)”. Spostamento che è dunque un “deficit uditivo temporaneo e selettivo
(perche di solito riguarda specialmente alcune frequenze e non altre)”. Se per
gli shock più rilevanti “servono circa 48 ore di vero riposo uditivo”, in
realtà “l’esposizione al rumore non si esaurisce con la fine del turno di
lavoro”. Infatti nell’attività extra lavorativa si è quasi sempre esposti a varie
tipologie di rumore, anche nell’abitazione. Se lo Spostamento Temporaneo di
Soglia predilige frequenze elevate (4000 Hz) e varia con l'intensità del rumore
esistono diverse
classificazioni di
fatica uditiva che sono esemplificate nel documento. Riguardo agli effetti
uditivi si sottolinea che è particolarmente pericoloso il
rumore impulsivo di intensità elevata. Infatti se l’orecchio ha un
sistema di autoprotezione dai rumori forti spesso il picco di salita del rumore
impulsivo è più rapido di tale sistema;
-
effetti uditivi cronici: “si riferiscono ad alterazioni patologiche
croniche irreversibili (ipoacusia o sordità da rumore). Tali alterazioni sono
dovute a esposizione prolungata nel tempo, per mesi o anni”. Si manifestano
come
ipoacusia (riduzione dell’udito
fino alla sordità), una delle malattie professionali più diffuse. “Di solito,
si manifesta inizialmente con un calo uditivo bilaterale della capacità di
percepire suoni della frequenza di 4.000 Hertz. Il peggioramento è progressivo
e con riduzione uditiva anche di altre frequenze. Se l’esposizione cessa, non
c’è recupero bensì stabilizzazione del livello raggiunto”. Questo accade perché
l’ esposizione
prolungata a rumori elevati determina il danneggiamento permanente delle
cellule ciliate, terminazioni nervose dell’orecchio umano, che “perdono
irreversibilmente e permanentemente la loro funzionalità. Quindi
l’’innalzamento della soglia di udibilità diventa permanente (
PTS, Permanent Threshold Shift).
Inizialmente si ha un deterioramento delle cellule che codificano le alte
frequenze, prolungando l’esposizione vengono colpite quelle che rispondono alle
basse frequenze manifestando così difficoltà nel percepire anche il linguaggio
parlato”. Si ricorda tuttavia che un danno alle cellule ciliate può anche avere
“cause estranee all’ esposizione al
rumore (ad es. certe malattie dell’orecchio, l’uso di farmaci ototossici,
ecc)”.
Veniamo dunque all’
ipoacusia che, generalmente, non è un
processo improvviso: “si instaura in maniera lenta e progressiva determinando
una specie di assuefazione che ne impedisce il riconoscimento cosciente.
Inizialmente non conduce alla scomparsa di tutti i suoni ma solo di alcuni”.
Nel documento – che vi invitiamo a visionare integralmente - è presente una
tabella che indica gli
effetti da
esposizioni a dosi crescenti di rumore riferiti a settimana-tipo di 40 ore
lavorative.
Per rendere più consapevoli i
lavoratori del problema dell’ipoacusia, concludiamo riportando i primi e più
comuni
sintomi di una perdita uditiva:
- “
necessità di farsi ripetere le frasi: l’ipoacusico, cioè chi sente
meno, perde parole e frasi poiché non le capisce o le confonde, ma anche perché
avverte, nello stesso tempo, il potenziamento dei rumori nelle basse frequenze
(elettrodomestici, traffico...), che diventano fastidiosi;
-
difficoltà
nelle relazioni interpersonali: se più persone parlano insieme, se una
conversazione avviene nel traffico, o in auto, capire diventa difficoltoso;
-
errori
di comprensione nella conversazione: i primi a non essere sentiti sono i
‘toni alti’. Le parole comprendono sia suoni gravi, come ad esempio le vocali
AEIOU, sia frequenze alte, contenute soprattutto nelle consonanti, come CSFZ”;
-
disagio e stress: la difficoltà a comprendere le parole durante le
conversazioni rende faticoso partecipare alla vita sociale;
-
difficoltà
a capire i bambini perche hanno la voce più squillante e quindi toni alti;
-
necessità
di alzare il volume della televisione”.
IIS “Giancarlo Vallauri”, Istituto di Istruzione Secondaria
superiore, “ Rischi di esposizione al rumore durante il lavoro -
Informazioni per la tutela della salute dei lavoratori a norma dell’art. 195
del D.Lgs. 9.04.2008 n. 81”, a cura dell’Ing. Ezio Meineri - Aggiornamento
2010 (formato PDF, 353 kB).
RTM
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