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"Rischio rumore: gli effetti extrauditivi e le sostanze ototossiche"
fonte www.puntosicuro.it / Rischio Rumore
24/03/2014 -
Se l’ipoacusia, intesa come riduzione dell’udito che può arrivare fino
alla sordità, è da considerarsi come una delle malattie professionali
più diffuse nel mondo del lavoro, quando si parla di rischio rumore non bisogna sottovalutare anche gli
effetti extrauditivi dell’esposizione.
Per affrontare il tema degli effetti extrauditivi, con qualche cenno anche alle sostanze otossiche e al tema del rumore in gravidanza, concludiamo la presentazione di un documento a cura dell’Ing. Ezio Meineri - pubblicato sul sito dell’ IIS “Giancarlo Vallauri”, Istituto di Istruzione Secondaria superiore di Fossano (CN) – dal titolo “ Rischi di esposizione al rumore durante il lavoro - Informazioni per la tutela della salute dei lavoratori a norma dell’art. 195 del D.Lgs. 9.04.2008 n. 81”.
Per affrontare il tema degli effetti extrauditivi, con qualche cenno anche alle sostanze otossiche e al tema del rumore in gravidanza, concludiamo la presentazione di un documento a cura dell’Ing. Ezio Meineri - pubblicato sul sito dell’ IIS “Giancarlo Vallauri”, Istituto di Istruzione Secondaria superiore di Fossano (CN) – dal titolo “ Rischi di esposizione al rumore durante il lavoro - Informazioni per la tutela della salute dei lavoratori a norma dell’art. 195 del D.Lgs. 9.04.2008 n. 81”.
Il documento ricorda che sono definibili
come extrauditivi (o di tipo non specifico) gli effetti del rumore sugli organi
ed apparati diversi dall’apparato uditivo, in particolare sugli organi e
apparati controllati dal sistema nervoso autonomo.
Gli
effetti extrauditivi comprendono varie tipologie di disturbi e
possono colpire:
- “il
sistema neuropsichico (quadri neuropsichici a sfondo ansioso con
somatizzazioni, insonnia, stati di depressione, eccitazione, nevrosi,
affaticamento, diminuzione della vigilanza e della risposta psicomotoria);
- il
sistema cardiocircolatorio (ipertensione, ischemia miocardiaca);
- il
sistema respiratorio;
- l’
apparato intestinale (ulcere);
- l’
apparato digerente (ipercloridria gastrica, azione spastica sulla
muscolatura liscia);
- l’
apparato endocrino (aumento del livello di ormoni di tipo
corticosteroideo)”.
Viene sottolineato tuttavia che
la risposta è individuale.
Infatti diversi studi hanno
evidenziato come il rumore interagisca con “il benessere sia fisico che
mentale. Si ritiene che il rumore agisca come un generico elemento di stress e
che come tale possa attivare diversi sistemi fisiologici, provocando
modificazioni quali aumento della pressione sanguigna e del ritmo cardiaco e
vasocostrizione”.
L'entità e la durata di questi
effetti, oltre a dipendere dalla durata dell’esposizione, sono comunque
“determinate in parte dalla sensibilità individuale, dallo stile di vita e
dalle condizioni ambientali. Le risposte individuali al rumore sono, infatti,
estremamente variabili e pertanto un individuo, qualora sia sottoposto ad un
certo stimolo, può manifestare una variazione della pressione sanguigna, mentre
un altro può mostrare cambiamenti nei livelli di colesterolo”.
E gli individui più vulnerabili,
“in seguito ad esposizioni prolungate ad elevati livelli
di rumore possono sviluppare effetti permanenti quali ipertensione o
cardiopatia ischemica (Thompson, 1999)”. In particolare gli effetti più
rilevanti possono essere “quelli cardiovascolari (in particolare l'aumento
della pressione sanguigna e la patologia cardiaca ischemica), gli effetti sulla
salute mentale, in particolare la depressione, e gli esiti riproduttivi
sfavorevoli (Thompson, 1999)”.
Il documento, che vi invitiamo a
leggere integralmente, si sofferma poi sulle cosiddette
sostanze ototossiche («tossiche per l’orecchio»).
Infatti l’esposizione ad alcune
di queste sostanze e a rumori intensi “sembra far aumentare il rischio di
incorrere in lesioni a carico dell’apparato uditivo rispetto a chi è invece
esposto al solo rumore o alle sole sostanze. Questo tipo di sinergia è stato
riscontrato specificamente per la combinazione di rumore ed alcuni solventi organici, fra cui il
toluene, lo stirene ed il disolfuro di carbonio. Queste sostanze sono
utilizzate in ambienti rumorosi in settori quali quelli della produzione delle
plastiche e della stampa, oltre che nella produzione di vernici e lacche”.
Viene riportato un breve elenco
di
sostanze ototossiche industriali.
Alcune sostanze segnalate come
potenzialmente ototossiche:
- “monossido di carbonio;
- alcuni solventi aromatici
(toluene, stirene, etilbenzene, xylene), il monossido di carbonio e l’acido
cianidrico. Il toluene (utilizzato nella composizione di pitture, vernici,
inchiostri, sgrassanti), lo stirene (resine), solventi di uso diffuso
nell’industria, possono dar luogo ad ipoacusie difficilmente distinguibili dai
tipici quadri di ipoacusia
da rumore;
- piombo, manganese, arsenico,
mercurio, acido cianidrico, oro;
- tabacco, bevande alcoliche”.
Anche diversi
farmaci possono essere tossici per le
strutture neurosensoriali deputate alla funzione uditiva e all’equilibrio
(organo del Corti, labirinto posteriore o vestibolo e nervo acustico).
Alcune tipologie di farmaci che
possono avere una ototossicità selettiva (nel documento sono riportati anche
esempi di specifici principi attivi):
- antibiotici;
- diuretici;
- salicilati;
- antimalarici;
- idantonici;
- FANS;
- farmaci antitumorali.
Infine bisogna tener conto di
altri elementi che possono rendere il
soggetto più sensibile al rumore, ad esempio:
- “ vibrazioni
meccaniche derivanti dall’uso di impianti e/o attrezzature di lavoro;
- malattie pregresse: tifo,
malaria, tbc, febbri elevate nella prima infanzia, meningiti;
- traumi cranici;
- lesioni del sistema nervoso
centrale”.
Infine ricordiamo, come già
riportato in un precedente
articolo, che in alcuni studi su
donne
esposte professionalmente al rumore “è stato riscontrato un aumento della
percentuale di disturbi mestruali, una riduzione della fertilità, del peso
fetale alla nascita e della durata media della gravidanza. Infine è stata
segnalata una correlazione tra esposizione a rumore durante la gravidanza e
riduzione della capacità uditiva dei neonati alle alte frequenze”.
IIS “Giancarlo Vallauri”, Istituto di Istruzione Secondaria
superiore, “ Rischi di esposizione al rumore durante il lavoro -
Informazioni per la tutela della salute dei lavoratori a norma dell’art. 195
del D.Lgs. 9.04.2008 n. 81”, a cura dell’Ing. Ezio Meineri - Aggiornamento
2010 (formato PDF, 353 kB).
RTM
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