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"La movimentazione manuale dei carichi e l’ergonomia"
fonte www.puntosicuro.it / Sicurezza
31/03/2014 - Più volte ci siamo soffermati in questi anni sui rischi ergonomici, sui rischi correlati alla movimentazione manuale dei carichi, sulle patologie muscoloscheletriche, sulle lesioni dorso – lombari.
Torniamo a farlo sia per sottolineare ancora misure e comportamenti
utili per la prevenzione, sia per guardare a questo tema con
particolare riferimento a ambienti e mansioni nel
comparto del Turismo. E ci facciamo aiutare da una pubblicazione - già presentata da PuntoSicuro in passati articoli - elaborata dall’ Ente Bilaterale Nazionale del Turismo (EBNT), il “ Vademecum della sicurezza. Manuale per la informazione e la formazione degli operatori del settore Turismo”.
Riguardo alla
movimentazione manuale dei carichi il
documento ricorda come le lesioni dorso - lombari rappresentino “uno dei
principali rischi cui sono soggetti i lavoratori che movimentano manualmente
carichi pesanti”. Per questo motivo è opportuno che “il lavoratore conosca le
particolari tecniche per una corretta movimentazione
dei carichi” e si attenga scrupolosamente agli obblighi normativi e a
idonee buone pratiche.
Ricordiamo che, come indicato nel
D.Lgs. 81/2008, il datore di lavoro ha l’obbligo di “limitare le movimentazioni
manuali ricorrendo ad attrezzature meccaniche che sollevino il lavoratore da un
uso improprio della muscolatura, aumentando nello stesso tempo la produttività
e l’efficacia del lavoro”. E in assenza di attrezzature meccaniche il datore
(art. 168, Testo Unico):
- “organizza i posti di lavoro in
modo che la movimentazione assicuri condizioni di sicurezza e salute;
- valuta, se possibile anche in
fase di progettazione, le condizioni di sicurezza e di salute connesse al lavoro
in questione;
- evita o riduce i rischi, in
particolare di patologie dorso-lombari, adottando le misure adeguate e tenendo
conto i fattori individuali di rischio, le caratteristiche dell’ambiente di
lavoro e le esigenze che tale attività comporta;
- sottopone i lavoratori alla
sorveglianza sanitaria, sulla base della valutazione del rischio e dei fattori
individuali di rischio”.
Senza dimenticare che il
lavoratore deve essere “informato del peso del carico, del suo centro di
gravità, dei rischi che corre se la movimentazione non è eseguita correttamente
e deve essere sottoposto ad adeguata formazione”.
Dopo aver analizzato le
situazioni di rischio, con riferimento all’allegato XXXIII del D.Lgs. 81/2008,
il documento riporta qualche
suggerimento
pratico per la movimentazione manuale.
Prima dello spostamento:
- “esaminare preventivamente il
carico per verificarne il peso;
- controllare il carico in ogni
sua parte per accertare se vi sono spigoli vivi, parti deboli, se e scivoloso,
fragile, ingombrante, difficile da afferrare, in equilibrio instabile, ecc.;
- assicurarsi che il corpo sia in
posizione stabile in modo da rendere più sicuro il sollevamento;
- utilizzare i dispositivi di
protezione eventualmente forniti dal datore di lavoro, quali, ad esempio,
guanti, scarpe
di sicurezza, elmetto, ecc.;
- indossare indumenti e calzature
adeguati ed evitare qualsiasi effetto personale (collane, bracciali, ecc.)
inadeguato e poco compatibile con l’attività di movimentazione.
Prima del sollevamento:
- posizionarsi in modo tale che
le gambe siano bene aperte, con un piede a fianco del carico e l’altro dietro
il carico.
Durante il sollevamento:
- fare leva sulla muscolatura
della gambe, flettendole, anziché caricare i muscoli della schiena;
- la schiena deve essere
mantenuta in posizione eretta;
- fare presa sul carico in modo
tale che dita e palmi delle due mani siano a contatto con l’oggetto;
- tenere il carico vicino al
busto mantenendo le braccia piegate;
- evitare le torsioni del busto e
le inclinazioni del tronco;
- evitare movimenti bruschi.
Durante lo spostamento:
- accertare che la mole del
carico permetta di avere la piena visibilità del tragitto da percorrere;
- qualora il peso debba essere
caricato/ scaricato su/ da un automezzo con sponda, assicurarsi che la sponda
appoggi su una base stabile;
- accertarsi che non vi siano
ostacoli lungo il tragitto nei quali sia possibile inciampare;
- avvicinare il carico al corpo;
- non spingere o prendere un
carico oltre i 30 cm dall’asse del corpo;
- evitare di ruotare il tronco,
ma girare tutto il corpo usando le gambe”.
Senza dimenticare che l’addetto
“dovrà evitare, per quanto possibile, di prelevare o depositare carichi a terra
o sopra l’altezza della propria testa”.
Il documento – che vi invitiamo a
visionare integralmente - si sofferma anche sulla prevenzione dei rischi della
movimentazione dei carichi effettuata con carrelli
elevatori o con qualsiasi strumento, automatico o semiautomatico, per la
movimentazione dei materiali.
E si sottolinea che nel settore
del Turismo “sono particolarmente
esposti
ai rischi della movimentazione manuale dei carichi i
magazzinieri-cambusieri, gli istruttori sportivi, gli addetti al trasporto di
pasti, gli addetti alle lavanderie e agli effetti letterecci (che riguardano i
letti: ad esempio lenzuola, federe e coperte, ndr) negli alberghi, i bagnini e
gli addetti alla balneazione, gli addetti ai campeggi, i riparatori e
manutentori di impianti tecnici”.
Una scheda del documento è infine
dedicata all’
ergonomia.
Si ricorda che una
definizione di ergonomia potrebbe
essere: “una tecnica e un insieme di procedure che, avvalendosi di apporti
interdisciplinari (fisiologia, psicologia del lavoro, ingegneria, eccetera),
studiano i rapporti fra l’uomo, la macchina, i processi produttivi e l’ambiente
al fine di interrelazionarli in termini umani”. In altre parole – continua il
documento – possiamo considerare l’ergonomia “la tecnica che cerca di dare una
sistemazione al posto di lavoro mettendo al centro di esso l’uomo come
struttura fisica, psicologica e sociale, in modo tale che lavori al meglio
mantenendo condizioni fisiche ottimali”.
Pensando all’
azienda come sistema, l’ergonomia afferma che “il sistema deve
essere progettato nella sua interezza anziché per parti, perché se si
privilegiano le parti si finisce per sacrificare il tutto, e chi ne patisce
alla fine è l’uomo, come animale che sa sì adattarsi, ma che patisce di adattamenti
non coerenti con la sua fisiologia, con la sua psicologia, con le sue necessità
sociali. Se si progetta il posto di lavoro a partire dalle macchine, sarà
l’uomo a doversi adattare ad esse, con conseguenze negative su tutto il
sistema. Se si parte invece dalla complessa realtà finale, cioè dal posto di
lavoro come luogo delle interazioni fra macchina, uomo e ambiente, le
difficoltà vengono tutte in luce prima e lo sforzo sarà di mettere d’accordo i
vari attori partendo dall’uomo, che deve rimanere il padrone - mentre rischia
di diventare la vittima - del posto di lavoro”.
Dunque è importante che
l’ambiente di lavoro, le macchine e gli utensili siano “progettati a misura
dell’uomo; i carichi di lavoro mentale e fisico devono tener conto delle sue capacità
e dei suoi limiti”.
Concludiamo ricordando che nel settore
del Turismo il rischio di trascurare gli aspetti ergonomici della
sistemazione del posto di lavoro riguarda in particolare “gli addetti ai
lavaggi, alle pulizie, alla preparazione
dei cibi, alla somministrazione dei pasti (scodellatori e camerieri), gli
addetti a lavori esterni pesanti e ad attività sportive, e gli impiegati in
genere, che vivono troppo spesso in spazi angusti”.
Ente Bilaterale Nazionale del
Turismo, “ Vademecum della sicurezza. Manuale per la informazione e la
formazione degli operatori del settore Turismo”, documento aggiornato a
cura di A.G.S.G. s.r.l., l’autore dell’aggiornamento è l’Ing. Carmine Moretti
con la collaborazione di Parmenio Stroppa e Sara Vasta (formato PDF, 2.09 MB).
Tiziano Menduto
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