News
"I rischi professionali nell’attività degli addetti alla viticoltura"
fonte www.puntosicuro.it / Formazione ed informazione
07/04/2014 - La
viticoltura, che in molti territori è una delle
tipologie colturali principali per numero di addetti, presenta diversi
rischi per i lavoratori che possono essere ridotti con idonee misure di
prevenzione e con un’adeguata formazione.
Per poterne parlare facciamo riferimento ad un seminario organizzato dall’ Istituto per lo Studio e la Prevenzione Oncologica (ISPO) che si è tenuto a San Casciano (FI) il 20 novembre 2013 e i cui atti sono stati pubblicati sul sito dell’ Azienda Sanitaria di Firenze.
Nel seminario “
Esposizione al rischio chimico,
biomeccanico e da radiazioni solari ultraviolette nella viticoltura” sono
stati affrontati diversi rischi attinenti alle attività degli addetti alla
viticoltura.
L’intervento “
Iniziativa ISPO per la prevenzione dei
tumori cutanei”, a cura di Alessandra Chiarugi, sottolinea come l’ esposizione
ai raggi ultravioletti sia un importante fattore di rischio ambientale per
i tumori cutanei.
E come ci sia una “interazione
complessa del fattore ambientale con fattori costituzionali e abitudini
comportamentali” dei lavoratori.
In ogni caso, conclude l’intervento,
è evidente l’
insufficiente protezione
dal sole nei lavoratori
outdoor e l’utilità di specifici interventi educazionali di prevenzione
primaria e secondaria per migliorare l’abitudine alla protezione.
Per affrontare in modo più
completo i
rischi lavorativi nella
viticoltura presentiamo più ampiamente l’intervento “
Progetto 2013 – 2014 per la tutela della salute dei lavoratori agricoli
nella viticoltura della zona fiorentina sud est”, a cura di Carla Fiumalbi
(UF di Prevenzione Igiene e Sicurezza nei Luoghi di Lavoro - Setting sud est
Dipartimento di Prevenzione Azienda Sanitaria 10 Firenze).
La relatrice indica che da varie
indagini emergono diversi pericoli per i lavoratori agricoli, in particolare i
rischi di esposizione a fitosanitari.
La
fase lavorativa a maggior rischio di esposizione (rispetto al
trattamento) è la
fase di rientro in
coltura: “via principale di esposizione cutanea a causa della permanenza
del principio attivo al momento del rientro, delle operazioni manuali in estate
con parti del corpo scoperte etc”.
Il rientro in coltura riguarda ad
esempio la spollonatura (rimozione dei polloni, i giovani tralci), la
falciatura o cimatura, la legatura, la sfogliatura con utilizzo occasionale di
forbici e falce.
Un
’indagine del 2009-2010, in collaborazione con ARPAT, ha premesso
di registrare un miglioramento della sensibilità e una maggior cautela
nell’utilizzo dei prodotti
fitosanitari rispetto ai risultati di una precedente indagine del
2000–2002.
Ad esempio se nel 2000 solo il
19% dei lavoratori utilizzava una maschera con filtro per la preparazione della
miscela, nel 2010 siamo arrivati al 72%. E se nel 2000 era il 28% a utilizzare
guanti durante le operazioni di rientro in coltura, nel 2010 era il 53%.
È comunque necessario migliorare
le misure di contenimento dell’esposizione e individuare quelle idonee
soprattutto per il rientro in coltura, la fase in cui c’è una potenziale
esposizione soprattutto per contatto (ma non è esclusa la via respiratoria) a
sostanze chimiche irritanti e/o allergizzanti.
Un altro rischio è quello relativo
alle
malattie muscoloscheletriche.
Le segnalazioni di malattie
professionali muscoloscheletriche in agricoltura sono infatti in aumento
nelle statistiche INAIL e nei PISLL (Prevenzione, igiene e sicurezza sui luoghi
di lavoro). Aumento favorito dall’introduzione del D.M. 09/04/2008 “che ha
inserito in elenco le principali malattie osteo-articolari e muscolo-tendinee
da sovraccarico biomeccanico”.
In particolare dai dati di
letteratura e da indagini precedenti si ipotizza che “nella
potatura vi sia esposizione a sovraccarico
biomeccanico soprattutto a carico dell’arto superiore e forse un diverso
rischio sulla base del tipo di forbici: manuali, pneumatiche ed elettriche”.
Anche in quest’intervento si
affrontano poi i rischi del
lavoro outdoor
e si indica che sempre nella “fase di rientro in coltura (lavoro in campo nel
periodo estivo)” c’è una “potenziale esposizione
a radiazioni solari ultraviolette”.
In conclusione si riportano gli
obiettivi del “
Progetto 2013 – 2014 per
la tutela della salute dei lavoratori agricoli nella viticoltura”:
- “definire lo stato di salute
dei lavorati addetti alla viticoltura con particolare riferimento alle patologie allergiche/irritative cutanee e
respiratorie; patologie muscoloscheletriche; patologie cutanee da esposizione a
radiazioni solare ultraviolette;
- fornire indicazioni per la
valutazione dell’esposizione al rischio di sovraccarico biomeccanico; -
individuare le possibili misure di miglioramento tecniche, procedurali e
organizzative nelle fasi di rientro in coltura potatura invernale;
- fornire indicazioni per la
prevenzione delle della esposizione a radiazioni solari ultraviolette in
collaborazione con ISPO”.
“ Iniziativa ISPO per la prevenzione dei tumori cutanei”,
a cura di Alessandra Chiarugi (ISPO), intervento al seminario “Esposizione al
rischio chimico, biomeccanico e da radiazioni solari ultraviolette nella
viticoltura” (formato PDF, 5.88 MB).
“ Progetto 2013 – 2014 per la tutela della salute dei
lavoratori agricoli nella viticoltura della zona fiorentina sud est”, a
cura di Carla Fiumalbi (UF di Prevenzione Igiene e Sicurezza nei Luoghi di
Lavoro - Setting sud est Dipartimento di Prevenzione Azienda Sanitaria 10
Firenze), intervento al seminario
“Esposizione al rischio chimico, biomeccanico e da radiazioni solari
ultraviolette nella viticoltura” (formato PDF, 1.16 MB).
Tiziano Menduto
Segnala questa news ad un amico
Questa news è stata letta 1456 volte.
Pubblicità